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Arredare casa a costo 0: a New York si può grazie a “Stooping”

Il ripescaggio di mobili usati è un’antica tradizione cittadina

Flaminia BondibyFlaminia Bondi
Arredare casa a costo 0: a New York si può grazie a “Stooping”

Sedia e divano abbandonati a New York - Courtesy of Stooping NYC

Time: 3 mins read

È capitato a tutti, almeno una volta, di imbattersi in un mobile ancora in perfette condizioni abbandonato accanto a un cassonetto. Quanti di voi se lo sono portato a casa? Molti più di quanti sono disposti ad ammetterlo. A New York, si fa da sempre e senza tabù.

Su Instagram, un account chiamato “StoopingNYC” è perfino riuscito a trasformare la serendipità dell’incontro in una caccia al tesoro programmata. L’account, creato e gestito da una giovane coppia residente a Brooklyn, pubblica regolarmente foto di mobili e oggetti lasciati per strada, con la descrizione e l’indirizzo esatto in cui ritrovarli. Che si tratti di un set di chitarre elettriche, un tavolo da biliardo o un divano anni ’70, una volta pubblicata la foto si fa a gara a chi riesce per primo a portarsi a casa l’ambito articolo.

“Non abbiamo inventato niente di nuovo” – commenta la coppia, che vuole rimanere anonima – “stiamo solo attingendo a qualcosa che esiste da sempre, rendendolo solo più divertente e accessibile alle persone”. I newyorkesi lo sanno, la città è un mercato delle pulci a cielo aperto e il ripescaggio di mobili usati un’antica tradizione. Julia Dennison, redattrice newyorkese per il sito Parents.com e avida follower dell’account, se lo ricorda bene: “da bambina, ci sfidavamo di continuo in famiglia a chi trovava i mobili più belli”.

Courtesy of Stooping NYC

Alla ricerca di preziosi cimeli sui marciapiedi della Grande Mela non è insolito trovare anche scenografi e designer, che li usano per riempire i magici palcoscenici di Broadway. In una metropoli caratterizzata dal continuo traslocare dei suoi abitanti –  perennemente in affitto o in cerca di nuove opportunità altrove – lasciare e recuperare mobili gratuitamente e a pochi passi dalla propria dimora è diventato col tempo un rito di passaggio dove la convenienza è la vera moneta di scambio tra chi parte e chi arriva.

Se prima però si era più reticenti nello svelare l’origine di alcune componenti del proprio arredamento, in particolare a causa delle frequenti infestazioni delle cimici dei letti all’inizio del XXIesimo secolo, oggi StoopingNYC ha reso le conquiste di strada nuovo motivo di orgoglio. L’account, seguito da più di 427 000 persone che lo sfogliano come un catalogo dell’Ikea, riceve ogni giorno centinaia di segnalazioni con foto scattate da passanti entusiasti nel sostenere l’iniziativa. Tra i followers, anche l’attrice Sarah Jessica Parker, che è già stata “taggata” ironicamente sulla foto di una ritrovata poltrona a forma di tacco a spillo. La coppia si dice contenta e allo stesso tempo terrorizzata da tanto successo.

Courtesy of Stooping NYC

“Ci sentiamo sotto pressione” confessano entrambi. “Riceviamo addirittura messaggi da persone fuori NYC che ci chiedono quale sia il giorno migliore per fare conquiste perché vorrebbero venire affittando un furgone!” Per i più curiosi si tratta soprattutto di una finestra sullo stile di vita newyorkese, attraverso gli oggetti che i residenti lasciano ai piedi dei loro appartamenti. “I mobili sono come i vestiti”- afferma Julia – “possono rivelare molto sulla vita di una persona”. L’account non si limita solo a condividere pezzi di arredo abbandonati, ma ne mostra il percorso, dalla strada fino alle case dei nuovi proprietari, con tanto di foto che li ritraggono ripuliti e a volte ristrutturati. Scoprire le storie che si celano dietro ogni “recupero” e contemplarne il lieto fine è, secondo la coppia, una delle maggiori attrazioni di StoopingNYC.

“I followers si riconoscono in quelle storie”, spiegano entrambi, “si ricordano di quei mobili caricati sulle spalle per tre isolati fino a un’appartamento vuoto, dell’emozione di un nuovo inizio”. Si è così formata una comunità di stoopers, che ha funto da antidoto contro la solitudine nei primi mesi di lockdown dovuti alla pandemia, rendendo le passeggiate per il quartiere più divertenti. “Vedevamo interi appartamenti sui marciapiedi” si ricordano gli ideatori dell’account, “sembrava davvero che le persone stessero fuggendo”. Durante la “prima ondata” dell’epidemia sono stati infatti in tanti a lasciare la città per la campagna, o semplicemente a lasciare NYC.

Per molti, come Julia, la crisi ha poi fatto riaffiorare i ricordi dell’11 settembre. “Una cosa che non è cambiata dal 9/11 è come le persone si sono aiutate a vicenda” mi dice commossa. “Quando c’è un trauma, i newyorkesi sono molto bravi a rimanere uniti”. A non cambiare, malgrado le norme di distanziamento sociale, è stato inoltre il tempo che i residenti hanno trascorso chiacchierando sulle scalinate dei loro appartamenti (i famosi “stoops”, da dove StoopingNYC prende il nome), storici palcoscenici non solo del riciclaggio della mobilia ma anche delle interazioni tra vicini. Un’altra tradizione, secondo lei, antica quasi quanto il loro panino bacon, uova e formaggio!

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Flaminia Bondi

Flaminia Bondi

Nata a Roma, ha lasciato la città eterna a 17 anni per conseguire la laurea in Scienze politiche tra Francia e Canada. Dopo essersi interessata alle nuove sfide del giornalismo nell'era digitale durante la specializzazione, si trasferisce a New York per lavorare come multimedia e video producer alle Nazioni Unite. Fin da piccola, una grande passione per il racconto e la fotografia. Oggi l'avete probabilmente vista con la macchina fotografica in mano girovagare per le strade di New York, dove lavora come giornalista freelance. O in qualche Jazz club. Born in Rome, she left the eternal city at seventeen to study Political Science between France and Canada. After focusing on media strategies and journalism in the digital age during her Master, she moved to New York to work as a video and multimedia producer for the United Nations. Passionate about storytelling since she was a child, today you can probably spot her, camera in hand, wandering the streets of New York, where she works as a freelance journalist. Jazz is what keeps her going.

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