La galleria itinerante degli artisti contemporanei di Frieze ha appena terminato la sua edizione di New York, capitale internazionale e melting pot per eccellenza.
Non esiste posto migliore in cui, per gli ultimi dieci anni, l’azienda avrebbe potuto riunire opere, gallerie e artisti provenienti dai cinque continenti.

Frieze, società fondata da Tom Gidley, Matthew Slotover e Amanda Sharp nel 1991, si occupa di eventi e comunicazione ed organizza mostre d’arte contemporanea in diverse città. La prima è stata Londra, nel 2003, alla quale si sono poi aggiunte New York, Los Angeles e, a partire da questo autunno, anche Seoul.
Per celebrare dieci anni di presenza a New York, con i traguardi soddisfacenti che ne sono conseguiti nel mondo dell’arte internazionale, Frieze ha ospitato dal 18 al 22 maggio una fiera dedicata alla presentazione di diverse attività creative ideate da talenti poliedrici. La fiera ha seguito un programma curato ad hoc, che ha messo in risalto le istituzioni non-profit capaci di plasmare la città e il suo ampio panorama artistico.

A fare da palcoscenico all’iniziativa è stato il modernissimo edificio The Shed, ad Hudson Yards, nel cuore di Manhattan. Con Deutsche Bank come partner, quest’anno Frieze ha voluto offrire uno spazio interattivo e ampio a più di 65 artisti, provenienti da tutte le parti del mondo. Fra quelli le cui opere sono state presenti alla mostra, risaltano i brasiliani Paulo Nazareth e Rebecca Sharp, il pittore d’origine iraniana Manoucher Yektai, gli europei Karlo Kachareva, Mai-Thu Perret, Esther Schipper e Simon Fujiwara, e gli americani Anne Buckwalter e Gordon Parks.

Quest’anno, Frieze ha avuto a che fare con magnati del commercio d’arte del livello di David Zwirner e Hauser & Wirth. Come spiega Angelica Villa di ARTNews, è probabile che queste vendite non siano state tanto esclusive o di alto livello quanto quelle del mese prossimo all’Art Basel, in Svizzera. Ciò non toglie, però, che i prezzi delle opere scelte per New York abbiano raggiunto le “six figures”, superando il milione. Fra le gallerie che hanno messo in vendita le loro opere durante la fiera ci sono state la Lubov di New York, con le sculture di Marsha Pels, l’italiano Massimo de Carlo, con i lavori di McArthur Binion, e la Gallery Hyundai di Seoul, con i dipinti ad inchiostro di Minjung Kim.
Frieze New York si è distinta dalle altre fiere internazionali con un programma che, come è tipico della Grande Mela, univa innovazione e tradizione. Durante questa edizione sono stati presentati quadri, statue e altre opere d’arte visiva d’alto livello, con uno o più curatori a rappresentare ogni artista. Con il catalogo di quest’anno, Frieze ha offerto ai visitatori l’incontro tra qualità eccezionale e vastità di scelta.
Carol Bove, artista newyorkese, ha venduto con l’aiuto di David Zwirner le sue sculture color arancio-corallo, pressate ed attorcigliate, che sono state valutate tra i $200.000 ed i $600.000. Altre opere di grande livello che hanno suscitato l’attenzione del pubblico sono state “Celesbian Terrain” di Cajsa von Zeipel ed i lavori di Jennifer e Kevin McCoy, rappresentati da Postmasters Gallery a New York. Kevin McCoy è stato il primo al mondo, nel 2014, ad usare le criptovalute nel mondo dell’arte e, nel 2021, è riuscito a vendere le sue opere digitali per diversi milioni di dollari.
Il sito di Frieze fornisce maggiori informazioni sulle iscrizioni, sia per quanto riguarda il prossimo anno a New York che per le edizioni di Seoul e Londra di questo autunno.