Doveva essere il giorno del grande rientro sui banchi dopo le vacanze natalizie. Al contrario, lunedì è andata in scena una falsa partenza per le scuole di New York. Nei cinque boroughs quasi tutti gli istituti hanno dovuto fare i conti con classi mezze vuote e un gran numero di docenti assenti per positività al Covid-19. Così, mentre nella Grande Mela si registrano mediamente più di 39.000 nuovi casi giornalieri, anche le scuole, come le attività commerciali, si trovano a far fronte a una cronica carenza di personale.
Proprio per questi motivi, il dipartimento dell’istruzione di City Hall ha emanato un nuovo protocollo, che riduce il periodo di isolamento da 10 a 5 giorni per docenti e personale scolastico risultati positivi ma asintomatici o con sintomi lievi (ammesso che siano in via di miglioramento), senza necessità di presentare un test negativo. La deroga dei 5 giorni vale tuttavia solo in ambito scolastico, dato che ai docenti continua a essere richiesto l’isolamento di 10 giorni per tutte le attività extra-lavorative. La stragrande maggioranza degli insegnanti newyorkesi (96%) è vaccinata con almeno una dose, come era stato richiesto in estate dall’amministrazione De Blasio.
A preoccupare i presidi e le autorità scolastiche cittadine non è solo la mancanza di insegnanti. Lunedì appena il 67% dei studenti di istituti pubblici si è presentato in classe. Il resto è rimasto a casa. Non sempre per scelta propria, dato che proprio la penuria di docenti ha costretto molti presidi a trasferire le lezioni online. La soluzione-tampone della didattica a distanza non piace però al neo-sindaco Eric Adams, che in questi giorni è in costante contatto con Michael Mulgrew, presidente del sindacato degli insegnanti. Secondo il primo cittadino, molti ragazzi, specialmente nella comunità afroamericana, non hanno una vera e propria casa dove studiare, figurarsi l’accesso a una connessione internet veloce per seguire le lezioni.
Intanto il Covid-19 ha fatto un’altra vittima: il profitto degli studenti statunitensi. Secondo una ricerca di NWEA, infatti, i livelli medi di matematica e lettura sono diminuiti significativamente. I più colpiti sembrerebbero essere gli studenti neri e quelli ispanici. Non va certo meglio sul piano psicologico: come già avvertito dai terapisti USA, la pandemia ha avuto un effetto nefasto sul comportamento di bambini e ragazzi, comportando un aumento di aggressività, ansia e tentativi di suicidio.