La notizia ha dell’incredibile: l’Unione europea, dopo essersene fregata altamente dell’ondata migratoria che ha flagellato l'Italia, adesso ha deciso di aprire una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, colpevole, secondo Bruxelles, di non avere applicato le procedure di rilevamento delle impronte digitali dei richiedenti asilo e relativa trasmissione dati al databese Eurodac.
Il risultato è che “tra luglio e novembre sono 29mila i migranti registrati nel database contro i 65mila arrivati sulle coste italiane secondo i dati statistici di Frontex”.
Per questo l'Italia (come già la Grecia e la Croazia) ha ricevuto una lettera di messa in mora che ha mandato su tutte le furie il Governo Renzi.
Come dimostrano i dati, è innegabile che ci sia stata una falla nella registrazione delle impronte digitali. Ma perchè? Due le spiegazioni fornite. Una ufficiosa ed una ufficiale. La prima ci racconta di un atto premeditato del Governo nazionale che evitando di prendere le impronte digitali e di trasmetterle al database europeo, si è liberata di molti migranti che se ne sono andati dall’Italia. Se, infatti, le loro impronte fossero state trasmesse all'Eurodac, i migranti risultati irregolari sarebbero stati rispediti nel Paese che li ha accolti. Così vuole il regolamento di Dublino e con questo alibi l'Italia è stata lasciata sola. E, magari, avrà provato a difendersi come ha potuto.
L’altra spiegazione ci parla di una mancanza di mezzi che avrebbe impedito alle forze dell’ordine italiane, su cui è ricaduto tutto il peso della gestione di questa emergenza, di affrontare anche queste misure straordinarie.
E anche questo è vero. In questo caso la furbata è stata dell’Unione europea che ha scaricato tutto sull’Italia. Salvo poi un’apertura (famosa quella della Germania), ma solo ai rifugiati politici e possibilmente istruiti e, infine, l’ennesima retromarcia dopo gli attentati di Parigi.

Igor Gelarda
Le difficoltà incontrate dalle forze dell'ordine le conferma a la vocedinewyork.com Igor Gelarda, dirigente del sindacato di Polizia Consap che dice:
"Già alcuni mesi fa la Consap aveva denunciato che il numero dei migranti che non erano stati identificati alla frontiera era stato molto alto. Nello specifico, più volte Daniele Contucci, dirigente sindacale Consap, era tornato su questo problema, facendo una stima di circa 100 mila migranti sfuggiti al controllo delle maglie dell’identificazione. Adesso anche l’Unione europea ci accusa di essere un colabrodo, con 29 mila segnalamenti a fronte di circa 65 mila ingressi, tra luglio e novembre scorso".
"Il regolamento Eurodac – prosegue Gelarda – dispone che ai richiedenti asilo vengano rilevate le impronte digitali e trasmesse entro 72 ore al database centrale europeo. Purtroppo l'Italia dal 2003 a oggi ha pagato la cifra, record in Europa, di 183 milioni di euro di sanzioni (l’equivalente di circa 4.200 nuove volanti di Polizia o Carabinieri, per restare in tema sicurezza!!). Soldi usciti dalle nostre tasche. Disgraziatamente, per le forze dell’ordine il sistema di identificazione degli stranieri è estremamente farraginoso e dispendioso, in termini di uomini e di tempo impiegati.
Tempo e personale che la Polizia italiana – sottolinea il dirigente Consap- ormai non può più permettersi, oltre alle difficoltà già insite nel nostro apparato".
Qualche esempio?
"Ricordate che questa estate a Palermo i server della Polizia Scientifica, nel pieno dell’accoglienza profughi, andò in tilt per qualche giorno, perché il sistema di condizionamento della sala server non era idoneo e con il caldo palermitano il sistema non ha retto? Ad aprile scorso, solo per fare un esempio, personale del Commissariato Prenestino, a Roma, è stato impegnato per oltre cinque ore, nel foto segnalamento di cittadini africani approdati sulle coste italiane e trasportati in pullman a Roma. Dapprima – racconta Gelarda- gli stranieri sono rimasti due ore bloccati nel pullman per la mancanza di una certificazione medica e le conseguenti legittime riserve del personale della Polizia Scientifica ad effettuare i foto segnalamenti del caso. A peggiorare la situazione il fatto che gli immigrati non parlassero né l’inglese né la lingua araba, per le quali la polizia disponeva di interpreti. Così le procedure di foto segnalamento sono cominciate dopo due ore, con personale insufficiente e operazioni rese ancora più complesse dalla presenza di 14 minori. Moltiplicate quanto accaduto al Commissariato Prenestino per tutta Italia, ecco perché la percentuale delle persone foto segnalate è bassa. Bassissima.Senza dimenticare che le attività di foto segnalamento fanno i conti con la volontà degli extracomunitari, che possono anche rifiutare di sottoporsi ai rilievi dattiloscopici, attività di polizia che per legge non può essere coattiva".
Ma c'è di più: in Italia erano previsti sei hot spot per l’accoglienza dei migranti, cioè strutture allestite per identificare rapidamente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti e individuare subito i richiedenti asilo politico. Cinque in Sicilia: Trapani, Pozzallo, Augusta, Porto Empedocle e Lampedusa e uno a Taranto.
"Ebbene, – spiega Gelarda a lavocedinewyork.com– attualmente, ne funziona solo uno che è quello di Lampedusa. Mentre d’altra parte il famoso ricollocamento dei migranti, promesso dall’Unione Europea che prevedeva quote di 160 mila persone, di fatto ne ha ricollocato solo 160! E così il regolamento di Dublino III finisce per essere un cappio per l’Italia, dove gli immigrati entrano e non escono. Dato che la norma obbliga i richiedenti asilo a presentare la domanda nel Paese Ue in cui arrivano. Dopo che siamo stati lasciati soli ad affrontare questo tremendo esodo adesso l’Unione Europea vuole anche bacchettarci. Anzi, per essere precisi, sono state proprio le forze dell’ordine, insieme ai sanitari impegnati nell’accoglienza, che si sono fatti carico di quasi tutto".
" Siamo di fronte ad una triste realtà: il sistema della sicurezza italiano – conclude il dirigente Consap- fa fatica ad affrontare l’ordinario, per mancanza di uomini e mezzi. Come credete che possa essere affrontato l’extra –ordinario? Ebbene se qualcuno in Italia credeva nei miracoli, oggi l’Unione Europea, ci ha spiegato che la realtà italiana è un'altra. O per lo meno l’Unione Europea, la percepisce in maniera diversa rispetto a come la vede il nostro Governo. E tra le responsabilità del Governo Italiano e la rigidità intermittente dell’Unione Europea, ci sono sempre i cittadini, a pagare le conseguenze della incomprensibilità di un intero sistema".