Il Consolato Generale d’Italia a New York come casa degli italiani, ma anche come luogo di memoria viva. Il 15 febbraio il Console Generale Francesco Genuardi ha ospitato una commemorazione del giorno del ricordo, che si celebra il 10 febbraio di ogni anno, per preservare la memoria della tragedia delle foibe e dell’esilio fiumano, dalmata e istriano del secondo dopoguerra. “Abbiamo voluto oggi tenere la tradizionale cerimonia in Consolato”, ha detto il Console, “per dire quanto teniamo a queste ricorrenze”.
“Dobbiamo sempre testimoniare come anche da New York la memoria sia importantissima,perché tutto questo non si ripeta più”, ha affermato Genuardi, che ha ricordato il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della giornata del ricordo. “È una pagina della storia che forse, negli anni scorsi, abbiamo approfondito poco e conosciuto meno, e che siamo consapevoli di dover mettere sotto i riflettori”, ha proseguito.
Una commemorazione, ha sottolineato il Console, che non è solo formale aderenza alla legge del 30 marzo 2004. “Lo facciamo con grande convinzione. Sappiate che il Consolato c’è, le istituzioni italiane a New York ci sono, e sono particolarmente impegnate a far sì che queste ricorrenze non siano solo momenti formali, ma momenti di aggregazione e cittadinanza”. Per l’occasione, Genuardi ha presentato ufficialmente la nuova Console Aggiunta, Irene Asquini, friulana di origine, “che porta in Consolato la sensibilità di giovani servitrici dello Stato che vengono da terre importanti come il Friuli Venezia-Giulia, terre che sempre hanno espresso personalità con un forte attaccamento allo Stato”.
Presenti alla cerimonia, l’associazione Giuliani nel Mondo, con Stefano Meton, presidente della sezione del New Jersey, la vicesegretaria generale CGE, Silvana Mangione, oltre a un’autorevole rappresentanza del Comites.
Durante la serata, è stata proiettata la tragica testimonianza di Piero Tarticchio, nato in Gallesano, in Istria, vicino a Pola, e costretto all’esodo nel 1947, quando i partigiani di Tito arrestarono e poi gettarono nelle foibe suo padre e altri suoi parenti. Si è inoltre esibito alla tromba Mario Fragiacomo, musicista nato a Trieste da ascendenti istriane.