Tutto è cominciato in un freddo dicembre del 1931. La Grande Depressione ghiacciava i cuori più della neve e del vento rigido e gli operai che da un anno lavoravano alla costruzione del più grande complesso privato mai eretto in città, grazie ai fondi del magnate John D. Rockefeller, decisero di mettere da parte qualcosa per comprare un piccolo albero di 6 metri da mettere al centro della piazza e ornare con ghirlande fatte a mano e piccoli addobbi artigianali. Poi si misero in fila per ricevere la paga e ringraziare il Natale della fortuna di avere un salario.

L’albero divenne un rito annuale, si addobbò di più luci, divenne più grande. Oggi è il simbolo mondiale del Natale e quello di quest’anno è straordinariamente grande e bello. Perché vuole festeggiare il ritorno alla vita, dopo anni di paura pandemica, e seppure il covid non sia passato del tutto, è aumentata la voglia di festeggiare. E allora un abete meraviglioso di 90 anni, quanti la tradizione del Rockefeller Center, è stato trasportato da Queensbury, nello stato di New York, fin nella piazza ed eretto con i suoi 25 metri di altezza e 14 tonnellate di peso. Il diametro dei rami è di 15 metri e ci sono volute 50mila luci colorate per illuminarlo, e c’è voluta una stella grandiosa, disegnata dalla archistar Daniel Liebeskind, pesante 400 kg, con 3 milioni di cristalli Swarowski, per illuminare il percorso dei milioni di turisti newyorkesi.
E iniziamo con l’albero del Rockefeller Center il percorso attraverso le luci del Natale di questa città con le foto di Terry W. Sanders.

Washington Square
Un po’ più a sud nel cuore del Village l’albero incorniciato dal Washington Square Arch è alto “solo” 14 metri, ma la sua comparsa nella piazza è più antica. La tradizione del Christmas Tree risale al 1924, quando fu decorato e illuminato e infine piantato nel parco. Da allora si cantano le Christmas Carols in piazza, quest’anno domenica 24 dicembre alle 5 del pomeriggio il Rob Susman Quartet eseguirà una selezione di canzoni di Natale.

Gramercy Park
E’ uno dei pochi parchi privati della città, ci si entra solo con la chiave e di chiavi ce ne sono solo 380, preziosissime, passate da un proprietario di casa sulla piazza all’altro. Ma la sera di Natale il giardino viene aperto al pubblico e tutti possono godere dell’albero e delle luci.

Lo spettacolo più stupefacente di tutti però sono le vetrine dei grandi magazzini. Sono rimasti in pochi a sostenere la spesa e l’impresa di inventare scene fantasmagoriche per la meraviglia di piccoli e grandi nei loro spazi esterni. Da Saks a Bergdorf Goodman, da Bloomingdale’s a Macy’s.
Saks
Il grande magazzino creato a inizio secolo da Horace Saks quest’anno ha superato se stesso. Ha chiuso al traffico la Fifth Avenue nel tratto fra 49th e 50th street per l’accensione delle 600mila luci sulla facciata del palazzo neoclassico, sincronizzate con la musica di Elton John, perché proprio la star inglese ha inaugurato lo spettacolo, suonando e cantando in mezzo alla strada su un magnifico pianoforte a coda trasportato lì per l’occasione. Lo show di luci durerà fino al 4 gennaio 2023.


Macy’s
Il cerbiatto blu sulla facciata di Macy’s ha debuttato lo scorso anno ed è stato riproposto insieme alle vetrine a tema che quest’anno vedono scoiattoli apparire da alberi di Natale e Orsi polari riscaldati da maglioni colorati.

Bergdorf Goodman
Le vetrine di Bergdorf Goodman sono il risultato del lavoro di un centinaio di persone che per un anno studiano il tema, i disegni, i materiali. Quest’anno il motivo è “la magia del fare” e appaia arti e artigianati a stilisti famosi. Un “delirio estetico” lo hanno definito i realizzatori, da tornare a vedere più volte per apprezzarne tutti i dettagli.

Hudson Yards
E’ una relativa novità nel panorama delle luci del Natale a New York, ma proprio perché Hudson Yards è più giovane non vuole essere meno brillante. Anzi. Sono state impiegate più di 2 milioni di luci per realizzare lo “Shine On” una istallazione che unisce la musica allo straordinario spettacolo di luminarie.


E ancora, e ancora…. Con gli auguri di buone feste a tutti i lettori de La Voce di New York



