Quella di ieri è stata una giornata difficile per noi studenti della Columbia University, soprattutto per noi italiani. Personalmente non conoscevo Davide, ma lo sento in qualche modo vicino. Forse perché l’Italia è la terra dove entrambi siamo nati, o forse perché il sentimento che accomuna noi studenti italiani a New York è lo stesso. Forse perché ieri sera quella che veniva brutalmente uccisa su quella strada che tutti qui siamo soliti percorrere potevo essere io.
Leggendo la notizia la mattina di venerdì 3 dicembre è stato impossibile per noi studenti della Columbia non immedesimarsi in Davide Giri, dottorando in Computer Science di 30 anni ucciso senza motivo.
Andrea Ciccarone, 25enne originario di Roma e dottorando in Economics alla Columbia University, è rimasto scioccato dalla vicenda e ammette che è difficile spiegare a parole quello che prova in questo momento. “Quella è la strada che io faccio tutti i giorni per andare al Dipartimento,” – ammette Andrea, il quale abita vicino a dove è avvenuta l’aggressione – “è scioccante perché (questo attacco) ti mette di fronte all’imprevedibilità della vita. (…) È un qualcosa completamente al di fuori del tuo controllo.”
Il tragico evento della notte di Giovedì 2 dicembre in cui Davide Giri è rimasto vittima di un’aggressione improvvisa e imprevedibile ha fatto riflettere tutti noi. Da studentessa italiana alla Columbia, l’impatto con la notizia è stato agghiacciante. Noi studenti internazionali abbiamo scelto di abbandonare la nostra casa, le nostre strade, i nostri amici di vecchia data. Ci siamo separati dalle nostre famiglie e dai nostri affetti per poter investire tutto nelle nostre passioni e negli studi, nella speranza che ci portino a realizzare i nostri obiettivi. Abbiamo scommesso su di noi, ogni giorno, in una città in cui non c’è tempo per fermarsi per riprendere fiato. E poi il nulla. Una notte tornando a casa da un allenamento di calcio una coltellata ti porta via tutto questo. Gli anni di sacrifici, di esperienze belle e brutte, di grandi vittorie e amare sconfitte vengono spazzati via. Questi sono i sentimenti che hanno invaso gran parte della comunità della Columbia a seguito dell’ingiusta e terribile morte di Davide.
La fiaccolata in onore di Davide Giri
Il preside della Columbia, Lee Bollinger, ha organizzato una veglia che si è svolta alle cinque di venerdì pomeriggio per ricordare Davide Giri. Più di mille persone si sono radunate davanti alla Butler Library nel Morningside campus. La comunità della Columbia si è stretta intorno al dolore, la tristezza, e la rabbia per alcuni, durante una fiaccolata durata circa un’ora in cui è stata celebrata la vita di Davide.
“Questa tragedia è un momento per parlare, un momento per rimanere in silenzio, un momento per riunirsi”. Con queste parole le fiamme delle candele hanno cominciato ad illuminare i giardini della Columbia, facendo seguire un momento di silenzio prima che il preside Bollinger cominciasse il suo discorso.
“Davide Giri era un nostro studente, un nostro collega, un nostro insegnante, un nostro amico e un egregio appartenente della Columbia, (…) Un brillante studente di dottorato in un campo eccitante, sulla strada verso una carriera incredibile…,” ha ricordato il preside Bollinger.
Giri era un ragazzo ambizioso, capace, con una grande forza di volontà e sacrificio. Lo si evince dal suo curriculum: dopo aver frequentato il Politecnico di Torino, la Tongji University in Cina e l’University of Illinois a Chicago, si era trasferito a New York dove studiava come dottorando in Computer Science alla Columbia University, una delle Ivy League americane. “Sentiamo così profondamente il dolore e l’ingiustizia di quella promessa di vita infranta in un atto di barbarica violenza,” ha continuato Bollinger.
Le testimonianze degli amici di Davide e degli studenti
Tra le persone presenti alla fiaccolata c’erano i compagni di università di Davide, i professori e tutti i membri della squadra di calcio per cui giocava, la NY International FC. Questi sono stati gli ultimi che lo hanno visto prima della tragica aggressione avvenuta per mano del sospettato Vincent Pinkney mentre Giri tornava a casa dall’allenamento.
Leon era in prima fila ricordando Davide: “Nell’estate del 2019 giocavo a calcio con lui ogni venerdì.” Ricordi nostalgici di quelle partite riaffiorano nella mente di Leon, il quale ammette che “Davide era il miglior giocatore nel campo, sempre.”
A pochi metri di distanza, un ragazzo di 26 anni trattiene appena le lacrime. Philip Dinenis, 26 anni e dottorando in Applied Mathematics alla Columbia University, era un amico di Davide e non lo vedeva da prima della pandemia. “È orribile, sconvolgente e anche terrificante quando si pensa a come è successo,” ha sussurrato con un filo di voce.
Alla fiaccolata erano presenti anche numerosi studenti che pur non conoscendo Davide personalmente hanno voluto partecipare alla sua commemorazione. “Sono molto scioccata da quanto avvenuto e stavamo anche discutendo con gli altri di come sia spaventoso perché non è stata un’azione in risposta ad una provocazione di Giri,” ha commentato Violet Cenedella, studentessa del Columbia College di 21 anni.
L’aggressione fatale di cui Davide è stato vittima ha cambiato la visione di alcuni studenti sulla sicurezza delle strade di New York e su come le approcceranno in futuro. “Sicuramente farò molta più attenzione quando tornerò a casa la sera perché onestamente ho dato per scontato molte cose in passato” – ha dichiarato Giovanni Bonfanti, dottorando in Economics alla Columbia – “Vivo molto vicino a dove è successo il fatto e mi ha scosso parecchio: io sono passato di lì un sacco di volte, anche di notte e da solo. Questo mi ha fatto veramente pensare che sarei potuto essere io al suo posto.”
La zona di Morningside Heights in cui è avvenuto l’attacco è spesso teatro di rapine e attacchi violenti: “Nell’ultimo mese tutti i weekend c’è stata una sparatoria. Questo nuovo fatto mi fa essere sempre più scettico sulla natura della società americana e non mi fa venire voglia di rimanere e di crescere qui i miei figli,” ha ammesso Giovanni.
La vicinanza alla famiglia da parte della comunità
Al termine della fiaccolata, le persone accorse hanno lasciato lentamente la piazza. Per terra in mezzo al campus sono stati posizionati dei fiori, le foto commemorative di Davide, la sciarpa e la maglietta della sua squadra di calcio qui a New York. La comunità tutta piange la sua morte: Davide Giri, uno dei numerosi studenti che si era trasferito dall’Italia per approfondire i suoi studi all’estero. “Fa bene che tante persone, tanti cuori, tanti pensieri si sono uniti oggi per ricordare Davide. Da tristezza sapere che non ha potuto concludere il suo percorso,” ha espresso Demetrio Iannone, 23 anni e dottorando in storia presso la City University di New York.
“Davide era noi. Era giovane ed è stato privato della sua vita e portato via da noi con un atto di inumanità inconcepibile,” ha detto il preside Bollinger durante il suo discorso. Ed è vero. Davide era tutti noi e noi potevamo essere al suo posto. I sentimenti che hanno avviluppato la comunità studentesca sono difficili da spiegare. Essere testimoni delle modalità in cui una vita cosí giovane e così promettente è stata uccisa ci ha devastati, e ci ha fatto riflettere sull’importanza delle nostre esistenze. Abbiamo sentito la necessità di riunirci e di ricordare Davide Giri, una figura brillante che è stata spenta brutalmente in maniera violenta.
Nel corso della giornata, numerosi servizi di supporto psicologico e medico sono stati messi a disposizione degli studenti della Columbia e la sicurezza pubblica aumentata nel campus e nelle sue vicinanze.
“A nome di tutti noi qui alla Columbia, estendo le mie più profonde e sentite condoglianze a ognuno di voi e da parte nostra invio amore e sostegno ai genitori e alla famiglia di Davide,” così il preside Bollinger ha terminato il suo discorso.