Non ce l’ha fatta “Flamingo”: dopo una settimana di inenarrabili sofferenze, quello che negli ultimi giorni è diventato il piccione più famoso di New York è spirato lunedì notte a causa delle tossine che gli hanno provocato difficoltà arespirare, trattenere il calore ed espellere l’umidità.
Tutta colpa di quell’insolito colorito rosa, chiaramente innaturale per i piccioni. Gli esperti credono che dietro l’ignobile sorte di Flamingo ci sia lo zampino di qualche ignoto (umano), che avrebbe colorato il volatile di rosa con della tintura per capelli così da renderlo il protagonista di un gender reveal preannunciante l’imminente nascita di una femminuccia.
A dargli il nome erano stati i volontari e i veterinari che avevano cercato di metterlo in salvo dopo averlo trovato agonizzante, all’inizio della scorsa settimana, all’interno del Madison Square Garden di Manhattan. Flamingo era praticamente in fin di vita e vomitava in continuazione, e per questo motivo i veterinari gli avevano fornito artificialmente calore, ossigeno e fluidi sottocutanei – sperando che una volta rinvigorito potesse essere sottoposto a un intervento di rimozione del colore.
Nulla da fare, le condizioni del volatile erano troppo gravi per salvarlo. Ad annunciarne il decesso – avvenuto lunedì notte – è stato il Wild Bird Fund, la struttura che sta assistendo il volatile: “Nonostante i nostri migliori sforzi per ridurre i fumi della tintura, mantenendolo calmo e stabile, è morto nella notte. Crediamo che la sua morte sia stata causata dall’inalazione delle tossine.”
E così Flamingo ha spiccato il suo ultimo e metaforico volo.
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