Le dosi iniziali del vaccino contro il coronavirus sono appena arrivate a New York, come ha annunciato il sistema ospedaliero lunedì mattina, segnalando un punto di svolta nella battaglia contro una pandemia che ha profondamente segnato lo stato, uccidendo più di 35.000 persone e indebolendo gravemente l’economia.
Le vaccinazioni sono iniziate alle 9 di mattina al Long Island Jewish Medical Center, ha detto il sistema ospedaliero Northwell Health, come riportato dal New York Times. A ricevere la prima dose negli USA è stata Sandra Lindsay, un’infermiera del dipartimento ICU. “Credo che questa sia l’arma che metterà fine alla guerra”, ha detto il governatore Andrew M. Cuomo in una conferenza stampa lunedì mattina, poco prima che Lindsay ricevesse la prima dose.
Il vaccino arriva in un momento urgente, poiché il virus ha ripreso ad affliggere New York dopo un periodo relativamente calmo durante l’estate. Lo stato ha registrato una media di 10.048 casi al giorno la scorsa settimana, con un aumento del 72% rispetto a due settimane prima. I letti degli ospedali occupati registrano in numeri che non si vedevano da maggio.

Come ha annunciato De Blasio in conferenza stampa lunedì, NYC si deve preparare all’eventualità di un completo shutdown. Certo, il vaccino potrebbe aiutare a ridurre i contagi di coronavirus, ma la percentuale di positività continua a salire (ora è al 5%), e presto la Grande Mela potrebbe raggiungere i livelli dell’Italia in primavera, dove era tutto chiuso, e non si poteva circolare liberamente.
Ora, quasi 300 giorni dopo che lo stato ha segnalato il suo primo caso di coronavirus lo scorso 1° marzo, i funzionari sanitari devono affrontare un’altra corsa contro il tempo per proteggere i newyorkesi vulnerabili. Sono infatti tante la sfide logistiche per la distribuzione di un vaccino che è stato accelerato in ogni fase del processo, dallo sviluppo all’approvazione da parte della Food and Drug Administration venerdì sera.
Il primo gruppo di vaccini fa parte dello stanziamento iniziale dello Stato per vaccinare le persone ritenute più essenziali o a rischio, un gruppo che include operatori sanitari di prima linea, nonché membri del personale e residenti di case di cura e strutture di assistenza a lungo termine. Il sindaco Bill de Blasio ha detto in un’intervista alla CNN lunedì mattina che le prime dosi del vaccino sono arrivate a New York City e che sarebbe andato in ospedale più tardi nel corso della giornata per assistere ad un operatore sanitario ricevere una delle prime iniezioni. De Blasio ha detto che il vaccino offre speranza alla città e che i newyorkesi ora possono vedere la luce alla fine del tunnel.

I funzionari statali prevedono che il produttore di farmaci Pfizer fornirà dosi sufficienti per 170.000 persone. Il processo richiede due dosi a persona, somministrate a poche settimane di distanza. Già la prossima settimana, lo stato si aspetta si ricevere 346.000 dosi aggiuntive dalla casa farmaceutica Moderna, che sta ancora aspettando l’approvazione per l’uso di emergenza da parte della FDA.
Questi primi numeri copriranno poco più di un quarto degli 1,8 milioni stimati di persone a cui è stata assegnata la priorità per ricevere il vaccino nella prima fase di distribuzione nello stato. La seconda fase delle vaccinazioni coprirà i cosiddetti lavoratori essenziali, una vasta categoria di lavoratori che deve ancora essere definita, ma che può includere agenti di polizia, vigili del fuoco, insegnanti, farmacisti, addetti ai negozi di alimentari, impiegati del trasporto pubblico e altri. Questa fase includerebbe anche gli individui della popolazione generale con condizioni di salute pre-esistenti che li mettono a rischio di contrarre il virus.
Continua il dibattito, però, su chi dovrebbe avere priorità nel ricevere il vaccino. Secondo una comunicato stampa dell’UNICEF, New York dovrebbe somministrare una delle prime dosi agli insegnanti. La pandemia COVID-19 ha devastato l’istruzione dei bambini in tutto il mondo e, secondo l’UNICEF, vaccinare gli insegnanti è un passo fondamentale per rimettere il mondo dell’istruzione in carreggiata.
“Durante il picco della pandemia, alla fine di aprile 2020, la chiusura delle scuole a livello nazionale ha interrotto l’apprendimento di quasi il 90% degli studenti in tutto il mondo,” ha affermato il direttore esecutivo dell’UNICEF. “Anche se da allora tale numero è diminuito, continua a circolare l’ipotesi infondata che la chiusura delle scuole possa rallentare la diffusione della malattia, nonostante i dati mostrino che le scuole non sono il principale motore di trasmissione nella comunità.”
A partire dal 1° dicembre, le aule sono chiuse per quasi 1 allievo su 5 a livello globale, ovvero 320 milioni di bambini. “L’UNICEF chiede che gli insegnanti abbiano la priorità per ricevere il vaccino COVID-19, poichè ciò contribuirà a proteggere gli insegnanti dal virus, consentirà loro di insegnare di persona e manterrà aperte le scuole.”

Nel frattempo, ieri una brutta notizia ha colpito il Governatore Andrew Cuomo che deve anche gestire delle accuse di molestie sessuali presentate da una ex consigliera, Lindsay Boylan. L’ex collaboratrice ha accusato Cuomo di aver fatti dei riferimenti al suo aspetto fisico nel criticare il suo lavoro, nel corso degli anni che hanno lavorato insieme. “Non sapevo mai cosa aspettarmi” ha detto Boylan su Twitter. “Una critica per il mio lavoro (che era eccellente), o commenti inopportuni sul mio aspetto fisico.” Si è però rifiutata di parlare con i giornalisti, né ha presentato alcuna accusa specifica.
“Queste accuse sono completamente false,” ha risposto la press secretary del governatore, Caitlin Girouard. Insomma, Cuomo sarà molto impegnato nelle prossime settimane: l’operazione di vaccinazione richiederà uno sforzo burocratico immane, e le accuse di molestie rischiano di ferire negativamente l’ufficio del governatore durante un momento critico.