Il gesto con la mano di Ben Shelton, che mima un telefono dopo aver vinto i quarti di finale di doppio misto in coppia con Taylor Townsend, è già diventato un simbolo. “Chi è?”, è il tennis che conta.
I due americani hanno battuto le teste di serie numero 7 Schuurs e Nys in due set 6-4 6-2, attirando un’insolita attenzione sul Grand Stand mentre in contemporanea la nuova numero 1 del mondo Sabalenka giocava sull’Artur Ashe e mentre al Louis Armstrong si scontravano Medvedev e De Minaur.
Il doppio misto è un tabellone che non ha mai presa sul pubblico. Un torneo povero (appena 42.500 sono i dollari che Shelton e Townsend dovranno dividersi per aver raggiunto la semifinale. Il singolare, per lo stesso piazzamento, ne offre 775.000), che non mobilita i grandi nomi e non fa parlare di sé.
Lo Us Open, una macchina comunicativa incredibile, ai doppisti del misto non dà nemmeno spazio per le conferenze stampa post match. Eppure, per Ben e Taylor, gli spalti erano pieni e l’atmosfera caldissima.
Entrambi mancini, esprimono un gioco frizzante e imprevedibile. Al servizio sono praticamente intoccabili: Townsend sfrutta in modo impeccabile gli angoli e Shelton sta macinando numeri da fenomeno. È suo il servizio più veloce del torneo, 240 chilometri orari: appena 5 in meno del record assoluto di Flushing Meadows fatto segnare da Andy Roddick ormai molti anni fa.
Un tennis d’attacco che trova la massima espressione nel gioco a rete di Townsend, delicatissima e varia come nessuna nel circuito femminile. Non è un caso che, oltre alla seminale nel doppio misto, Taylor sia in corsa anche per il titolo di doppio insieme alla compagna Fernandez (giocherà proprio oggi per raggiungere la semifinale).
Ma non è solo la loro abilità ad essere un piacere per gli occhi. Ciò che davvero attrae della coppia americana (lui 20 anni e lei 27) è la loro sintonia. Si divertono in campo, ridono, scherzano e si prendono in giro. Si incitano a vicenda e cantano: a vederla così, sembra la trama di un film. Lui, giovanissimo rampollo della scuola americana con un sorriso raggiante e un fisico da quarterback del college. Lei, ex numero 1 del mondo nella classifica Junior che ha dovuto sopportare a lungo derisioni e pregiudizi per un fisico non in linea con i canoni tradizionali del tennis femminile. Insieme sono un connubio di energia e spensieratezza. E a tennis giocano benissimo.
“È stata la nostra partita più bella”, ha detto Shelton dopo i quarti di finale. Una sfida vinta contro pronostico che è solo l’ultima delle imprese compiute nel torneo. Loro, partiti senza alcuna di testa di serie, il primo match lo hanno giocato e vinto con i numeri 4 del seeding, Luisa Stefani e Joe Salisbury, superati con il punteggio di 6-4, 7-6(5). Poi, contro il muro americano, si sono scontrati Sutjiadi e Bopanna, anche loro sconfitti in due set.
Per un posto in finale potrebbero vedersela con i numeri 1 del ranking, Pegula e Krajicek, che oggi giocheranno contro Perez e Rojer.
Qualunque sia l’esito, Shelton e Townsend hanno già scritto i loro nomi nei cuori dei tifosi del Queens. Lo hanno fatto a modo loro, con uno stile americano inconfondibile.