La procuratrice generale di New York, Letitia James, ha fatto partire un’indagine per chiarire se l’industria petrolifera USA si sia arricchita indebitamente praticando prezzi del gas eccessivi agli utenti. Lo riporta la CNN, citando una fonte anonima.
Gli inquirenti dovranno verificare non solo se i profitti “ingiusti” siano stati ottenuti dalle grandi compagnie Oil&Gas che forniscono energia allo stato di New York, ma sull’intera catena di approvvigionamento, e quindi anche sulle raffinerie che trasformano il greggio in benzina e sugli operatori indipendenti di condutture e terminali, secondo quanto riporta Reuters.
La mossa della procuratrice James arriva in un periodo in cui i prezzi del greggio hanno raggiunto i massimi degli ultimi 14 anni. Il benchmark americano WTI (West Texas Intermediate) si è infatti stabilizzato sopra i 100 dollari, a causa delle ripercussioni energetiche della guerra in Ucraina, inclusa la decisione del presidente Joe Biden di vietare l’import di petrolio e gas russo per colpire l’economia di Mosca.
Con l’impennata dei prezzi alla pompa, la stessa Casa Bianca si è appellata alle principali compagnie Oil&Gas del Paese, chiedendo loro di non trarre indebito vantaggio dall’aumento dei prezzi energetici.
La scorsa settimana, i dirigenti di alcuni dei principali gruppi petroliferi statunitensi hanno provato a difendersi dalle accuse di speculazione al Congresso USA, sottolineando di aver aumentato la produzione e di non poter stabilire autonomamente il prezzo della benzina.