Venerdì alla Cattedrale di San Patrizio lungo la Fifth Avenue si è tenuto il funerale di Jason Rivera, il poliziotto del NYPD ucciso il 21 gennaio dopo avere risposto a una chiamata d’emergenza per una semplice disputa domestica. A Harlem una madre aveva chiamato la polizia sentendosi minacciata dalla rabbia del figlio.
Rivera e il suo collega Wilbert Mora — ambedue in servizio presso il 32simo Distretto a Harlem, non potevano immaginare che Lashawn McNeil, barricato in una stanza dell’appartamento, aveva con sé un AR-15 carico di munizioni. Quando i due agenti di polizia avevano fatto irruzione, McNeil aveva fatto fuoco uccidendo Rivera all’istante. Mora, anche lui colpito ma solo dopo avere ucciso McNeil, era morto qualche giorno dopo. Il suo funerale si terrà mercoledì, anch’esso alla Cattedrale di San Patrizio.

Giovedì c’ero anch’io lungo Fifth Avenue con migliaia di newyorkesi in coda nel freddo a prestare rispetto a un uomo in divisa. Molti erano poliziotti, ex-poliziotti e in generale membri delle forze dell’ordine. Moltissimi i dominicani venuti a dare un ultimo saluto a uno di loro. Ma innumerevoli anche i newyorkesi di ogni altra razza e colore che per sette ore fra le 13 e le 20 hanno sfilato davanti alla bara di Rivera, coperta dalla bandiera verde, bianca e blu del New York Police Department. È stato un momento in cui ho avuto la sensazione palpabile che l’affluenza di pubblico non fosse altro che un profondo e genuino desiderio di esprimere nulla più che commozione, unità e solidarietà fra newyorkesi.

Il sentimento comune sembrava essere semplicemente questo: rispetto e ammirazione nei confronti di un giovanissimo immigrato che aveva perso la vita facendo il suo dovere di difendere New York dalla criminalità comune. Un sentimento che di questi tempi non si prova molto spesso. L’intervento della polizia è spesso controverso, soprattutto quando c’è di mezzo un sospettato afro-americano. C’è che vorrebbe ridurre i finanziamenti ai corpi di polizia; chi chiede che l’addestramento degli agenti di polizia comprenda una maggiore comprensione delle minoranze. Ci sono persone che vorrebbero che ogni poliziotto avesse sempre in funzione una body-cam; altre che insistono affinché ci siano maggiori restrizioni al porto d’armi. E mille altre opinioni su come dovrebbe o non dovrebbe comportarsi la polizia per assicurare allo stesso tempo l’ordine, ma anche il rispetto dei diritti delle minoranze.

Nulla di tutto questo giovedì lungo la Fifth Avenue dove si respirava esclusivamente un clima di genuina tristezza collettiva: come si fa a morire a ventidue anni solo per essere intervenuti a fare pace in una disputa fra madre e figlio? Solidarietà completa anche venerdì quando la cattedrale si era riempita di poliziotti in divisa, autorità e invitati per il funerale del ventiduenne Rivera. La mesta cerimonia era incominciata alle 9 del mattino con le note dell’inno sacro Amazing Grace che echeggiavano lungo le navate gotiche di Saint Patrick’s Cathedral. Ma già a partire dalle 6 molte parti della Fifth Avenue erano state chiuse al traffico in previsione di una grande affluenza di pubblico. Ma prima dell’inizio del funerale c’era stato un momento che non dimenticherò mai. Decine, centinaia, no anzi migliaia di uomini e donne nell’inconfondibile divisa blu del NYPD erano raccolti in fila e modo serrato sui gradini davanti a Saint Patrick. Un oceano di blu compatto come non ne avevo mai visto in vita mia.

“Alla famiglia di Jason sono qua non solo a riflettere sulla sua vita ma anche a esprimere le mie scuse”, ha detto il sindaco Eric Adams. “I am sorry. I am sorry. E rivolgo un particolare ringraziamento a tutti voi uomini e donne in divisa per quello che fate giorno dopo giorno. Il governatore Hochul e il senatore Chuck Schumer, ambedue presenti qui oggi, hanno dato le loro garanzie che daranno al NYPD tutte le risorse di cui ha bisogno”.
Sembra una generica affermazione di circostanza, ma dietro alle parole del sindaco c’era un concreto senso di solidarietà con il governatore, qualcosa che era sempre mancato nel rapporto fra l’ex sindaco Bill De Blasio e l’ex governatore Andrew Cuomo. Unità ora e profondo senso di un obiettivo comune, quello di riportare ordine e sicurezza a New York, una città profondamente segnata da due anni di pandemia.

“Gli agenti del NYDP non abbandoneranno mai e poi mai questa città”, ha detto con determinazione il nuovo commissario di polizia Keechant Sewell, parlando nella cattedrale con al suo fianco una gigantografia del badge ufficiale di Jason Rivera. Era il numero 25738. “Che i criminali sappiano che non ci tireremo mai indietro. Prevarremo noi. Prevaleranno gli uomini e le donne che portano la nostra uniforme”.
Promesse a vuoto? Belle parole? Frasi ci circostanza? Credo che questa volta ci sia qualcosa di più. Credo che questa amministrazione comunale — forte dell’esperienza del sindaco Adams che per vent’anni è stato agente di polizia — ha la capacità di creare un’azione comune attraverso la quale riportare sicurezza e ordine a New York. Un’azione che va al di là di investire più soldi nel dipartimento di polizia. Ci vuole un piano più integrato. È forse in questo spirito che martedì il presidente Joe Biden sarà a New York. Si incontrerà con Eric Adams per mettere a punto una strategia attraverso la quale contenere la diffusione di armi da fuoco a New York.
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