Seguitemi. Venite a pranzo con me. C’è un bel ristorante a Central Park dove desidero portarvi. È un locale incantevole e che ha anche una storia. Venite. Offro io.
Entriamo nel parco dalla Quinta Strada, attraversata la strada dal Hotel Plaza. Percorriamo East Drive con la stagno sulla sinistra e lo zoo sulla destra. È un gioiellino quel piccolo zoo con la vasca dei pinguini immortalata anche in un film di Woody Allen. Ma non distraiamoci. Proseguiamo verso nord lasciandoci di lato la pista di pattinaggio e arriviamo a Baldo, la statua in bronzo di un cane da slitta che dal 1925 adorna il parco. Ma Baldo ci porta fuori strada, dobbiamo stare sulla destra e passare accanto alla statua di Cristoforo Colombo per poi continuare dritto lungo il viale dei Poeti. Passiamo accanto alla statua di Shakespeare, di Robert Burns e di Sir Walter Scott, lasciandoci poi sulla destra quell’incantevole palcoscenico a forma di conchiglia chiamato Bandshell. Giù per le scale e poi in un tunnel col soffitto e le pareti decorate da un mosaico color verde senape. Ed eccoci davanti alla Bethesda Fountain che nel mezzo ha una statua dell’Angelo delle Acqua, fotografata miliardi di volte dai turisti da tutto il mondo.
Ecco siamo quasi arrivati al ristorante. Vediamo le grandi vetrate dal laghetto solitamente costellato di barche a remi prese a noleggio. Che strano. Non ce n’è neanche una. Ma… c’è un’altra cosa strana. Il ristorante — The Loeb Boathouse — sembra chiuso. Avviciniamoci. Non è possibile che sia chiuso. E invece sì. Non chiuso per turno. Porte sprangate e all’interno la chiara sensazione che il locale sia stato smantellato.
Ma come? Avevamo letto che i ristoranti di New York da un paio di mesi potevano servire all’aperto e nelle ultime settimane avevano ottenuto il permesso dal governatore di aprire le sale interne purché venissero rispettate le norme per le distanze sociali con non più del cinquanta per cento dei posti a tavola pre-Covid.
Il ristorante Loeb Boathouse non ce l’ha fatta. Aveva chiuso in marzo quando New York era andata in lockdown. Il personale — 163 persone — per un po’ aveva ricevuto lo stipendio, poi erano stati messi in stato di “furlough”, cioè una situazione di non licenziati ma senza salario. In altre parole erano in limbo con la certezza che avrebbero continuato a lavorare non appena il locale avesse riaperto. Ma il mese scorso i proprietari del ristorante — che lo gestiscono da vent’anni, hanno deciso che non è pensabile che il locale riapra. Lettera di licenziamento ai dipendenti e comunicazione al Dipartimento del Lavoro che almeno fino all’aprile 2021 di riaprire non se ne parla affatto. Ne soffriranno anche le barchette a remi poiché a seguito di un accordo con il management di Central Park era responsabilità del ristorante gestire i noleggi delle barche.
Sfuma cosí un ingente investimento fatto da Dean Poll, il proprietario del Boathouse. Nella primavera 2018 aveva portato a termine una ristrutturazione del locale che era costata quasi 3 milioni di dollari. Si spegne così un pezzo di storia di Central Park. The Loeb Boathouse aprí nel marzo 1954, grazie a Carl Loeb, un banchiere filantropo che con la moglie Adeline donò 305 mila dollari a Central Park per creare un incantevole ristorante nel suo mezzo. A progettare l’edificio fu chiamato il noto architetto Stuart Constable.
Mi dispiace. Avrei voluto condividere con voi la bellezza di uno dei più romantici ristoranti di New York. E non posso neppure dire “Sarà per la prossima volta” perché chissà quando ci sarà una prossima volta per The Loeb Boathouse.