Più che un viaggio, una vera e propria Odissea. È quella che centinaia di migliaia di passeggeri stanno affrontando in queste ore a causa di ritardi o cancellazioni che dal weekend hanno interessato più di 20.000 voli in tutto il Nord-est degli Stati Uniti.
La situazione peggiore è proprio a New York, i cui tre scali aeroportuali – Newark, LaGuardia e JFK – sono stati interessati da violenti temporali che hanno costretto la Federal Aviation Administration (FAA) a lasciare temporaneamente a terra tutti i voli nella tarda serata di martedì, paralizzando il traffico aereo nazionale e internazionale.
Secondo i dati di FlightAware, martedì più di 2.100 voli sono stati cancellati e circa 7.300 hanno subito ritardi. Numeri che peraltro sono in miglioramento se rapportati al pandemonio di lunedì, quando più di 11.000 vettori sono stati ritardati o cancellati a causa del maltempo e della carenza di controllori di volo.
Tra le compagnie aeree statunitensi, è stata la United a registrare la performance peggiore: 774 dei suoi voli di linea, pari a circa il 26% del totale, sono stati lasciati a terra, mentre altri 1.226, pari a circa il 41%, hanno subito ritardi. Non ha fatto molto meglio la Republic Airways – che spesso opera collegamenti per American Airlines, Delta e United – che ha dovuto cancellare il 39% dei suoi voli (379),
La colpa, come si accennava, è soprattutto delle forti tempeste che si sono abbattute su diverse regioni della nazione, tra cui il Mid-Atlantic e porzioni del Nord-Est. Ma non è solo il meteo il problema. Le torri di controllo aereo della FAA sono infatti a corto di personale, laddove le compagnie aeree statunitensi stanno operando a pieno regime a numeri perfino superiori al pre-Covid.
In un messaggio ai dipendenti, il CEO della United Airlines Scott Kirby ha così additato la colpa dei disservizi delle scorse ore alla FAA che “ci ha deluso” a causa della “della carenza di personale e della poca esperienza”. “Per essere onesti, non è colpa dell’attuale dirigenza della FAA”, ha chiarito Kirby, ma ha aggiunto che “è loro responsabilità risolvere il problema che hanno ereditato”.
Intanto il turismo negli USA sembra essere già decollato alla grande: venerdì (fine settimana precedente il 4 luglio) sono previsti 2,82 milioni di viaggiatori negli aeroporti di tutto il Paese, superando sia i 2,79 milioni di passeggeri controllati il 7 luglio 2019, sia il record post-pandemia stabilito il 16 giugno.