Sono trascorsi 19 anni dal terribile attacco terroristico che ha visto l’America protagonista di uno dei giorni più neri della storia del mondo. Erano le 8:46 dell’11 settembre 2001 quando il primo aereo si schiantò su una delle Twin Towers. L’impatto del secondo aereo con l’altra torre avvenne alle 9:03. I due aerei erano stati dirottati da nove terroristi di Al Qaeda, guidati da Osama Bin Laden. Le torri del World Trade Center di Manhattan, crollarono e trascinarono con loro la vite di quasi 3000 persone. Contro il Pentagono, venne dirottato un terzo aereo. Il quarto, diretto contro la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo vicino Shanksville, in Pennsylvania, dopo che i passeggeri e i membri dell’equipaggio riuscirono a sopraffare i dirottatori.

Persone di diverse nazionalità furono coinvolte. Gli attacchi ebbero enormi conseguenze sul piano mondiale. Un attacco all’America fu un attacco a tutto il mondo occidentale. Da allora gli Stati Uniti si impegnarono alla “guerra contro il terrore”.
Lo ha ricordato anche il presidente Donald Trump, che durante la cerimonia a a Shanksville, in Pennsylvania, insieme alla first lady Melania, ha detto che l’America non smetterà mai di combattere i terroristi. A Shanksville, sono stati letti i nomi dei 40 eroi che sacrificarono la loro vita pur di evitare che l’aereo si schiantasse sul Campidoglio. “Veri eroi americani” li ha chiamati il presidente Trump. “Ai membri della famiglia del Volo 93: oggi, ogni battito cardiaco in America è legato al vostro. Il vostro dolore e la vostra angoscia sono il dolore condiviso da tutta la nostra nazione”.
Oggi, negli USA, le bandiere sventolano a mezz’asta per onorare e ricordare le vittime. Migliaia di persone si sono radunate nel luogo in cui si consumò la tragedia che mise in ginocchio l’America, e mentre si leggono i nomi di coloro che hanno perso la vita, la campana, a New York, suona uno scroscio di lutto collettivo.
Mentre commemorano la tragedia del passato, gli americani devono affrontare però, un’altra crisi profonda e mortale che non è ancora finita. Nella sola New York 23.000 persone hanno perso la vita a causa di Covid-19, ma gli americani non hanno voluto rinunciare alla cerimonia solenne. “Ripensate a quegli eroi, ripensate alla compassione dei newyorkesi di quei giorni in quel momento di crisi”, ha detto giovedì il sindaco Bill de Blasio. “Ora ci troviamo in una nuova e diversa crisi. E ancora una volta, le persone in tutto il paese, guardano questa città con un timore reverenziale”.

Alla cerimonia erano presenti il vicepresidente Mike Pence e Joseph R. Biden, il candidato democratico alla Casa Bianca. Hanno indossato le mascherine, si sono salutati a colpi di gomito e hanno rispettato il distanziarono di sei piedi l’uno dall’altro, mentre cantavano l’inno nazionale. Non c’è stato un palco dove tenere il discorso alle persone in lutto: un segno distintivo che è stato rimosso dai memoriali del passato a causa della pandemia.
Covid-19 ha portato ad un’altra modifica della cerimonia: la lettura dei nomi delle vittime ha avuto un aspetto diverso dagli altri anni. Quest’anno, al National September 11 Memorial & Museum, i parenti non hanno potuto leggere i nomi dei loro cari al microfono. Le letture sono state registrate e poi trasmesse in diretta. A tutti presenti è stato inoltre chiesto di indossare le mascherine e rispettare le norme del distanziamento sociale.
Alcuni sono rimasti delusi dal cambiamento di programma. La paura è che le nuove procedure possano infrangere l’impegno del “non dimenticare mai”. Per questo, in risposta, la Stephen Siller Tunnel to Towers Foundation ha tenuto una cerimonia commemorativa simultanea in cui i membri delle famiglie hanno potuto leggere i nomi dei loro cari, mantenendo la distanza di sicurezza.
Durante il suo discorso, il vicepresidente americano Mike Pence ha detto: “In memoria di tutti coloro che abbiamo perso in questo giorno di 19 anni fa, in memoria degli eroi che furono forgiati quel giorno. Da allora gli eroi si sono forgiati sui campi di battaglia. E per le famiglie, i cari e gli amici che hanno lasciato, prego queste antiche parole per il conforto dei vostri cuori e dei nostri”.

(Alessandra Loiero)
“Non parlerò di nient’altro che dell’11 settembre” ha detto il candidato democratico, Joe Biden, in risposta ad una domanda di una giornalista, “è un giorno solenne, ed è così che lo manterremo”. “Ci vuole molto coraggio per chi ha perso qualcuno a tornare oggi. Lo so per esperienza. Perdere moglie, figlia, figlio… Il momento lo rivivi, come se stesse accadendo. È difficile. È un memoriale meraviglioso, ma è difficile. Ti riporta semplicemente al momento in cui è successo, non importa quanto tempo passa. Ammiro le famiglie che vengono”. Joe Biden e sua moglie Jill si sono recati a New York City in mattinata per partecipare alla cerimonia di commemorazione, mentre nel pomeriggio si sono recati a Shanksville, in Pennsylvania, per rendere omaggio alle vittime del volo 93.
A New York, il National September 11 Memorial & Museum riaprirà anche all’interno, subito dopo la cerimonia, con un ingresso riservato ai familiari, mentre il resto del pubblico potrà visitarlo a partire da sabato.
L’America di oggi è un’America disorientata, divisa, segnata dalla pandemia e dalle proteste razziali di Black Lives Matter, che però sceglie di rimanere unita nel giorno più doloroso della sua storia.