Ignorance, del giovanissimo regista di Bagheria Andrea Lorenzini, 24 anni, studente allo IULM di Milano, ha vinto l’ottava edizione di Corto Corto Mon Amour. Il cortometraggio, girato ad Aspra, ha visto il coinvolgimento di una fetta di popolazione locale “portata a eleggere – come scrive nelle note di regia – con goffagine, l’ignoranza a proprio valore salvifico”.
Al secondo posto, il corto “Oh My God” di Guido Di Paolo, e al terzo un apprezzabile lavoro filmico del regista romano, Peter Ercolano, con il coinvolgimento di pazienti psichiatrici della Comunità Insieme. Si fanno chiamare la “Milizia dei folli” ed il regista, presente in sala, ha voluto loro regalare il premio per avere interpretato il corto dal titolo: “Il contagio” …perché viviamo in un mondo dove nessuno sorride e i matti ci chiedono di sorridere di più.
Corto Corto Mon Amour è più di un festival cinematografico, perché riesce a dare voce ai piccoli produttori, filmmakers, registi, attori, che sono fuori dai tradizionali e inaccessibili circuiti della distribuzione medio-grande. Eppure gli ingredienti per una manifestazione di successo ci sono tutti: un cinema, “Alba” in corso Umberto a Cinisi, del vulcanico Salvo Leone; un’amministrazione sempre presente fin dalla prima edizione registrata nel 2006, con la sua instancabile responsabile della biblioteca comunale, Maria Antonietta Mangiapane; e un pirotecnico direttore artistico, Vincenzo Cusumano, che dopo avere girato il mondo come organizzatore di produzioni cinematografiche e non solo, ha voluto pensare a un festival nella sua Cinisi che oggi è all’attenzione di produzioni estere: basti pensare all’arrivo, nella sua casella, di oltre 300 lavori, molti dalla Spagna.
La giuria si è trovata una prima scrematura e ha così dovuto decidere su cortometraggi internazionali di grandissimo livello come: “Ho appena fatto un sogno”, di Javi Mavarro e “I am Sami”, del regista curdo Kae Bahar; metterli a concorso avrebbe significato azzerare la competizione, ecco perché la doppia menzione speciale. Il primo ha un alto valore educativo e narra la storia di due bambine, una bianca e l’altra nera, che si svegliano, la prima da un incubo e la seconda da un bellissimo sogno. L’autore utilizza un registro narrativo duale e di cambio prospettiva. Il secondo lavoro girato a Maxmur, a sud del Kurdistan, narra la storia di Sami, un ragazzino di 10 anni costretto a mendicare con i soldati americani per aiutare il padre malato.
Il vissuto del regista è davvero incredibile: fu arrestato a 14 anni dalla polizia segreta di Saddam Hussein e barbaramente torturato. Cortometraggio capolavoro. Compatti i membri di giuria, nello scindere le produzioni internazionali da quelle squisitamente locali. Due premi ex equo per “Chiamate un’ambulanza”, di Manfredi Russo e “I predatori degli innocenti”, di Carlo Comito, entrambi girati a Palermo, con attori non professionisti con qualche eccezione come Ribisi La Spina nel primo e Michele Li Volsi nel secondo.
Apprezzabili anche i lavori realizzati nei laboratori di cinema delle scuole superiori di tutta Italia. In giuria, l’attore Paride Benassai, Maria Antonietta Mangiapane, i giornalisti Francesco Massaro, Franco Cascio e Federico Orlando, e il fotografo Vincenzo Aluia, autore di bellissimi scatti con la modella Fiorella Briguglia che ha prestato il volto per la copertina del festival di quest’anno.
* Ivan Scinardo è giornalista professionista. Laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche, è anche un grande appassionato di cinema e teatro. E' il Direttore della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia, impegno che non gli impedisce di lavorare all'altra sua grande passione: la scrittura. Per noi de La Voce di New York scrive di cinema e di teatro. Oggi, invece, ci racconta la presentazione di un libro.