Un’analisi di RentCafe prevede che quest’anno negli USA saranno consegnate circa 420.000 unità abitative, che sarebbe il più alto numero registrato a livello nazionale negli ultimi 50 anni. E Dallas, che è stata stabilmente al primo posto per le consegne di appartamenti in ognuno degli ultimi quattro anni, sta progressivamente cedendo il titolo a New York City.
Si stima infatti che quest’anno la Grande Mela consegnerà 28.000 unità, un aumento del 50% rispetto all’anno scorso, che però non fa altro che tamponare una situazione che, secondo uno studio condotto da AKRF, richiederebbe invero la consegna di circa 560.000 unità entro il 2030.
Cambiando stato, secondo il report di metà anno di Berkadia, in South Florida, che negli ultimi due anni ha guidato la nazione riguardo l’aumento dei canoni di locazione, entro la fine dell’anno dovrebbero essere completati più di 15.000 appartamenti (29.000 entro la fine del 2024), con un tasso di assorbimento vicino alle 7.000 unità. Ciò allevierebbe l’aumento degli affitti avvertito lo scorso anno, quando le 13.000 unità completate intaccarono a malapena i 30.600 appartamenti assorbiti dal mercato.
Un aumento dei canoni di locazione che si trova però già in una fase di “pausa”. Come mostrato dai report di Realtor.com, infatti, l’aumento annuale del canone mediano nel sud della Florida è sceso al 57% a marzo, 52% ad aprile, 46% a maggio e al 37% a giugno.
Tra le cause di questa frenata, oltre all’aumento degli appartamenti disponibili sul mercato, ci sarebbe anche il ritorno in ufficio nei propri Stati di provenienza di quelle migliaia di nuovi residenti arrivati nel sud della Florida grazie alla riapertura anticipata dal lockdown del 2020. Una tendenza che avrebbe provocato un rallentamento dell’afflusso di popolazione, influendo sulla riduzione della domanda locativa.
(fonte: therealdeal.com)