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October 25, 2018
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El Centro: un posto a New York da chiamare casa

È stato per me un bel regalo di quelli che ogni tanto New York decide di farti, risposta a milioni di domande, una spinta quasi a volerti indicare la strada

Sara GrecobySara Greco
El Centro: un posto a New York da chiamare casa

El Centro, Hartley House - Illustrazione e ideazione di Daniela Esposito - realizzato a mano

Time: 6 mins read

Dai, New York, ammettilo: tu sì che sai come far stare scomodi i nuovi arrivati, nessuno ti batte in questo.

Sei un materasso estraneo che non ha la forma del tuo corpo, un cuscino scomodo per la tua testa, un letto che non è il tuo, un sassolino nella scarpa, il tacco che si rompe mentre cammini in ritardo a un appuntamento, la televisione che smette di funzionare sull’ultima scena del tuo film preferito, un ciglio nell’occhio, le buste rotte della spesa tornando a casa a piedi con la pioggia e senza ombrello, ammettilo.

Dettaglio illustrazione di Daniela Esposito – realizzato a mano

Lo so, ora starete ridendo al pensiero che questa rubrica si chiami “Beauty and the city” ma ora ci arrivo…

New York ha questa cosa, di farti un regalo quando meno te lo aspetti.

Avete presente quando stai pensando di lasciare un ragazzo e proprio allora, quasi come se lo sapesse, si presenta con un bel mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini? Ecco, New York è così.

Sei lì che cammini tra la folla, nervosa per qualcosa, maledicendo il giorno in cui hai deciso di trasferirti qui pensando: ”Ma chi me l’ha fatto fare?!”

Ed è  lì che succede qualcosa di inaspettato, come se la città ti stesse ascoltando, come se la città ti stesse parlando.

El Centro è stato questo per me, un bel regalo di quelli che ogni tanto New York decide di farti, quella risposta che decide di dare alle tue milioni di domande, quella spinta quasi a volerti indicare la strada.

Quando si impara una nuova lingua si è come un bambino spaventato che muove i suoi primi passi: insicuro, incerto.

Non poter parlare ti rende impacciato impedendoti di esprimere la tua reale personalità. Il tuo umorismo, il tuo sapere, la tua intelligenza, la tua spigliatezza si trasformano in timidezza e imbarazzo.

Sembrava un giorno qualunque di circa 3 anni fa, quando mi ritrovai davanti all’antico edificio di “Hartley House” al 413 della 46esima street a Manhattan,  sede della scuola di inglese “Centro NYC” per 40 anni.

Alcune delle insegnanti di El Centro alla festa per del cambio di sede – Foto da facebook.com/CentroNYC2018

Aperta dal 1897 Hartley House aveva lo scopo di fungere da luogo per la riforma sociale attraverso l’educazione, il volontariato e la beneficenza, non col solo obiettivo di aiutare, ma di insegnare.

Hartley House sede della scuola “El Centro” per oltre 40 anni — Foto da hartleyhouse.org

 Venni accolta subito da un sorprendente calore familiare che raramente si trova nella Grande Mela.

Arrivando in classe il giorno della mia prima lezione, salendo su per quelle meravigliose, antiche scale, vidi visi sconosciuti che col tempo sarebbero diventati cari amici.

 

Susan è stata la mia prima insegnante ad El Centro, ma non l’unica.

La cosa che amo di lei è il suo modo di adattarsi ai bisogni e alla personalità di ogni suo allievo, l’originalità del suo metodo d’insegnamento, la ricerca costante, la dedizione, il sorriso rassicurante.

I ragazzi venivano da tutto il mondo: Brasile, Russia, Colombia, Ucraina, Cina, Spagna, Chile.

Chi aveva seguito il proprio marito, chi aveva lasciato i figli nel paese natìo per venire a New York a lavorare, chi come me si era trasferito da solo, chi di passaggio alla ricerca di nuove avventure, chi per inseguire il suo sogno.

Durante una lezione ad “El Centro” – Foto da centronyc.org

Eravamo tutti diversi ma uguali, perche’ stavamo vivendo gli stessi stati d’animo, la stessa storia.

Ebbi la sensazione che New York non ci avesse fatti incontrare, ma riunire.

Uscii dalla lezione col sorriso in volto, dimenticando tutte le ansie lavorative e i problemi di adattamento.

Divenne il posto per me, per noi, per rilassarsi e imparare con serenità, come se lì il tempo rallentasse, si fermasse.

Tutta la settimana ognuno di noi correva all’impazzata nelle giornate newyorkesi caratterizzate dall’assurdità e difficoltà che la vita qui ti porta ad affrontare, rassicurati dal fatto che per quelle 3 ore, due volte a settimana, si potesse tirare il freno a mano, fermandosi per un momento.

Un posto dove ritrovare se stessi, perchè non è solo una nuova lingua che devi imparare, ma anche una nuova cultura, che non ti somiglia e istintivamente non vuoi sentire tua.

Hai la sensazione che la città ti stia chiedendo di cambiare, di essere una persona diversa.

La veritá è che New York non è altro che uno specchio riflettente la tua immagine,  ed è come se qui tutte le tue paure e debolezze si amplificassero, tutto ciò che hai sempre rimandato, che non hai mai voluto affrontare, tutti i tuoi limiti sono lì davanti ai tuoi occhi, inevitabilmente visibili, crudi, quasi come se la città ti stesse dicendo: “ Ora tocca a te, non puoi più rimandare a domani”.

Così alzi gli occhi e guardandoti riflessa in quello specchio, non ti riconosci, per un attimo ti confondi e non sai più chi sei.

El Centro mi ha insegnato e dato gli strumenti per trovare la versione di me stessa in questa cittá e mi ha mostrato un intero, nuovo mondo di New York City.

Centro de Educación de Trabajadores – Foto da facebook.com/CentroNYC2018

La dedizione e l’impegno dei volontari di El Centro è qualcosa che raramente mi è capitato di vedere.

Una comunità accogliente, aperta interamente da volontari impegnati a sviluppare le competenze, la fiducia, l’indipendenza e comprensione interculturale tra newyorkesi e immigrati, divenendo in piccolo il ponte che li fa incontrare.

Da quarant’anni Centro de Educación de Trabajadores è un’organizzazione che fornisce assistenza agli immigrati offrendo corsi serali di inglese a basso costo (ESOL), preparazione all’esame di cittadinanza, servizi legali gratuiti, corsi di spagnolo e lezioni di interscambio gratuita, promuovendo la comprensione e il sostegno interculturali come diritto di tutti.

Questa scuola si distingue tra le organizzazioni non-profit di New York come un gruppo eterogeneo che condivide la passione per lo scambio culturale e la costruzione di comunità insegnando, entusiasmando e rafforzando quella che considerano la loro comunità.

Guardandomi indietro ripenso a El Centro come un posto dovo sono entrata italiana e sono uscita cittadina del mondo, il primo posto dove mi sono sentita a casa pur non essendo a casa, il posto di cui sono contenta di aver fatto parte.

Nuova sede di “Centro NYC” al Lincoln Square Neighborhood Center, 250 West 65 Street, NY NY 10023

Insegnanti e studenti si sentono felici e si divertono a comunicare tra loro; l’atmosfera che si crea rende speciale e indimenticabile El Centro.

Un’anno fa la scuola si spostò di sede; ora la potete trovare al Lincoln Square Neighborhood Center, al 250  West della 65th Street.

In quell’occasione si tenne una festa per salutare Hartley House che li aveva ospitati per 40 anni e rischiava di chiudere, con conseguente demolizione di uno dei piú antichi edifici di Hell’s Kitchen aperto 121 anni fa.

Fortunatamente il 22 Settembre di quest’anno la demolizione fu annullata.

Ricordo allegria, risate, musica, balli, giochi, buon cibo e tanti libri a disposizione di chiunque li volesse prendere.

Quella sera trovai non sò come un bellissimo, spesso, polveroso dizionario di lingua inglese datato 1961. 

Una volta arrivata a casa, scrissi sulla prima pagina:                                                                                                                                             

El Centro:

A place to call home.

Tuesday, December 12, 2017

New York

Hartley House 413

between 46st and 9th Ave.

 Thank you El Centro.

Sara,

an immigrant.

                                   

                                     

Foto da facebook.com/CentroNYC2018

El Centro:

Un posto da chiamare casa

Martedì, 12 dicembre 2017

New York

Hartley House 413

tra la 46esima e la 9a Ave.

Grazie El Centro.

Sara,

un’immigrata.

 

 

 

 

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Sara Greco

Sara Greco

Orafa e designer salentina. La mia gioventù tra mare, arte e gli ulivi della mia terra. A 12 anni ho chiesto il primo saldatore ai miei genitori invece di una normale bambola, dopo 20 anni mi ritrovo a New York. Specializzata in Italia in design del gioiello e oreficeria: metalli preziosi abbracciati a meravigliose gemme riescono a dare forma alla mia immaginazione. Nel 2012 e’ nato il mio marchio: "SARA GRECO GIOIELLI", dal motto “Arte Sensibile. Perfezione Irregolare.” Vedo per la prima volta New York 3 anni fa e tuttora lavoro come orafa e manager per un’azienda di gioielli in oro, platino e diamanti nel Diamond District. Per me il bello non come qualcosa da inventare, ma da scoprire. In “Beauty and the city”, racconto il bello di New York visto attraverso i miei occhi. www.saragrecogioielli.com A goldsmith and designer from Salento, I spent my youth between the art, sea and olive trees of my land. When I was 12, I asked my parents for my first welding torch – rather than a normal doll – and now, 20 years later, I am in New York. I specialized in jewelry design and goldsmithing: precious metals combined with magnificent gemstones shape my imagination. My brand, “SARA GRECO GIOIELLI”, was born in 2012 and its slogan is: “Sensitive Art. Irregular Perfection.”. Three years ago, I came to New York for the first time and now I work as a goldsmith and manager for a company in the Diamond District, handcrafting gold, platinum and diamond jewelry. For me, beauty is not something to be invented, but to be discovered. In “Beauty and the City”, I talk about the beauty of New York seen through my eyes. www.saragrecogioielli.com

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