Doveva essere una magica serata pre-natalizia per Kelly Conlon, un’avvocata di 44 anni che lo scorso mese stava accompagnando la figlioletta di 9 anni e un nutrito gruppo di Girl Scout allo show delle Rockettes in programma al Radio City Musical Hall di Manhattan. E invece si è trasformata in un incubo orwelliano.
Come? La tecnologia di riconoscimento facciale del celebre teatro newyorkese ha identificato il volto della legale e ha rilevato che la donna del New Jersey lavora per uno studio che ha recentemente intentato causa contro James Dolan, amministratore delegato del Madison Square Garden (che include anche il Radio City Music Hall).
Agendo a mo’ di satrapo, infatti, Dolan ha deciso di vietare l’ingresso a chiunque sia in qualsiasi modo inviso a lui personalmente o ad una delle sue attività imprenditoriali – che comprendono i New York Knicks di basket, i New York Rangers di hockey, il già menzionato Radio City, il Madison Square Garden e diversi ristoranti sparsi per la città.
La tecnologia di riconoscimento facciale dell’azienda, come è stato dettagliatamente descritto dal New York Times nel 2018, impiega un algoritmo che confronta le immagini catturate dalla fotocamera con un database di foto relative ai componenti della ‘lista nera’ di persone da non far entrare. Ed effettivamente Conlon lavora per lo studio legale Davis, Saperstein e Salomon – che ha sede a Teaneck, nel New Jersey, ed è specializzato in lesioni personali -, che rappresenta una persona che ha recentemente fatto causa contro un ristorante di proprietà della MSG Entertainment.
Conlon, però, non lavora direttamente al caso, e non è nemmeno abilitata ad esercitare la professione forense a New York. Eppure, anche lei è finita sotto la scure di Dolan. Non sembra peraltro essere l’unica: anche Nicole Landi, una collega dello studio Burns & Harris di Manhattan, è stata allontanata dallo spettacolo Merry Christmas to All Show di Mariah Carey al Madison Square Garden per motivi analoghi, mentre altri cinque avvocati dello studio Greenberg Law PC sostengono di essere stati avvertiti di non accedere alle strutture di proprietà del MSG.

ANSA/EPA/JUSTIN LANE
Nell’imponente sala d’ingresso, i visitatori del Radio City vengono informati da un cartello del fatto che la struttura utilizza una tecnologia di riconoscimento facciale con “informazioni biometriche di identificazione” allo scopo di “proteggere sia i visitatori che il personale”.
Quale minaccia alla sicurezza rappresentava la giovane avvocata, però, se lo chiedono in molti. La donna ha raccontato di essere stata costretta a rimanere per 90 minuti sotto la pioggia all’esterno, mentre la figlioletta di 9 anni si godeva lo spettacolo all’interno con il resto delle bambine.
“MSG ha istituito una politica chiara che impedisce agli avvocati degli studi che stanno portando avanti contenziosi contro la Società di partecipare ai nostri eventi fino a quando il contenzioso non sarà stato risolto. Pur comprendendo che questa politica sia motivo di disappunto per alcuni, non possiamo ignorare il fatto che le controversie legali creano un ambiente intrinsecamente conflittuale”, ha risposto – cinicamente – la società in una dichiarazione al New York Post.