C’è una grande confusione e alcune preoccupazioni sulla sicurezza nei quartieri di New York dopo che grandi e misteriose torri sono emerse improvvisamente nelle strade.
Ecologiche, futuristiche e alte 9 metri, si tratta delle nuove apparecchiature di trasmissione 5G arrivate nella metropoli dopo l’accordo stipulato con CityBridge, il team dietro LinkNYC, che ne installerà più di 2.000, nei prossimi anni. L’obiettivo è di eliminare i “deserti di internet” nelle aree poco servite -Bronx, Brooklyn, Queens, Staten Island e sopra la 96esima strada a Manhattan- e una volta attivate, i residenti avranno accesso alle chiamate digitali, al Wi-Fi ad alta velocità gratuiti, nonché al servizio 5G.
Secondo i funzionari dell’Ufficio per la tecnologia e l’innovazione della città, il 40% delle famiglie di New York non dispone di una combinazione di banda larga domestica e mobile, e il 18% dei residenti – più di 1,5 milioni di persone – non utilizza entrambe. Le torri 5G, così come i cavi in fibra sotterranei, costituiranno un’infrastruttura che i vettori AT&T e Verizon potranno utilizzare per fornire un servizio migliore. “Addio download lenti ad alta latenza grazie all’arrivo di connessioni ultra affidabili”, ha dichiarato Ben Kallos, membro del Consiglio dell’Upper East Side. “New York City è la città più veloce al mondo e se vogliamo mantenere questo titolo, abbiamo bisogno del 5G e ne abbiamo bisogno ora”, ha aggiunto.

Seppure non tutti sono ancora installati, i primi pali “intelligenti”- con esterni in acciaio e avvisi di radiazioni a radiofrequenza- offrono un assaggio di come cambierà il paesaggio urbano, e i cittadini come spesso accade quando qualcosa di nuovo appare nel panorama stradale di New York sono infastiditi. Il sessantenne Marion Little, proprietario di Stripper Stain & Supplies (un negozio di ferramenta aperto da 17 anni), all’angolo tra Putnam e Bedford Avenue, nel quartiere Bedford-Stuyvesant di Brooklyn, dove è apparsa di recente una delle torri futuristiche, dichiara di non aver ricevuto alcun preavviso. “Una mattina ho notato degli operai fuori al negozio, e quando si è materializzata siamo rimasti scioccati perché non avevamo idea di cosa fosse”, racconta. “I residenti della zona sono talmente perplessi che ricevo di continuo e-mail e telefonate per avere delle spiegazioni, ma la risposta è sempre la stessa: non ne ho idea”.
Un’altra delle torri è spuntata a Fort Greene, all’angolo tra Vanderbilt e Myrtle Avenue, sempre vicino a una fermata dell’autobus, la B69. Si eleva accanto a un edificio residenziale di tre piani con un negozio di liquori al piano terra, e Mark Malecki, 26 anni, trasferitosi a New York, a metà ottobre da Richmond, sostiene che la vista dalla finestra della sua camera da letto è ormai ostruita. “È un’iniziativa assurda e sono brutte da guardare”. Diversa l’idea di Walter Cannon, vicepresidente per lo sviluppo commerciale di ZenFi Networks (una società di infrastrutture digitali che ha investito 200 milioni di dollari in CityBridge LLC, il consorzio privato dietro LinkNYC e il suo successore, Link5G), “Dopo averci passeggiato intorno per un giorno o due, si confondono nell’estetica della città”.
La diffusione e la disponibilità di nuove tecnologie sono indispensabili per trasformare New York in una metropoli “intelligente”, contribuendo al raggiungimento di un elevato livello di sviluppo urbano sostenibile e di una qualità di vita migliore per i cittadini. Il 5G è una delle innovazioni tecnologiche più importanti degli ultimi tempi, che consente di scambiarsi dati molto più velocemente su smartphone, computer e numerosi altri dispositivi, oltre che la possibilità di collegarli contemporaneamente. Ma nonostante a detta degli esperti, sia un vero e proprio cambio di paradigma che modificherà radicalmente il mondo delle applicazioni di rete, c’è chi teme che la rivoluzione del 5G possa portare più danni che benefici. La preoccupazione più diffusa tra i newyorkesi è che le frequenze di trasmissione del 5G – o, più precisamente, le onde elettromagnetiche che trasportano le informazioni – possano nuocere alla salute. “Nessuno ci garantisce che sono sicuri”, dice Julie Menin, membro del Consiglio comunale di New York, che ha ottenuto l’approvazione dall’Ufficio per la tecnologia e l’innovazione della città affinché vengano condotti test sulle emissioni delle antenne per garantire la conformità alle normative federali. Fa eco la signora Chelsea, residente alla Gracie Gardens Coorporation, vicino alla East 90th Street dove è spuntato un un nuovo trasmettitore, “È stato installato il 1 ottobre 2022 e si trova a meno di 3 metri dalla scuola materna di mio figlio, che ha cinque mesi. Non mi sento sicura”.

È già parecchio tempo che la scienza indaga gli effetti delle onde elettromagnetiche sulla salute e, in anni di ricerche, gli scienziati non hanno mai trovato prove convincenti per sostenere eventuali legami tra esposizione alle onde radio e malattie, arrivando alla conclusione che i rischi sono estremamente bassi se non assenti. Alex Wyglinski, preside associato degli studi universitari e professore di ingegneria elettrica e informatica al Worcester Polytechnic Institute, spiega che non c’è niente di cui preoccuparsi dato che il 5G è una radiazione non ionizzante, l’estremo opposto dei raggi da cui bisogna proteggersi (come gli ultravioletti e i raggi X). Inoltre l’aspetto che sembra più tranquillizzare è che “le torri installate a New York non possono diffondere energia ovunque. Sono punti iper-focalizzati che andranno direttamente al cellulare”.
Posto quindi che le nuove strutture di trasmissione 5G, ragionevolmente, non costituiscono un vero problema, e che maggiori sono i vantaggi di cui potrà beneficiare la città in vista di un equa distribuzione, “non resta che abituarsi”, sostiene il professore Alex Wyglinski, e proprio come i lampioni e i semafori si integreranno nel paesaggio urbano. Dello stesso parere è Brandon Bonanno, 30 anni, di Tottenville, Staten Island, che spesso si trova a passare davanti a una delle torri incombenti,”Ad essere sincero, non mi disturba. Se ci renderanno la vita un po’ più facile, allora, perché no?”.