E' gia inserito nel circuito dei borghi più belli d'Italia, un'esclusiva associazione di piccoli centri italiani che si distinguono per grande interesse artistico, culturale e storico.
Adesso è in gara per diventare il più bello di tutti. Parliamo di di Montalbano Elicona, piccolo comune della Provincia di Messina, arrivato in finale nella competizione (Il borgo dei borghi) lanciata dalla trasmissione televisiva Alle falde del Kilimangiaro, in onda la domenica pomeriggio, su Rai 3.
Incastonato tra i monti Nebrodi, a 907 metri di altezza, Montalbano è caratterizzato da un castello che fu residenza estiva di Federico II d'Aragona e da un dedalo di viuzze che rendono il suo centro storico affascinante e particolarissimo.
Nei pressi di Montalbano Elicona, c'è, poi, il sito megalitico dell’Argimusco – dal greco "argimoschion" – altopiano delle grandi propaggini – oggi Riserva Naturale Orientata. Il panorama che si gode da lì è unico: a Nord le Isole Eolie. A Sud, oltre la valle dell'Alcantara, la maestosa mole del vulcano Etna.
Insomma, un vero e proprio gioiello, poco conosciuto dagli stessi Siciliani, che grazie alla sua partecipazione alla trasmissione televisiva, sta facendo parlare di sé.
A sostenere la sua candidatura c'è anche la Regione siciliana, attraverso l'assessore al Turismo, Cleo Li Calzi, che ieri, insieme con il sindaco di Montalbano, Filippo Taranto, ha incontrato i giornalisti per lanciare un appello affinché tutti i Siciliani votino il borgo:
“La Sicilia è piena di piccoli grandi tesori – ha detto Li Calzi – e i borghi sono sicuramente una straordinaria risorsa. Questo assessorato intende puntare sul turismo relazionale. Capacità di accoglienza, ricchezza enogastronomica, le affascinanti realtà degli alberghi diffusi: sono alcune delle caratteristiche che fanno innamorare i turisti della Sicilia”. Nel corso della conferenza stampa l’assessore Li Calzi ha annunciato che nelle prossime settimane si metteranno a punto alcuni “educational tour” per promuovere i borghi siciliani ospitando operatori turistici e stampa internazionale.
Quindi, un appello al voto in vista della ‘finale’ del prossimo 22 marzo: è possibile sostenere Montalbano Elicona collegandosi al sito www.kilimangiaro.rai.it
“Vota Montalbano, vince la Sicilia – ha detto il sindaco Taranto – siamo orgogliosi e felici di rappresentare l’isola a questo concorso. Per il nostro comune è una straordinaria occasione di visibilità”.
C'è da dire che già l'anno scorso un borgo siciliano aveva battuto tutti gli altri: Gangi, in provincia di Palermo, sulle Madonie. Quest'anno la Sicilia ripeterà il successo?
Vedremo.
Certo è che, una vittoria sarebbe una gran soddisfazione anche alla luce di una polemica innesacata da uno dei conduttori della trasmissione in questione. Parliamo del comico Dario Vergassola, che, domenica scorsa, in diretta ha dedicato alla Sicilia una pessima battutta. Di quelle che riflettono pregiudizi e luoghi comuni, che parlano di una ignoranza che rasenta il razzismo culturale di cui giornali nazionali e tv pubbliche sono inondati. Sia per quanto riguarda la Sicilia che il resto del Sud Italia.
Cosa ha detto? Raccontando del ritrovamento di resti umani negli scantinati di un negozio francese, Vergassola ha aggiunto: "Forse si trattava di un negozio di specialità siciliane".
La reazione sul web non si è fatta attendere. Tra indignazione e sdegno. Tra commenti piccati e risentiti, anche quelli che facevano notare, con una buona dose di lucidità, che una trasmissione del servizio pubblico, che promuove viaggi e cultura, non dovrebbe permettersi certe cadute di stile.
Le scuse della trasmissione sono arrivate. Via Facebook. Ma, durante la trasmissione hanno fatto finta di nulla.
Della serie: offese pubbliche, in diretta, dinnanzi a milioni di italiani. Scuse private….
Va da sé che quella di Vergassola non è certo la peggiore battuta che abbiamo sentito. E che i danni maggiori arrivano da quegli articoli e da quei servizi che dovrebbero essere 'seri', e che, invece, sono ridicoli nei loro tentativi di denigrare tutto quello che c'è da Roma in giù. Raccontando verità parziali o dando fiato a bugie ben articolate.
Non a caso la Svimez, l'Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno, fondata da quel grande meridionalista che era Pasquale Saraceno, in più di una occasione ha denunciato "quella pubblicistica ufficiale intrisa di pregiudizi quando si parla di Sud".
Vergassola a parte, quindi, la verità è che i Siciliani e i meridionali si sono stancati. Ed era ora.