Il sistema bancario europeo è solido. Le difficoltà economiche e gli aumenti dei costi energetici sono inevitabili, ma l’Occidente e l’Europa potranno assorbire queste criticità grazie a una flessibilità e una resilienza collaudate in altre crisi.
Di questo ha parlato Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Société Générale ed ex membro del consiglio della Bce, intervenendo a un incontro del Gei (Gruppo Esponenti Italiani) al Knickerbocker Club di New York.
”Forse avremo un inverno più duro del normale – ha detto Bini Smaghi – ma non ho dubbi che l’Europa a fronte dell’attuale guerra aperta dalla Russia contro l’Ucraina e delle conseguenti difficoltà dei costi energetici supererà sia quest’inverno sia, se la guerra dovesse continuare, il prossimo”.
Discorso diverso per la Russia, che si trova di fronte a una “catastrofe economica”. “L’economia russa collasserà e questo crea uno scenario problematico, perché se Putin dovesse cadere non sappiamo chi verrà dopo di lui”.

Nell’incontro, davanti a una platea di banchieri e impreditori italiani, inclusi Andrea Illy e il capo dell’Investment Banking di Unicredit a Milano Richard Burton, oltre che del Console Fabrizio Di Michele, Bini Smaghi ha parlato dei rischi impliciti in un’inflazione in continua ascesa e degli sviluppi che scaturiranno da una politica monetaria fortemente restrittiva sia da parte della Federal Reserve che della Banca Centrale Europea.
Mantenere i tassi di interesse a zero o molto bassi è per il chairman di Société Générale un enorme incentivo a continuare a prendere a prestito e quindi alimentare l’inflazione interna. I tassi non dovrebbero essere più alti dell’inflazione, ma a un livello coerente per contenere gli aumenti dei prezzi.
Il suo pronostico è che presto, a cavallo del primo semestre del 2023, dopo aumenti che porteranno i tassi in Europa attorno al 2,5% e in America attorno al 3,5-4%, potrà esserci una pausa da parte della Fed e della BCE, soprattutto se si cominceranno a vedere segnali di miglioramento dell’inflazione.
“Un rischio di recessione sarà inevitabile – ha concluso – con un brusco rallentamento della crescita e possibilmente un ingresso un periodo recessivo per almeno due o tre trimestri del 2023”.
