Sette stati degli Usa hanno bandito l’aborto subito dopo la sentenza della Corte Suprema che lo ha abolito a livello federale, altri sette lo faranno nei prossimi trenta giorni, ma New York non è sicuramente uno di questi stati ed era chiarissimo venerdì, quando centinaia di migliaia di newyorkesi sono scesi in piazza per protestare.
Frastornati da una decisione dell’Alta corte che aveva colto tutti di sorpresa, le persone a Union Square inizialmente non erano molte. Poi, con il passare delle ore, le voci di protesta dei newyorkesi si erano fatte progressivamente più forti, fino a quando, la sera, la polizia aveva proceduto con alcuni arresti per condotta insubordinata e blocco volontario del traffico. Erano circa le 11 di sera e gli agenti vicino a Bryant Park avevano messo le manette ai polsi a ventiquattro persone. Ma andiamo con ordine.
Verso le 4 del pomeriggio, era stato organizzato un raduno a Washington Square Park per manifestare opposizione alla decisione della Corte Suprema di rovesciare la legge che per quasi cinque decenni ha sancito a livello federale il diritto delle donne di decidere se interrompere la maternità. Il raduno era iniziato su piccola scala, ma nel giro di due ore si era trasformato in una consistente manifestazione. Tanto che pochi isolati più a nord a Union Square un numero più consistente di manifestanti aveva deciso di mettersi in marcia lungo la Fifth Avenue per raggiungere le persone che stavano manifestando davanti al campus della New York University.

Soltanto una decina di isolati separavano i due raggruppamenti con i manifestanti di Union Square — caratterizzati da cartelli, magliette e cappellini verdi — che mentre si avvicinavano agli altri gruppi di protesta improvvisavano un sit-in sulla Fifth Avenue.
“Overturn Roe? Hell, no” era una delle scritte che i manifestanti sbandieravano, scandendo in coro quelle stesse parole. Oppure “We say no. We say Roe” facendo riferimentemento a Roe Vs. Wade, la sentenza storica della Corte Suprema che nel 1973 sancì il diritto delle donne di decidere se e in quali circostanze personali interromperé la maternità.
Usando un semplice megafono una giovane organizzatrice della manifestazione vestita con una T-shirt rossa aveva guidato verso la Quinta Strada i presenti. Erano prevalentemente donne e studenti con una notevole presenza di ragazze ispaniche e donne afro-americane. Ma i partecipanti erano alquanto differenziati con persone di tutte le età e background culturale e razziale, persone che avevano risposto all’appello di RiseUp4AbortionRights, organizzatori della marcia.
Qua e là ancora si vedevano persone con parte del volto coperto da maschera protettiva, un segnale che a New York c’è ancora molta cautela per quanto riguarda il Covid. Una concentrazione di persone come quella di venerdì era dunque motivo di apprensione per molti.

Al grido di “The people united will never be divided” i manifestanti avevano incominciato a sfilare giù per la Quinta Strada in modo pacifico e ordinato. Benchè il traffico fosse completamente bloccato lungo una delle più importanti arterie della città, automobilisti e pedoni sembravano accettare questo disagio, consapevoli che fosse un’espressione dei sentimenti dei newyorkesi a favore della libertà di scelta. Neppure il sit-in spontaneo che era avvenuto qualche isolato più in giù aveva causato particolari ripercussioni.
I manifestati avevano poi ripreso a marciare, questa volta spostandosi verso nord in direzione della centralissima Times Square. Avevano dunque preso possesso in massa delle Avenue raggiungendo Grande Central e Bryant Park, dietro alla biblioteca pubblica di New York. È stato qui che il clima pacifico della manifestazione si era trasformato in uno scontro più teso che aveva costretto gli agenti di polizia ad intervenire. Alcuni manifestati avevano ignorato gli ordini dei poliziotti di non bloccare il traffico lungo la Quarantudesima Strada e gli agenti del NYPD non avevano avuto altra scelta che procedere con una serie di arresti.
La serata si era conclusa con un appuntamento a Union Square per la mattina successiva per riprendere le proteste. Il clima a New York é stato naturalmente del tutto diverso da quello che si respirava negli stati Usa favorevoli alla nuova decisione della Corte Suprema. Si tratta di stati a guida repubblicana che avevano già varato restrizioni durissime sull’interruzione della gravidanza, ma sono in tutto 26 quelli in cui l’aborto potrebbe essere bandito per sempre.