“Il Summer Fancy Food Show ha rappresentanto un punto di partenza, non di arrivo. Ha consentito di gettare basi importanti, di intrecciare rapporti interessanti e di capire meglio il mercato della industria cioccolatiera Americano caratterizzato dalla curiosità, modernità, competitività e dall’innovazione. Insomma, stimoli costanti”.
Un’esperienza coinvolgente e senza filtri quella vissuta da Guido Gobino, il re del cioccolato di Torino, protagonista del Summer Fancy Food Show di New York. Si tratta del più grande evento commerciale del North America dedicato all’agroalimentare, che ha visto l’Italia, ancora una volta, essere designato quale Paese partner.
Il riconoscimento è sinonimo di stima verso il mondo del food targato made in Italy ed è stato attribuito dalla Specialty Food Association, associazione no-profit, proprietaria e produttrice della Fiera che conta oltre tremila membri negli Stati Uniti e all’estero.

Dopo la parentesi legata alla pandemia e alle restrizioni causate dal Covid, Gobino insieme a suo figlio Pietro torna a New York mettendosi in gioco, pronto a far tesoro della nuova esperienza e aprendo uno spaccato del business e dell’industria, italiana e americana, molto interessante.
“Dico subito: rimbocchiamochi le maniche, siamo appena arrivati. Dobbiamo continuare nel solco tracciato negli anni, prima da mio padre Giuseppe, poi da me, lavorando sull’eccellenza. E sulla fantasia. Caratteristiche che contraddistinguono la nostra arte cioccolatiera. Dobbiamo misurarci con mercati nuovi dove c’è tanta competitività: dobbiamo riuscire ad interessare”, spiega il maître chocolatier.
Ma come si potrebbe riassumere questa esperienza Americana?
“Il mercato è grande, ricettivo, competitivo, e noi dobbiamo giocarcela facendo tutti gli sforzi possibili per far passare il messaggio che la qualità e l’eccellenza sono vincenti”, spiega.
Dopo la Grande Mela, tocca a Boston e Denver: il maestro torinese è alla conquista dell’America.
“Più che conquista dell’America, parlerei di un nuovo modo di comunicare la qualità del cioccolato. Un nuovo modo significa, con umiltà, farsi conoscere”. E le tappe negli Usa consentiranno di gettare ulteriormente le basi per nuovi e duraturi rapporti di collaborazione. E magari, perché no, per assistere al taglio del nastro di una bottega propria.

“Per adesso no. È presto. New York è una città straordinaria, ma tutto si deve fare per gradi. I traguardi si raggiungono un passo per volta, siamo piccolini e ci stiamo facendo conoscere gradualmente, anche attraverso nicchie di mercato. Questa esperienza, vissuta con mio figlio, ha rafforzato la convinzione in me che la tradizione, quindi le radici, sono fondamentali. Per fare innovazione devi sapere da dove sei partito. Io ripeto spesso che non si inventa nulla, dobbiamo solo modificare e migliorare”.
Passo dopo passo sembra il leitmotive che ha consentito a Gobino di raggiungere mete di spessore. Nel 2019 ha stretto un accordo con un altro re, Giorgio Armani, firmando la collezione di cioccolatini distribuiti nei Caffè e ristoranti dello stilista. Prima ancora ha chiuso una collaborazione con l’Agenzia spaziale europea, rifornendo di cioccolatini gli astronauti Luca Parmitano e Paolo Nespoli una volta in orbita.
il segreto sembra dunque essere la tradizione che punta sulle materie prime, rigorosamente genuine. Come il cacao che la bottega torinese riceve dall’America del sud.
“A causa della pandemia e delle restrizioni abbiamo avuto inizialmente delle difficoltà, come è facile immaginare. Ora, tutto si è sbloccato, ma le impennate dei prezzi relative ai trasporti non stanno migliorando il mercato”.
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