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December 6, 2021
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La morte di Davide Giri non è stata casuale, New York ora è più violenta e pericolosa

Lo studente italiano della Columbia University non è stato imprudente, la realtà è che NYC sembra quella anni '70 e potrebbe capitare a chiunque ovunque

Andrea ViscontibyAndrea Visconti
Nel Campus della Columbia University, tra studenti tristi e pieni di rabbia

La scena del crimine vicino alla 123 Strada e Amsterdam, dove nel dicembre 2021 è stato ucciso il ricercatore italiano Davide Giri (Foto di Terry W. Sanders)

Time: 4 mins read

Passati alcuni giorni dalla morte di Davide Giri non c’é più nessuno che non sappia nei dettagli la brutta fine fatta da questo torinese trentenne che studiava alla Columbia University di New York. Alle 11 di sera, dopo un allenamento di calcio non lontano dal campus della prestigosa universitá, Giri era stato attaccato da uno sconosciuto che gli aveva sferrato una pugnalata all’addome. Morto. Sul colpo. Fine di una giovane vita ma anche fine di un sogno americano inseguito ogni anno da migliaia di giovani stranieri; ragazzi e ragazze che in tutto il mondo sognano di venire ammessi nelle più esclusive università Usa, una garanzia di un brillante futuro professionale.

Molto, tutto è stato detto su Davide Giri, sul dottorato che stava perseguendo in scienza dei computer e sulla sua vita a New York. Ma quello su cui ancora vale la pena di riflettere è il contesto in cui è avvenuto questo crimine insensato.

Vicent Pinkney scortato dai poliziotti ad Harlem (Da youtube)

Il venticinquenne Vincent Pinkney ha attaccato Davide Giri giovedi 2 dicembre nel cuore di  Morningside Park, un piccolo parco adiacente a Columbia University. Verrebbe da pensare che quello specifico parchetto sia un luogo pericoloso che un italiano poco esperto di New York non sapeva di dover evitare. Non era lí infatti dove la giovanissima Tessa Major ci aveva lasciato la vita un paio d’anni fa? Anche lei studentessa alla Columbia — o per essere precisi al Barnard College che è la sezione femminile della Columbia — era stata uccisa nel buio di Morningside Park. Ad aggredirla era stato un gruppo di ragazzi che l’avevano assalita a caso, senza particolare movente.

Dei fiori dove è stato ucciso Davide Giri (Foto Terry W. Sanders)

Ma c’è un motivo ulteriore per evitare Morningside Park. Pochi minuti dopo avere accoltellato Giri, il giovane assassino aveva cercato di colpire un’altra persona. Il caso vuole che fosse un altro italiano, Roberto Malaspina, che fortunatamente è stato ferito in modo superficiale. Malaspina era arrivato a New York da ventiquattr’ore. Era qui anche per studiare alla Columbia, viene quindi da pensare che anche lui non sapesse che quel piccolo polmone di verde dietro all’università è infrequentabile. Non è così. Non c’è nulla che renda questo parco particolarmente pericoloso. La zona intorno alla Columbia è tanto sicura quanto qualsiasi altra parte della città. La verità è che New York da quando è iniziato il contagio da Covid è diventata meno sicura. I fatti parlano chiaro.

Qualche ora prima che Davide Giri facesse una brutta fine un uomo armato aveva minacciato di spararsi in bocca di fronte all’ingresso principale delle Nazioni Unite. Davanti al palazzo dell’Onu era discesa un’armata di poliziotti nel timore che l’arma potesse colpire passanti o automobilisti. L’Onu è ben distante dalla Columbia University e da Morningside Park.

Lo stesso giorno uno squilibrato aveva rubato uno school-bus e lo aveva guidato all’impazzita per le vie di Queens, danneggiando dozzine di auto parcheggiate lungo la strada. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma il rischio che ci andasse di mezzo gente di passaggio era stato grande.

L’arma con cui Davide Giri è stato brutalmente ucciso

Un paio di giorni fa una donna stava tornando a casa in metropolitana. Arrivata alla sua fermata in Queens era stata assalita da uno sconosciuto che aveva tentato di stuprarla sui gradini verso l’uscita. I poliziotti del YPD hanno arrestato Tyrone Brown, di trentotto anni, dopo avere esaminato video di sicurezza in metropolitana.

Il giorno prima sempre in metropolitana c’era stato un attacco contro una donna asiatica. Raymond Bennett era stato arrestato dopo avere colpito duramente la donna cinquantaquattrenne con uno strumento tanto insolito quanto pericoloso — una bicicletta del bike-sharing newyorkese. Gliela stava tirando in testa con grande violenza, conscio che quelle biciclette di color azzurro intenso sono molto più pesanti che non le normali bici da corsa.

Andiamo avanti. E che cosa dire dei due uomini che in metropolitana si sono presi a botte con tale violenza che uno dei due è finito al Bellevue Hospital e l’altro è stato arrestato? Il fatto è avvenuto nella centralissima stazione della 49sima Strada vicino a Times Square. Erano le 3 e 20 del pomeriggio e decine di persone hanno osservato imponenti e allibite il sanguinoso scontro.

Torniamo indietro di qualche settimana e vicino alla centralissima Columbus Circle uno sconosciuto ha brandito un’ascia minacciando un uomo di cinquantun’anni. La vittima stava passeggiando con la moglie lungo Broadway e la Sessantunesima Strada quando è stato accostato da un individuo con il volto coperto da una maschera dai tratti terrorizzanti. Un cammuffamento che ricorda il volto di The Jocker, non una mascherina azzurra anti-virus.

Andiamo avanti: un uomo stava camminando in pieno giorno lungo Central Park West, l’elegante viale che costeggia il parco. D’un tratto è stato colpito da un violento cazzotto da parte di uno sconosciuto con cui non c’era stato alcuno scambio. Era metà mattina e c’era gente in giro. Gli istanti dell’attacco erano stati catturati da una videocamera di sicurezza.

Tengo a sottolineare che tutti i casi che ho appena citato sono avvenuti i luoghi centrali e molto frequentati. Ma il mio elenco potrebbe essere assai più lungo se mi fossi soffermato anche su omicidi, attacchi o atti di pura follia avvenuti in zone dove la criminalità è più comune, come per esempio nel Bronx o in certe parti di Brooklyn. Lì c’è una violenza endemica di cui parlare separatamente.

Maglietta in memoria di Davide Giri (foto di Eleonora Francica)

La morte di Davide Giri e l’attacco contro Roberto Malaspina naturalmente ci colpiscono perché sono nostri connazionali. Ma questa è la New York con cui dobbiamo fare i conti adesso. Una New York più pericolosa, violenta e imprevedibile. È un po’ come essere tornati alla fine degli anni ’70, inizio anni ’80 quando si girava per strada guardandosi intorno con sospetto. Allora si diceva che i newyorkesi avessero gli occhi anche sul retro della testa per vedere pure dietro le spalle. Le ragioni per questo passo indietro? Sono tante e nelle prossime settimane varrà la pena di esplorarle. Per il momento incominciamo a prendere atto che la riapertura delle frontiere Usa al turismo internazionale presenta nuove sfide, specificamente a New York. Non solo Covid e le sue varianti Delta o Omicron, ma anche un tessuto urbano stravolto dalla pandemia col risultato che si registrano in continuazione atti insensati da parte di gente che sembra avere perso la testa. A volte con risultati tragici come nel caso di Davide.

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Andrea Visconti

Andrea Visconti

Andrea Visconti New York Stories è anche il nome della mia pagina Facebook. É una rubrica in cui cerco di cogliere spunti di riflessione sulla quotidianità nella più importante metropoli al mondo, al di là del suo glamour. Per oltre vent’anni sono stato corrispondente da New York per i giornali locali del Gruppo Espresso/Repubblica. Ho collaborato a La Repubblica e al settimanale L’Espresso, lavorando anche nel settore multimediale con video per Repubblica TV e un podcast per Repubblica Sera. Sono stato per anni collaboratore di Radio Capital con uno spazio settimanale fisso su New York. Andrea Visconti New York Stories is the name of my Facebook Page. In my online column I try to develop topics that make us reflect on life in the most important metropolis in the world. For over twenty years, I was the New York based correspondent for the chain of regional newspapers of La Repubblica/L’Espresso. I contributed to La Repubblica and to the newsweekly L’Espresso, with a special interest in their multimedia platforms, such as Republica TV and Repubblica Sera. For several years I contributed to Radio Capital with a weekly radio spot from New York.

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