Con i suoi duecentoventisette anni, la Mother African Methodist Episcopal Zion Church risulta essere la chiesa afroamericana più antica dell’intero Stato di New York.
Prima di essere consacrata è stata un rifugio per artisti e intellettuali, un anfiteatro e pure una ferrovia sotterranea utilizzata dagli schiavi. Grazie al suo status ha recentemente ottenuto una sovvenzione di $ 200,000 dal National Trust for Historic Preservation, destinata a stabilire un fondo da cui la chiesa potrà attingere per la manutenzione e la conservazione ordinaria.
Purtroppo, i suoi membri hanno già fatto sapere che se le donazioni non aumenteranno e non ci saranno eredi spirituali non saranno comunque in grado di sostenersi.

Quasi intrappolata fra alcune file di palazzi sulla West 137th Street tra Malcolm X e Adam Clayton Powell Jr. Boulevard, rappresenta uno dei pochi esempi di architettura neogotica visibili nel quartiere.
Un quartiere che, come dicono i suoi abitanti, sta velocemente cambiando. Di fronte alle crescenti difficoltà economiche, la comunità, composta principalmente da afroamericani si sta traferendo in altri più accessibili creando di fatto uno spopolamento, che va a aggiungersi alla morte di numerosi fedeli avvenuta a causa del Covid-19. Nonostante la popolazione complessiva di North Harlem sia aumentata del 15% dal 2010 al 2020, la componente nera è passata dal 67,2% al 56,7%.
“Per le comunità afro americane la chiesa non è soltanto un luogo di culto, ma anche un luogo che da sempre le ha viste unirsi nelle battaglie sociali, una grande casa dove condividere ideali e dove potersi sostenere vicendevolmente”, così ha dichiarato Malcolm J. Byrd un anziano Ministro unitosi alla congregazione quando aveva 14 anni. Ancora oggi prende parte alle numerose proteste contro la distruzione delle proprietà, sostenendo che nell’abbatterle saranno spazzati via molteplici punti di riferimento.

Sono molti i luoghi di culto come la Second Canaan Baptist Church e la First Ebenezer Baptist Church che hanno venduto i loro immobili, riqualificati poi in condomini di lusso, finendo per ritagliarsi, solitamente in uno dei piani più bassi, il loro piccolo spazio come luogo di preghiera.
Il professor Wallace Best, insegnante e studioso di religione afroamericana all’Università di Princeton, ha affermato: “Chiedere quale sarà il futuro delle chiese nere a Harlem è come chiedere quale sarà il futuro degli stessi neri a Harlem”.
Appunto, quale futuro per questi luoghi di preghiera? Le chiese a livello nazionale stanno progressivamente registrando una diminuzione di affluenza alle funzioni domenicali (quelle più seguite) anche da parte dei turisti.
Se oggi ci si reca alla Salem United Methodist Church, 2190 Adam Clayton Powell Jr Blvd, una fra le più frequentate, si nota che, rispetto a quattro anni fa, è stata resa più accattivante da un punto di vista turistico, a partire dai maxi schermi istallati e da un servizio di accoglienza dedicato agli ospiti, che potevano accomodarsi ovunque, senza una precisa gerarchia. È stato inoltre previsto al piano terra della struttura, un buffet, molto assortito e ben curato, ovviamente a pagamento. La funzione non era particolarmente affollata, pochissimi locali, molti dei turisti organizzati in maniera indipendente, nessun tour collettivo e nessuna richiesta di denaro per assistere alla celebrazione.
Andando, invece, alla Mt. Neboh Baptist Church 1883 Adam Clayton Powell Jr. Blvd, bisogna pagare un contributo obbligatorio di $10. Gli ospiti vengono fatti accomodare esclusivamente nella parte superiore della navata. La chiesa ancora meno affollata della precedente ed era era prevalentemente composta da fedeli neri, pochissimi i turisti presenti e che hanno assistito a tutto il rito.
Entrambe le chiese sono presenti sui social media e forniscono contenuti digitali ai loro seguaci. È quindi evidente che qualcosa stia cambiando: per sopravvivere, intanto, si sceglie la modernità alle antiche tradizioni.
Una volta, all’entrata principale della Salem United Methodist Church c’era affisso un cartello ormai rimosso che recitava: “Aprite i vostri, cuori, aprile le vostre menti, aprite le vostre porte”. Ora potremmo aggiungere: aprite anche il vostro portafogli.