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Prove di assistenza sanitaria universale: De Blasio trova la formula a New York?

Cos'è il nuovo piano annunciato l'8 gennaio da Bill de Blasio per portare l'assistenza sanitaria universale ai newyorkesi

Angelo PennatibyAngelo Pennati
Prove di assistenza sanitaria universale: De Blasio trova la formula a New York?

Bill de Blasio ad una dimostrazione contro la chiusura del Long Island College Hospital.

Time: 4 mins read

Il tema della sanità pubblica, in America come in Italia, comporta uno strano taboo. Da noi, la retorica che circonda questa complessa tematica sociale riflette spesso la decadenza e la scarsa qualità di certa parte del sistema universale (che spesso diamo per scontato) adottato dalla Repubblica Italiana, tante volte a corto di fondi e personale eppure ancora considerato tra i migliori al mondo. Negli Stati Uniti, paradossalmente, la dialettica prende, specialmente tra i volti delle nuove generazioni, la piega opposta: un costante dibattito politico con al centro un sistema sanitario privatizzato che da anni contraddistingue la medicina americana, e che spesso presenta ai suoi pazienti conti da capogiro.

La città di New York, però, sembra voler adottare delle soluzioni che porteranno all’insolita unione delle due tipologie di ciò che in America denominano healthcare. Martedì scorso, il sindaco di New York Bill De Blasio ha infatti annunciato la decisione di investire 100 milioni di dollari per la creazione di “NYC Care”, un sistema che dovrebbe, stando sempre alle dichiarazioni del sindaco, unire il campo privato a quello pubblico come mai si è visto prima. Nonostante il piano d’azione non sia ancora stato presentato per intero, alcuni dettagli sono filtrati attraverso le ricostruzioni dei più influenti media newyorkesi, come Bloomberg e la rivista New York. Prima di provare a capire esattamente cosa comporterà questo cambiamento, bisogna analizzare le basi sulle quali si andrà a fondare.

In primis, il sistema americano, è appunto largamente privatizzato, e caratterizzato dalle aziende assicurative da una parte, e dai sistemi ospedalieri dall’altra. Le spese ospedaliere sono coperte, per chi di più e per chi di meno, in base al piano di assicurazione sanitaria scelto dal cittadino. Il problema di fondo è che l’assicurazione sanitaria statunitense è molto costosa, e, in aggiunta ai costi annuali esorbitanti, accade spesso di ritrovarsi a dover pagare di volta in volta una differenza più che salata. Tutto ciò, naturalmente, per la fasce della popolazione dal reddito medio-basso comporta un problema societario che non si può ignorare. Da una parte, un costo così elevato disincentiva il cittadino a curarsi. Dall’altra, se le cure effettivamente avvengono, pone il cittadino in una situazione finanziaria a dir poco precaria.

È dunque proprio ai fini di combattere questo problema, che Bill de Blasio ha annunciato il nuovo piano, NYC Care. Il piano sanitario, al meno agli inizi, punterà proprio alle fasce di popolazione senza un concreto piano di assicurazione sanitaria. Nonostante MetroPlus, l’opzione pubblica offerta dalla città di New York esista già, e si è dimostrata altamente inefficiente ed a corto di fondi. NYC Care punterà, al meno agli inizi, proprio a coloro che, per un motivo o per un altro, non hanno accesso ad un piano assicurativo privato, che in numero fanno circa 600,000.

Per loro, NYC Care preparerà, in primis, una fitta rete telefonica mirata ad aiutare tutti i cittadini senza assicurazione ad organizzare svariati appuntamenti medici e sanitari, usufruendo dei servizi che non richiedono (e non richiederanno) la fatidica assicurazione sanitaria che cruccia molti americani.

Stando a quanto detto da de Blasio e dai portavoce del suo ufficio, questa pseudo-riforma sanitaria sarà resa disponibile vicinato per vicinato, partendo dal Bronx, e pian piano arrivando a coprire tutta la città nel giro di due anni. I servizi opereranno su una “sliding fee scale”, ovvero uno scivolo di copertura finanziaria direttamente correlato allo stato finanziario del paziente stesso. I newyorkesi che vivono in estremo stato di povertà saranno dunque i primi a riceverne i benefici, ovviamente senza costi. In base al reddito personale, poi, il resto della popolazione avrà accesso al piano targato de Blasio a costi ridottissimi, ma che corrisponderanno comunque alla posizione finanziaria del soggetto stesso.

Health care isn’t just a right in theory, it must be a right in practice. Today I’m announcing a plan to guarantee health care for all New Yorkers. Through our own public option and a new program called NYC Care, we’ll ensure the first stop for people isn’t the emergency room.

— Mayor Eric Adams (@NYCMayor) January 8, 2019

Stando a quanto riportato da Bloomberg, ad ogni partecipante verrà assegnato un medico di base “personale”, che sarà poi in grado di dirigere i propri pazienti verso gli specialisti corretti, anch’essi parte della rete sanitaria dell’NYC Care e dunque a costi stracciati, in modo tale da poter effettivamente portare della sicurezza sanitari anche ai cittadini che si trovano senza un’assicurazione sanitaria.

“Volevamo una soluzione ampia abbastanza per tutti”, ha detto proprio de Blasio, “vogliamo cercare di evitare che i cittadini si curino in modo sbagliato”. Effettivamente, il programma sarebbe un toccasana per quella fascia della popolazione che cerca di tenersi il più lontano possibile dagli ospedali, ma che poi finisce nella famigerata emergency room per la stessa negligenza. L’approdo di questo programma, insieme ad un rigonfiamento del budget sanitario di MetroPlus, potrebbe, effettivamente, essere una mossa che, almeno in principio, aiuterà a risanare un sistema inefficiente, famoso per la marginalizzazione dei meno fortunati. Sarebbe una vittoria ancora più completa se, proprio come annunciato da de Blasio, il programma non comporterà incrementi alle tasse del cittadino medio. Come dice proprio il sindaco, “non è un investimento aggiuntivo, bensì un piano per spendere i fondi già stanziati in maniera più coerente e meno divisiva”. 

Il piano, che dovrebbe raggiungere il suo apice operativo nel giro di due anni, conferma la posizione di New York nel costante dibattito nazionale che circonda la sanità. Dove negli uffici di Washington DC si discute lo smantellamento dell’Affordable Care Act implementato dall’amministrazione Obama, la città di New York conferma la propria associazione con la dialettica democratica che vorrebbe vedere un sistema sanitario meno dipendente da enti privati, e più accessibile ad un pubblico non assicurato.

Ciò che rimane da vedere, dunque, è se, effettivamente, il piano ideato da de Blasio e colleghi possa fare tutto ciò che promette con l’efficienza necessaria. Un successo del programma fornirebbe, certamente, un esempio concreto da seguire per il resto della nazione, e potrebbe, guardando al lungo termine, portare ad una lenta rivoluzione dell’intero sistema sanitario nazionale, cosa che moltissime fasce della popolazione sognano da tempo.

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Angelo Pennati

Angelo Pennati

Di Milano, ma Milano Milano, vivo a New York. Laureato in Neuroscienze ed Economia alla NYU. Drogato di narrativa in casa, rispettoso lettore fuori. Terzinaccio smonta-caviglie sul campo, Milanista disperato in primo arancio. Scienziato pazzo in un laboratorio di parole. Transplanted from Milan’s heart to New York’s. NYU graduate in Neuroscience and Economics. Narrative druggy behind closed doors, respectful reader in public. Searching for science in words and for words in science.

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