Fa molto caldo a Flushing Meadows, e gli US Open 2024 cominciano – lunedì 26 agosto – sotto la minaccia dell’afa e – per Jannik Sinner – sotto il turbine delle polemiche dopo la notizia che è stato assolto da accuse di doping rimaste sotto traccia per diversi mesi, cioè dal torneo di Indian Wells in aprile.
Il caldo non dovrebbe essere una novità. L’anno scorso, il russo Daniil Medvedev ai quarti di finale contro Andrei Rublev aveva detto a un cameraman sul campo “qualcuno morirà, e allora vedranno”. In questo 2024, gli organizzatori prendono provvedimenti: primo, usare i tetti chiudibili dei campi principali (l’Arthur Ashe e il Luis Armostrong) per ombreggiare il terreno (sono nati, naturalmente, contro la pioggia). Soluzione già usata l’anno scorso ma solo in emergenza, quest’anno diventa standard in base alle temperature registrate dal WetBulb Globe, che considera il calore diretto del sole, la velocità del vento e la percentuale di umidità. Il tetto si chiude quando la temperatura arriva a 86 gradi Fahrenheit, cioè 30 gradi centigradi.
La verità, dice Madeleine Orr, docente di ecologia dello sport intervistata dal New York Times, è che il cambiamento climatico sta modificando anche lo sport: ci ha scritto un libro, Warming Up: How Climate Change is Changing Sport. Solo nel mese di agosto in Usa diversi giocatori di football americano nei licei sono morti per il caldo. Ma sono incidenti “assolutamente prevedibili. Bisogna educare la gente; il colpo di calore ci mette trenta minuti a diventare catastrofico” dice Orr. Essenziale quindi è non cercare di resistere pensando di farcela.
Per gli US Open questo potrebbe significare partite che evitano le ore più calde della giornata – puntando sulla sera. “Sto controllando le condizioni meteorologiche più di quanto mi piaccia ammettere” ha detto Jake Garner, a capo degli arbitri e di tutta l’organizzazione pratica dei match.
Per Jannik Sinner però il calor bianco non è quello del sole. L’ambiente del tennis si è spaccato dopo la notizia: qualcuno dei suoi colleghi ha criticato le condizioni di favore di cui l’altoatesino avrebbe usufruito perché è il numero uno del mondo. Altri lo difendono ma puntano il dito contro le regole ‘pasticciate’ dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency). La sostanza vietata riscontrata a Indian Wells, l’anabolizzante Costebol, era in dose infinitesimale, pari a un miliardesimo di grammo e la spiegazione del team Sinner, che si è mosso immediatamente, è stata semplice: era presente in una pomata cicatrizzante usata dal suo fisioterapista, e il campione l’ha assorbita durante i massaggi.
L’ITIA ha subito revocato il divieto di giocare per Sinner ma si è riservata un’inchiesta approfondita che ha scagionato l’altoatesino solo la settimana scorsa. Lui ha perso solo i punti che aveva ottenuto a Indian Wells, oltre al sonno. Nel frattempo ha licenziato il suo fitness trainer Umberto Ferrara (che aveva comprato lo spray cicatrizzante) e il suo fisioterapista Giacomo Naldi.
È possibile che lo stress per questa vicenda abbia pesato sulle prestazioni di Sinner che benché saldamente al comando della classifica ATP, al Roland Garros e a Wimbledon non ha brillato come avrebbe potuto; al torneo di Roma non ha partecipato, e ha saltato le Olimpiadi per tonsillite.
Anche chi difende lui, però, se la prende con l’ITIA ricordando il caso Simona Halep, la tennista romena sospesa nel 2022 per un caso di doping da cui poi è stata scagionata (anche in quel caso una sostanza in dose minima); solo che la vicenda Sinner è passata sotto silenzio per cinque mesi, con una revoca subito concessa della sospensione provvisoria, mentre Simona Halep è stata pubblicamente infangata e ha passato 18 mesi senza giocare. In discussione quindi sono le regole, e anche i metodi dei controlli antidoping. Secondo Jean-Claude Alvarez, direttore del laboratorio di tossicologia dell’ospedale universitario di Garches, che ha dimostrato che la contaminazione da roxadustat di Simona Halep è stata involontaria, i controlli sulle urine sono inutili perché non rilevano sostanze assunte giorni prima; l’unico metodo accurato è l’analisi dei capelli.
Favoritismi o no, appare chiaro che Sinner non ha tratto vantaggi, semmai solo problemi dall’intera faccenda. Gli Open si giocano sul sintetico, la sua superficie prediletta, ma i rivali lo aspettano al varco: fra gli altri Rublev, Medvedev, e soprattutto l’inossidabile Novak Djokovic trionfatore di Wimbledon, ma anche l’altro “grande giovane”, Carlito Alcarez, che si è portato a casa il Roland Garros quest’anno, e che ahinoi è sullo stesso lato del tabellone dell’azzurro.
Primo match per l’altoatesino martedì 27 agosto contro il beniamino di casa Mackenzie McDonald; appuntamento sul campo Arthur Ashe. L’Italia trattiene il fiato – e non per il caldo.