Tra coloro che hanno risposto a tono al messaggio alla nazione del presidente Donald Trump di martedì sera, c’è stato il governatore di New York Andrew Cuomo. Il quale ha dichiarato: “Gli americani sanno riconoscere la verità quando la ascoltano, e sanno anche riconoscere una retorica politica egoista e arrogante. Signor Presidente, riapra il nostro governo ora”.
Il governatore dello Stato di New York ha poi proseguito: “Un muro non è una risposta a una crisi umanitaria, né è una soluzione per mantenere il nostro paese al sicuro. Se il Presidente è serio in merito alla sicurezza delle frontiere, si unirà ai Democratici per sostenere la sicurezza intelligente e ad alta tecnologia, invece di sprecare miliardi di dollari dei contribuenti sul suo muro assurdo”.
Cuomo ha quindi sottolineato: “A New York, sappiamo che un muro non rappresenta chi siamo come americani – siamo una nazione che accoglie a braccia aperte e sappiamo che la nostra diversità è la nostra più grande forza. Proprio oggi, ho incontrato i membri della delegazione del Congresso di New York, che sono determinati a difendere i nostri principi e far tornare il governo al lavoro”. E ha chiosato: “In questi tempi difficili, lotteremo per gli interessi di New York e per i valori di New York”.
A Trump ha risposto, via Facebook, anche il sindaco di New York Bill De Blasio: “Sono il sindaco del più grande obiettivo terroristico sul pianeta e per anni ho lavorato con il Dipartimento della Polizia di New York, con l’FBI e con il Joint Terrorism Task Force. Le minacce al nostro Paese non arrivano dal confine meridionale e un muro razzista non farà stare più sicuri”.
Pochi giorni fa, De Blasio ha annunciato che la città di New York garantirà l’assicurazione sanitaria a tutti, anche a chi ha stipendi troppo bassi per permettersela o a coloro che non hanno i documenti in regola. Si tratta di una platea stimata di 600mila persone.”La soluzione definitiva sarebbe un’assicurazione sanitaria per l’intero paese pagata dai contribuenti, o Medicare per tutti. Questo è l’ideale a cui tendere, questo è ciò di cui abbiamo bisogno. E sostengo con forza il disegno di legge che verrà considerato ad Albany questa primavera, perché se Washington non agirà, allora dovrà essere il nostro governo statale ad agire”.