Tutti i fatti narrati in questo articolo sono davvero accaduti e corrispondono a realtà.

La verità è che trasferirsi dall’altra parte dell’oceano non era in programma, ma eccomi qui a fare i bagagli e lasciare tutto non sapendo quando farò ritorno.
Non conosco nessuno a New York così ho bisogno di una casa, o meglio dire una camera.
Inaspettatamente la trovo su un gruppo Facebook di annunci e, con fatica, dato il mio inglese scarso, inizio a messaggiare con Andrea, ragazza colombiana che vive nel Queens da 18 anni.
Sono un po’ spaventata per tutte le incognite, affittandola a 7000 km di distanza e a scatola chiusa, ma io e Andrea siamo subito in sintonia.
È passato più di un anno e in quella casa ci vivo ancora; io e la mia coinquilina siamo diventate buone amiche.
“Beh, facile trovare casa a New York!”, mi dico non sapendo in realtà di essere stata baciata dalla cosiddetta “fortuna del principiante”, ignara di ciò che mi attende dietro l’angolo.
Come un fulmine a ciel sereno Andrea, d’improvviso, decide di cambiare casa e di spostarsi molto più lontana da Manhattan per vivere in un posto grande e rinnovato cosicché io, come la maggioranza delle persone che vivono a New York, sono costretta a prendere una decisione: vivere in una casa nuova, grande e confortevole passando delle ore in treno e/o in autobus o avvicinarmi alla città restringendo gli spazi e scendendo a compromessi?
Il tempo per me è molto importante, così scelgo la seconda e con il giusto spirito, ovvero: “Che bello! Sìììì, nuove amicizie, nuove avventure, sto arrivandooo!”… o almeno così credo, povera piccola ingenua vastese.
Premetto che una settimana fa ho avuto la fortuna di rompermi il dito mignolo del piede sbattendolo contro la cassapanca di casa.
Così zoppicando comincio una missione che intitolerei: “Alla scoperta della grande Mela”.
Pronti, partenza e via: Craigslist, Facebook, app varie ed eventuali, annunci che piovono come coriandoli a carnevale, wow quanta scelta!
Così comincio la maratona in lungo e in largo per le strade e i quartieri di New York City.
Qui esiste un detto: “A New York it’s easy to find a house, but it’s hard to find one that you like it”… e ora ci arrivo.
Spulciando i vari annunci mi succedono delle cose:
– L’annuncio dice: “a due passi dalla metro” ma una volta ottenuto l’indirizzo controllo su google map e appuro che per arrivarci bisogna prendere due autobus, cambiare tre treni, battello, triciclo ed elicottero.
– Collocazione discreta ma la casa appare inabitata e trascurata stile accampamento.

Età media degli inquilini diciannove con lo spirito di:”e vai di party e chissenefrega se abito in uno sgabuzzino, sono a New York, che figo!!”. Anche no.
– Collocazione perfetta ma in seguito scopro che si tratta di una coppia con un cane, due gatti e un canarino che ha deciso di affittare la loro piccola cameretta (per gli amici il signor Armadio Sgabuzzino) per soli 925$ al mese, spese escluse.
– Un’altra sembra quella giusta fino all’incontro del terzo tipo con sua Maestà “l’Inquilina”.
Si siede di fronte a me, luce in faccia, cartella da presentatrice di “OK il prezzo è giusto”, con un modulo in mano e una penna, rossa.
“Ok per cominciare risponda ad un paio semplici domande:
Usi droghe e/o bevi alcool e/o fumi?
Sei fidanzata? Se è si, viene lui o vai tu? Se è no, hai spesso ospiti saltuari? (si, me l’ha chiesto davvero.)
Qual è il tuo programma per la settimana?
Cosa fai nei fine settimana?
A che ora ti alzi? A che ora esci? Oppure se sei a casa in media per quante ore al giorno? Ti viene a trovare spesso gente? Quando rientri di notte a che ora? E fai rumore?
Guardi la TV durante la notte?
Cucini? Se è si, quanto e cosa cucini?
Pulisci? Quanto e come?”
Premettendo che per un momento penso stia facendo la selezione per trovare un buon partito come moglie al fratello, alla fine dell’interrogatorio aggiunge:
“Le farò sapere se passa questo colloquio dopo aver intervistato gli altri candidati. Abbiamo una diecina di appuntamenti al giorno per questa settimana.
In caso di risposta positiva dovrà ancora attendere due colloqui con gli altri inquilini della casa e se viene approvata da tutti può procedere fornendo una lettere di raccomandazione del suo datore di lavoro, più gli ultimi tre paycheck, credit score (stipendio, voto per il migliore credito) e una lettera della sua precedente coinquilina, ovviamente deposito per la caparra e prima mensilità”.
Forse ci siamo malcapite e in realtà sta cercando di venderla, la camera!
“Capisco che sarà reduce da una serie di coinquilini che le avranno causato problemi, ma mi pare più facile trovare uno sponsor che ti porti dall’altra parte dell’oceano”, mi dico tra me e me.
Continuo la ricerca senza perdermi d’animo; una casa dopo l’altra mi imbatto in quella che sembra un’oasi nel deserto.
Le inquiline simpatiche, pulite, tutto bene, noto però che si parla un pó troppo a bassa voce, così ne chiedo il motivo e loro: ” a dire il vero il proprietario non sa che stiamo affittando la camera; non preoccuparti, abbiamo comprato questa distruggidocumenti per la posta che riceverai a tuo nome. Cerca solo di non fare tanto rumore e se incontri qualcuno nella zona non dire che abiti qui…ma è solo per precauzione!” e io:”Sì, certo, no problem”…NEEEXT!
-Annuncio miracoloso sull’Upper East Side, non ci posso credere si può camminare fino a Central Park in pochi minuti e andare a lavoro in bici! Peccato che per abitarci farei bene a buttare tutte le mie cose e tenere solo il pigiama e le babbucce (che lasceró fuori la porta).
Salti sul letto per entrare in camera e lo chiudi per aprire l’armadio tipo di camera.
Sesto piano senza ascensore.
-Annuncio il cui metodo di selezione consiste in un quiz assurdo da compilare, con domande del tipo: come si chiamano i fratelli di Michael Jackson e il puffo che si lamentava sempre?

Dettaglio da non trascurare, bisogna controllare costantemente gli annunci e presentarsi non più tardi di due ore dal momento in cui viene postato, altrimenti, dato l’esercito di persone in fila e pronte all’attacco, a giornata finita la casa l’avrete persa. Molla il lavoro, prendi un treno e ovviamente nella maggioranza dei casi si rivelerà un buco nell’acqua.
Arrivata 3 anni fa con due valigione, chiesi ai miei genitori di spedirmi il resto in grandi scatoloni. Quasi un anno e mezzo dopo sono state rimandate in Italia, donate e buttate.
Dopo aver abitato per un anno beata e tranquilla nella mia casetta in Queens ho cambiato 6 case in 3 anni; prima piccola e poi più grande, e poi di nuovo piccola, arredata e poi invece da arredare e così via inizia la tarantella: compra la bici vendi la bici, compra il materasso vendi il materasso, compra la scrivania vendi la scrivania, compra il divano vendi il divano, compra lampada e le tende, vendi lampada e tende; così ho concluso che, come per la migliore organizzazione da campeggio, è meglio viaggiare leggeri, sacco a pelo e via…perché non sai mai quando ti toccherà trasferirti e a New York, in un certo senso, si viaggia sempre.
Non parliamo per affittare una casa intera; finirete nelle mani di brokers che chiederanno un paio di mensilità in anticipo di cui una a fondo perduto, vi mostreranno due inaccettabile opzioni (stile casa diroccata, nel quartiere malfamato, ottavo piano a piedi) e una terza passabile, che vi apparirà come la migliore opzione, richiesta di garanti a go go e la prova di un income di minimo 4 volte l’affitto mensile.

Succede anche che, una volta trovata, vi vediate costretti a cambiare casa per l’aumento improvviso di affitto; casa ad affitto fisso, merce rara.
Perché la verità è che, data l’elevata richiesta, a New York si affitta tutto e a qualsiasi condizione…ma insomma i miracoli accadono!
Attenzione agli annunci fake con foto da sogno ad un prezzo ridicolo, pretenderanno di farvi fermare la casa dando la caparra senza mostrarvela dall’interno, raccontandovi di essere fuori città e momentaneamente impossibilitati ad incontrarvi proponendo di fornire documenti per attestare la loro identità.
Da questa esperienza ne risulterà il conseguimento di una laurea d’onore in sociologia e strategia di compra-vendita.
So che a volte ci si può imbattere semplicemente in “un’ondata sfortunata” e che cambiare e fare nuove amicizie è bello, ma se trovate a New York City un posto in cui vi sentite bene, seguite il mio consiglio e non mollatelo! Le amicizie le farete fuori casa.
Buona fortuna e good hunting!