Dopo settimane di preparativi e polemiche, è entrata ufficialmente in vigore a New York una nuova legge che obbliga proprietari e locatari a registrarsi presso le autorità cittadine prima di poter inserire i loro annunci su Airbnb, Vrbo o altri siti – pena una sanzione massima di 5.000 dollari per ciascuna infrazione.
La contestata misura, nota come “legge locale 18“, prevede che i newyorkesi che vogliano affittare una stanza o un appartamento debbano prima inoltrare le loro richieste all’Ufficio del Sindaco di New York per l’applicazione delle leggi speciali (OSE) e attestare la conformità alla babele di regolamenti che disciplina il settore.
Nello specifico, secondo le attuali norme cittadine, gli host possono mettere in affitto una stanza o un intero appartamento per una durata inferiore a 30 giorni solo se anche loro, oltre agli ospiti, siano fisicamente presenti nella struttura per tutta la durata del soggiorno.
Sia i sostenitori che gli oppositori del provvedimento prevedono che circa 10.000 annunci nei cinque boroughs saranno probabilmente cancellati. L’auspicio di Michael McKee, membro del Comitato d’azione politica per gli inquilini, è perciò che quelle unità abitative “saranno restituite al mercato degli affitti residenziali” nel corso del prossimo anno, contribuendo così a mitigare la crisi abitativa della città.
In una dichiarazione, Theo Yedinsky, direttore delle politiche globali di Airbnb, ha affermato che l’azienda ha cercato di creare “regolamenti ragionevoli per la condivisione di case”.
“Le nuove regole sugli affitti a breve termine della città di New York sono un duro colpo per l’economia turistica e per le migliaia di newyorkesi e di piccole imprese dei quartieri periferici che fanno affidamento sulla condivisione di case e sul turismo per far quadrare i conti”, ha dichiarato Yedinsky. “La città sta inviando un chiaro messaggio a milioni di potenziali visitatori che ora avranno meno opzioni di alloggio quando visiteranno New York: Non siete i benvenuti”.