Tutte le agenzie pubbliche della città di New York potrebbero dover ridurre i loro bilanci fino al 15% per far fronte al conto sempre più salato della crisi dei migranti.
A mettere in guardia sui possibili tagli è il sindaco Eric Adams, che ha già chiesto un taglio del 5% del budget entro novembre. Le riduzioni potrebbero salire al 15% se non ci saranno sufficienti aiuti dall’amministrazione Biden entro l’inizio del prossimo anno.
Nel complesso, secondo l’ufficio del sindaco, i tagli ammonteranno a miliardi di dollari e potrebbero riguardare un’ampia gamma di servizi di base, tra cui le scuole, la polizia, i vigili del fuoco e i servizi igienici. Il bilancio complessivo della città ammonta a circa 107 miliardi di dollari.
“Molti newyorkesi ne risentiranno”, ha detto Adams. “La verità è che i cittadini di lunga data e i richiedenti asilo soffriranno per questi tagli”.
Il brusco annuncio rappresenta l’ennesima sfida al presidente Joe Biden e alla governatrice Kathy Hochul, che non vedranno il presidente domani in città in occasione della commemorazione dell’11 settembre. Nelle sue parole, Adams ha accusato sia il governo federale che quello statale di non aver fornito alla città aiuti sufficienti e interventi politici per affrontare l’afflusso di migranti.
“Possiamo evitare questi tagli se Washington e Albany faranno la loro parte”, ha continuato Adams.
Più di 110.000 migranti sono arrivati a New York nell’ultimo anno, portando il sistema di accoglienza a un punto di rottura.
I funzionari della città prevedono che il costo del ricovero e della cura degli immigrati costerà 12 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Il primo cittadino ha inoltre ribadito la richiesta ai funzionari di elaborare strategie di “decompressione” che indirizzino alcuni richiedenti asilo verso aree esterne alla città.
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