Non più solo Las Vegas. Quando si penserà al gioco d’azzardo negli Stati Uniti, in futuro il pensiero andrà anche a New York.
Dopo la decadenza negli ultimi anni di Atlantic City, la città nel New Jersey famosa per le scommesse, è infatti sul tavolo la possibilità di autorizzare a Manhattan la realizzazione di tre casinò, di cui uno all’ultimo piano dei magazzini di lusso Saks Fifth Avenue, a pochi passi dalla cattedrale di San Patrizio.

Nei prossimi giorni, l’argomento sarà discusso nelle negoziazioni per l’approvazione del bilancio dello Stato di New York, e sarà utilizzato come leva per aumentare le entrate statali. Secondo quanto scrive il New York Times, i lobbisti sono già entrati in azione ad Albany, la capitale dello Stato, nel tentativo di mettere in moto una macchina che si rivelerebbe per il settore del gioco d’azzardo una gallina dalle uova d’oro.
Oltre alla Quinta Strada, si ipotizza un casinò all’interno dell’Hard Rock Cafè a Times Square e uno in zona East River.
La governatrice Kathy Hochul al momento sta spingendo per includere una disposizione nel bilancio statale per accelerare le licenze.
Anche i Democratici del Senato hanno abbracciato l’idea e hanno proposto che gli operatori paghino un minimo di $ 1 miliardo per ogni licenza, portando così un potenziale vantaggio per le casse statali. Ma non è chiaro se il budget finale, previsto per il 1 aprile, includerà un canone minimo di licenza.

I democratici che controllano l’Assemblea, storicamente resistente al gioco d’azzardo, non hanno incluso l’accelerazione delle licenze dei casinò nella loro proposta di bilancio iniziale, sebbene la camera le stia considerando come parte dei negoziati.
Non sono solo le società di casinò che stanno spingendo per espandere il gioco d’azzardo nello stato.
L’influente sindacato che rappresenta i lavoratori alberghieri si è coordinato con alcuni operatori dei casinò, sostenendo che le nuove strutture a New York e nei dintorni – in particolare nelle strutture di giochi elettronici esistenti a Yonkers e nel Queens – porterebbero all’impiego di migliaia di lavoratori alberghieri che hanno perso il loro lavoro quando la pandemia ha minato l’industria del turismo.