Una notte che sembrava non voler finire più. Una partita che sembrava non voler finire più. Termina come una beffa, nel caldo programma serale newyorkese, l’avventura dell’ultimo italiano in tabellone agli Us Open. Jannik Sinner esce sconfitto dalla sfida con Alexander Zverev, che si impone in cinque set con il punteggio di 6-4 3-6 6-2 4-6 6-3.
Un match lungo e imprevedibile, giocato dai due in modo speculare. Quando uno spingeva, l’altro lo faceva più forte. E viceversa. Pochissime variazioni, se non qualche palla corta provata da Sinner, e tanta regolarità da fondo campo, sopratutto sulla diagonale di rovescio tanto cara al tedesco. Quasi cinque ore di palla picchiata fortissimo a mezza spanna dalla rete, che per la prima parte del match non è riuscita ad accendere il pubblico dell’Artur Ashe.
Tutto questo fino a quando, scoccata la mezzanotte, qualcosa è cambiato. Le gambe di Jannick, bloccate a metà terzo set da un infortunio che lo ha costretto a lasciare andare il parziale e chiamare il fisioterapista, hanno ricominciato a funzionare. E con loro si è riaccesa anche la speranza.
L’Artur Ashe capisce subito che il clima sta per cambiare e si stringe attorno a Jannik. A fine quarto set, sull’ultimo errore di Zverev che riporta il punteggio in parità, la metà di stadio che non si è fatta spaventare dall’ora tarda ed è rimasta sulle tribune scoppia in un boato. Poco prima, era stato lo stesso pubblico a fischiare uno spettatore cacciato dall’arbitro e portato fuori dalla sicurezza.

Il quinto set è una partita a scacchi, in cui Zverev dimostra di avere la strategia migliore. Improvvisamente i colpi del tedesco diventano più cauti. Non è solo la stanchezza, ad accorciargli i fondamentali, ma una meticolosa scelta tattica che paga subito, permettendogli l’allungo ad inizio parziale. Il break subito in apertura pesa come un macigno sulla testa di Sinner, che quel gap non lo riesce più a recuperare.
“La differenza sta sempre nel modo in cui interpreti lo scambio importante – diceva il coach Brad Gilbert prima dell’inizio del match – è quello che, quando si arriva a livello di top 10, decide le partite”. E il quindici che fissa il 3-0 sul tabellone, uno scambio rocambolesco che Zverev chiude con un vincente tirato sulla linea laterale, ne è la prova. Il match point di una sfida dai tanti volti, confermato dall’errore madornale sul 3-1 30-30 in favore di Zverev che gli aveva servito un assist a metà campo per provare a pareggiare il risultato.
Sinner deve recriminare uno scarso rendimento al servizio. Le statistiche parlano chiaro: Jannik ha messo in campo appena una prima su due. Un dato che ha permesso a Zverev di strappargli la battuta sei volte.
Per Sasha, così lo chiamano gli amici, arriva un nuovo quarto di finale Slam. Stavolta ad attenderlo ci sarà Alcaraz, con cui il tedesco conduce i precedenti 3-2. L’ultima partita tra i due giocata quest’anno a Madrid, però, ha visto lo spagnolo imporsi con un nettissimo 6-2 6-1 e anche mercoledì partirà favorito.