Quanta Italia c’è allo New York Stock Exchange quando arriva il Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Il tricolore sventola fuori dall’edificio sotto lo sguardo della bambina in bronzo di Kristen Visbal, in una mattinata organizzata dal Gruppo Esponenti Italiani durante la quale Tajani ha ricevuto il prestigioso GEI Award alla presenza dell’Ambasciatrice a Washington Mariangela Zappia, l’Ambasciatore alle Nazioni Unite Maurizio Massari e il Console Generale a New York Fabrizio Di Michele.
Prima dei saluti di rito, il ministro ha incontrato il vicepresidente della Borsa John Tuttle, firmando il libro degli ospiti e ricevendo un dono commemorativo.
A Wall Street, in un botta e risposta con il Presidente del GEI Mario Platero, si è parlato tanto di Ucraina. La minaccia di Putin dell’uso di armi nucleari, quantomeno tattiche, viene considerata dal governo italiano come una provocazione. Una mossa strategica che, se fosse portata avanti, sarebbe “un enorme errore”.
Il ministro ha poi ribadito la posizione dell’Italia nello scacchiere internazionale, specificando però di essere “non contro la Russia, ma contro Putin: siamo contro il suo regime”. Per raggiungere la pace, però, serve difendere l’indipendenza del Paese invaso, l’Ucraina: senza questa condizione manca il principio sul quale costruire qualsiasi tipo di trattativa. Una sottolineatura fondamentale dopo le parole di Silvio Berlusconi contro l’operato del presidente Zelensky. “Nessuno sgretolamento sul sostegno a Kiev – ha ribadito Tajani – Berlusconi, Forza Italia e governo sono schierati dalla parte della libertà e del diritto internazionale. Berlusconi ha dimostrato con tutti i voti di aver condannato la Russia, compreso quello alla durissima risoluzione dell’Unione Europea contro Mosca”.

Grande spazio agli Stati Uniti, con Tajani che ha sottolineato come le relazioni transatlantiche siano “tra le più importanti per noi. Soprattutto ora, perché dobbiamo difendere i nostri valori, la democrazia e i diritti umani”.
Partnership con gli USA che abbraccia anche l’economia, con l’Italia che “vuole continuare ad essere presente qui sul territorio e fare business con le sue imprese. A Monaco ho parlato con la rappresentante per il commercio Usa Katherine Tai: c’è un forte impegno italiano per guardare cosa si può fare insieme sul fronte industriale e sulle materie prime, prestando attenzione al Sud America e all’Africa. Anche lì è importante che ci sia una presenza che permetta alle nostre imprese di competere. Le materie prime e le terre rare sono controllate dai cinesi”.
E infatti anche di Cina Tajani ha dovuto parlare. Innanzitutto perché Pechino, grazie al suo stretto dialogo con la Russia, è in grado di assumere un ruolo di primo piano nei tentativi di risoluzione del conflitto in Ucraina.
“Ai cinesi – ha raccontato il Ministro – il presidente della Repubblica ed io abbiamo chiesto di lavorare per la pace e per trovare un accordo che permetta alla Russia di ritirare le proprie truppe. Noi stiamo facendo il nostro dovere per la difesa dei valori, dei diritti, dei confini e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, ma stiamo anche lavorando perché si possa trovare un accordo di pace”.
Spazio infine anche all’ambiente, con Tajani che ha valutato la decisione dell’Unione Europea sulle auto elettriche un “grande errore”. “Ovviamente la strada è andare verso i veicoli elettrici, ma passo dopo passo. Il 2035 è una linea rossa troppo complicata per il nostro settore automobilistico. La nostra proposta è di non fermare al 100% le emissioni, ma al 90% e tenere solo il 10% per le auto non elettriche”.