Durante le calde giornate estive, non c’è suono cittadino che susciti, a New York, una risposta più incondizionata del jingle dei camioncini di gelati di Mister Softee. Onnipresenti per le strade e quintessenza del cibo economico, anche loro risentono gli effetti delle pressioni inflazionistiche che rosicchiano i profitti e ne minacciano la sopravvivenza (e, forse, l’onnipotenza di quel jingle) – nonostante l’economia newyorkese stia vivendo una fase di lenta ripresa.
Ad impensierire i venditori di gelati sono le oscillazioni dei prezzi delle materie prime e soprattutto i costi di trasporto ed energia. “Possedere un camioncino dei gelati un tempo era redditizio”, ma per alcuni le spese sono diventate insostenibili: il gasolio che alimenta i furgoni ha superato i 7 dollari al gallone, il gelato alla vaniglia costa 13 dollari al gallone e una confezione da 25 libbre di zuccherini costa circa 60 dollari, il doppio di un anno fa.
Molti venditori affermano che la fine dell’era dei camion dei gelati è annunciata. Lo confermano i custodi delle grandi compagnie di parcheggi della città, come Louis Vain, 47 anni, dipendente di Edison Park Fast: “Sono aumentati i depositi dei nuovi furgoncini alimentari, mentre quelli dei gelati diminuiscono e si fermano per soste occasionali”.
Ogni anno, i Mister Softee sparsi per la città contano su un’impennata di clienti che arrivano in primavera, tanto che i rivenditori in genere cercano di guadagnare il più possibile durante i mesi caldi, così da poter tenere chiuso, o limitare le corse, in inverno. Ma, se un tempo i parchi, le piscine e le strade residenziali erano il territorio privilegiato del gelataio, oggi le lunghe file dei clienti sono diventare sempre più rare e l’industria del settore sta subendo un grave crollo economico nel Paese.

Questo porta, sempre più spesso, i proprietari dei camioncini Mister Softee ad aumentare i prezzi per adeguarsi al cambiamento o, per chi non riesce a contenere le perdite, a chiudere l’attività. Secondo Jamie Cabal, venditore di gelati nel Queens, “un cono soft serve arriva a costare ben 8 dollari, alla pari con le gelaterie più sofisticate della città”. “E la capacità di tenere il passo è difficile”, dichiara.
A Lower Manhattan, Ramon Pacheco è alle prese con la decisione di aumentare i prezzi – di 50 centesimi – per tenere conto di alcune delle maggiori uscite quotidiane: come 80 dollari di benzina (15 dollari prima della pandemia) e 40 dollari di gasolio (18 dollari gli anni passati). Ora, paga circa 41 dollari per tre galloni di gelato alla vaniglia, che prima gli costavano 27 dollari. Vende gelati da 28 anni e da quando è scoppiata la pandemia ha notato un calo della domanda. Nel mese di luglio ha guadagnato appena 200 dollari, lavorando per nove ore. E spesso, con i clienti abituali, preferisce vendere i gelati in perdita. “Ho 66 anni e sono stanco”, ha detto il signor Pacheco, “penso di vendere il camion l’anno prossimo”.
Anche se nessuna organizzazione ha dati certi sul numero di camioncini dei gelati che attualmente circolano per le strade di New York, diversi sono i proprietari che confermano di aver deciso di chiudere nei prossimi anni – se le cose non cambieranno. “È orribile”, ha detto il signor Cabal, che è entrato nel business nove anni fa, quando nel 2018 ha venduto la sua casa nel New Jersey per 380.000 dollari, si è trasferito a Hicksville, N.Y., e ha comprato un franchising di Mister Softee.

Nonostante l’economia finanziaria dei camioncini di Mister Softee sia abbastanza semplice, l’inflazione ha fatto lievitare anche il costo dei pezzi di ricambio dei veicoli. “L’anno scorso, quando la macchina per la granita si è rotta, il prezzo per la riparazione era di 1.600 dollari e ho deciso di aspettare”, ha detto Cabal. “Ma qualche mese dopo è quasi raddoppiato, a 3.000 dollari.” Ora la granita è fuori dal menu e il veicolo è fermo nel suo garage.
Ad aggravare poi la situazione c’è anche l’aumento esponenziale dei costi per i permessi e la registrazione della licenza, senza contare la forte concorrenza delle gelaterie, di cui la città abbonda. Il camioncino dei gelati, “purtroppo sta diventando un ricordo del passato”, ha dichiarato Steve Christensen, direttore esecutivo della North American Ice Cream Association.
“Stanno proliferando nuovi metodi di consegna, attraverso applicazioni o cucine fantasma. Le gelaterie in muratura si concentrano sull’offerta di un’esperienza divertente e servono dozzine di gusti in più rispetto ai tradizionali camioncini dei gelati”, ha aggiunto. Gli fa eco il signor Cabal “nonostante le decine di migliaia di dollari che pago ogni anno per il permesso, mi scontro con venditori non autorizzati che vendono frutta, empanadas e gelati. “I prezzi sono talmente bassi che è impossibile competere”.

Il progressivo aumento dei costi della benzina rappresenta un importante fattore di scontento dei venditori che si vedono costretti a ridurre le corse per economizzare i rifornimenti. Specie quando il valore in città è arrivato a cinque dollari a gallone (circa 3,78 litri) – questa settimana è sceso sotto i 4 dollari, tornando ai livelli di marzo. È stata la spesa più scioccante degli ultimi mesi per Andrew Miscioscia, il proprietario di Andy’s Italian Ices NYC, che gestisce tre food trucks per eventi privati di catering e un camioncino itinerante famoso per i dissetanti Water Ice. A giugno ha speso 6.800 dollari solo per la benzina. “Tutti sanno che i nostri gelati sono il paradiso in tazza, ma da quando le vendite sono diminuite, non posso garantire la presenza in molte zone di New York, come nell’Upper West Side”. “Alcune difficoltà sono fuori il mio controllo”.
Lo stesso per Frank Sacchetti Sr. e Frank Sacchetti Jr. – proprietari di una flotta di camioncini di Frosty Ice Cream – che hanno aumentato i prezzi dei gelati dal 20% al 30%. “Siamo stati in grado di gestire le spese, anche quelle della benzina, ma mi domando se questo sarà il futuro”, ha dichiarato Sacchetti Jr.
Tuttavia, l’apparizione di un camioncino dei gelati in una calda giornata estiva rimane un’emozione per molti. “La canzone di Mister Softee è la colonna sonora della mia vita”, ci racconta Rebecca Graham, 33 anni, pianista ed ex dipendente gelataia di Brooklyn. “La canticchio spesso e mio figlio, Timothy, di 4 anni, non smette di ripetere: ‘Ecco che arriva Mister Softee. L’uomo dei gelati. Il gelato sognante per una delizia rinfrescante’”. E quando le chiediamo cosa pensa di un’eventuale sparizione della catena di franchising più popolare del Paese, risponde: “È una notizia che fa un certo effetto. Scongiurare il baratro della stagflazione non sarà facile, ma penso che la vera sfida di New York sia salvare Mister Softee”.