È un enigma. Nessuno sa con certezza perché i delfini vengono avvistati con maggiore frequenza e per periodi più lunghi nel porto di New York e nelle sue vicinanze. Attratti dal gigantesco estuario dove le maree salate dell’oceano si mescolano con l’acqua dolce del fiume Hudson, anche quest’anno non si sono lasciati intimorire dall’uomo e fanno capolino.
“Abbiamo registrato un aumento degli avvistamenti”, ha detto Maxine Montello, funzionaria del New York Marine Rescue Center. “È una gioia vederli, nonostante la preoccupazione per la sovrapposizione con le attività umane e le risorse condivise”. “In particolare durante i mesi estivi, quando un maggior numero di imbarcazioni turistiche e da diporto solcano le acque trafficate. Anche se, grazie al lavoro del Clean Water Act e del Marine Mammal Protection Act, sono più protetti”. E aggiunge, “molti newyorkesi sono diventati degli osservatori accidentali (negli ultimi anni per sfuggire dalla pandemia hanno affollato banchine, moli e i luoghi di pesca) e questo li ha resi decisamente più consapevoli”.
La rinascita dei delfini intorno alla metropoli di New York – che ha la costa più sviluppata della nazione – è in netto contrasto rispetto i tristi periodi di malattie e mortalità che hanno periodicamente afflitto le acque della East Coast. Nel 2013, frotte di carcasse di delfini sono state portate a riva prima nel New Jersey e poi in Virginia, Caroline, Georgia e Florida, patria invernale di questi mammiferi. Molti dei corpi caddero in mare, gravemente deteriorati ed il sospetto era che si trattasse di un virus mortale. “Anche nel 2022, abbiamo soccorso alcuni delfini spiaggiati a New York”, precisa Maxine.

Ma, per comprendere meglio il perché, questi animali marini migratori, sono avidi visitatori della Grande Mela e le minacce che mettono in pericolo la loro popolazione, sei scienziati della Wildlife Conservation Society, tra cui il dottor Howard C. Rosenbaum, hanno di recente studiato il comportamento e i luoghi di ritrovo dei delfini nel porto di New York e nelle sue vicinanze. Il team si è concentrato sui delfini tursiopi, famosi per i loro ampi sorrisi e i salti energici. Ogni anno, queste creature altamente intelligenti, tornano nelle acque attraversate dall’uomo e utilizzano le onde sonore per comunicare e cacciare il cibo.
Sarah G. Trabue, ricercatrice della Wildlife Conservation Society, ha guidato lo studio, e dopo due anni di navigazione in barca, lanci di microfoni subacquei e preziose registrazioni, ci racconta quanto sia sorprendente l’aumento dei delfini tursiopi nelle acque di New York. Diverse sono le ipotesi -e non si escludono a vicenda- sul perché sembrano essere sempre più numerosi: sicuramente i recenti sforzi per ripristinare la qualità dell’habitat del porto -le normative ambientali più severe, come il Clean Water Act- hanno reso l’area appetibile, così come le temperature delle acque più calde a causa dei cambiamenti climatici. Ma, la forte ripresa del Menhaden atlantico nelle acque della costa -pesce foraggio piccolo e argenteo; importante preda per molte specie marine, tra cui i delfini- potrebbe essere il fattore che maggiormente li attrae.
“Rimane tra le possibili spiegazioni”, spiega Sarah G. Trabue. I tursiopi mangiano fino a 20 libbre al giorno di pesce, sono generalisti, quindi non è escluso che si nutrono di più specie. “Nel nostro studio non abbiamo analizzato, in quest’area, il contenuto del loro stomaco, ma non escludo ricerche future per avere un’idea più precisa della composizione della loro dieta”. E aggiunge, “Il dato sicuro è un foraggiamento più favorevole e di conseguenza le loro comparse a sorpresa”.
I newyorkesi avvistano con molta frequenza i delfini nell’East River, che separa Manhattan da Brooklyn e il Queens. L’anno scorso una coppia è comparsa nelle acque al largo di Greenpoint, a Brooklyn, suscitando ilarità tra gli spettatori, ma soprattutto degli scienziati. I tursiopi che si trovano al largo delle coste di New York appartengono a una popolazione migratoria che utilizza queste acque stagionalmente, da aprile a ottobre, circa ogni anno. Periodo in cui l’attività predatoria dei delfini è più o meno intensa, a seconda delle sedi.
Uno degli aspetti del loro comportamento è la ecolocalizzazione, ovvero l’uso di suoni – i bisonar – con cui navigano nel mare ed è fonte di rilevanti analisi. Gli studiosi hanno scoperto che i tursiopi sono in grado di emettere una rapida serie di clic noti come ronzii di alimentazione che li aiutano a rintracciare le prede. Dal 2018 al 2020, il team ha installato microfoni e registratori subacquei in sei località al largo di Brooklyn, Queens, Staten Island e New Jersey, per ascoltarli. Un sensore è stato posizionato vicino a una struttura artificiale nota come Rockaway Reef, un punto di avvistamento a circa due miglia a sud di Rockaway Beach, nel Queens. Più vicino a Manhattan, nella Upper Bay al largo di Brooklyn, ne è stato installato un altro, in un’area ad alto traffico marittimo. L’obiettivo generale era quello di documentare quando e dove i delfini si nutrivano.
Il team ha riscontrato che l’attività predatoria dei delfini è massima nella Lower Bay, al largo di Staten Island, in particolare vicino all’ingresso del porto esterno di New York e alla foce dell’estuario, che si estende per cinque miglia tra Sandy Hook, nel New Jersey, e Breezy Point, nel Queens. Livelli meno intensi sono stati riscontrati nel sito di Upper Bay. “La caccia, secondo i nostri studi, ha raggiunto il picco dalla fine dell’estate all’autunno”, dice Sarah G. Trabue. Le registrazioni sono state recuperate, scaricate e passate attraverso PAMGuard, un software che rileva i suoni emessi dai delfini. “Abbiamo scoperto che quando i clic diventano più ravvicinati e suonano come un ronzio significa che il delfino sta foraggiando e di lì a breve mangerà il suo prossimo pasto”.
I delfini sono animali sociali (si spostano a branchi composti da 15 a 600 esemplari), il gioco è una componente molto importante del loro comportamento, e sono proprio queste le ragioni per cui gli umani li amano. Ma, gli studiosi hanno notato che nei luoghi -come il ponte di Verrazano, sul lato di Brooklyn- più esposti al traffico navale, i tursiopi tendono ad essere silenziosi, per difendersi. “È inevitabile l’interazione con l’uomo, ma la condivisione delle stesse acque è fonte di preoccupazione”, hanno scritto gli autori all’inizio di questo mese in una rivista di ecologia marina.
Nell’estuario del porto di New York-New Jersey, i tursiopi sono esposti a diversi fattori di stress, tra cui il traffico navale e i potenziali impatti associati alle future costruzioni offshore per la realizzazione di turbine eoliche. “Per gestire meglio il potenziale conflitto tra uomo e fauna selvatica sono necessarie ricerche sempre più mirate su questa popolazione, poco studiata”. Lo conferma, la stessa Trabue: “per ridurre al minimo i danni e proteggerli, è fondamentale verificare come navigano nei corsi d’acqua altamente urbanizzati di New York”. I risultati sono la bussola da seguire per incrementare le misure di mitigazione e gli sforzi di conservazione. “L’uomo deve essere educato a coabitare e rispettare questi miracolosi animali”.

“Tra le cause – dice Maxine Montello- dell’aumento dei delfini morti e degli spiaggiamenti di animali vivi, non sono da escludere le guide più o meno prudenti delle barche”. “Per capire cosa sta succedendo sono necessarie indagini che comprendano le necropie e studi dettagliati sugli animali colpiti e del loro ambiente acquatico”. Quando le chiediamo quanto è impegnativa la riabilitazione dei delfini per il centro di soccorso, ci spiega che “è estremamente costosa e prevede un minimo di sei membri del personale per ogni delfino e un’enorme quantità di risorse”.
Ad ogni modo, il dato certo è che nella nuova normalità della città vivono i tursiopi e le orecchie subacquee hanno fatto un ottimo lavoro oltre a fornire una grande quantità di informazioni. Sebbene ci siano ancora alcune lacune da colmare, “soprattutto per quanto riguarda la ricerca di possibili collegamenti tra l’attività umana e i modelli di foraggiamento nelle ore diurne”, gli studiosi si ritengono soddisfatti.
È ancora presto per capire l’andamento dei prossimi mesi, non si sono registrati picchi di avvistamenti, ma la stagione è appena iniziata. “Se durante l’estate vedete un mammifero marino spiaggiato, chiamate il numero verde (631-369-9829) del NY Marine Rescue Center, disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7; tenetevi a distanza dall’animale e aspettate l’arrivo di un esperto sul posto”, si raccomanda la Direttrice del programma di salvataggio Maxine Montello. D’altronde, il rispetto e la salvaguardia dei delfini newyorkesi nasce proprio da comportamenti corretti e responsabili.
