La festa tricolore al Roland Garros è già cominciata. Sara Errani e Andrea Vavassori hanno conquistato il titolo nel doppio misto superando gli statunitensi King e Townsend: è il loro secondo trionfo Slam in carriera. Domani sarà la volta di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, protagonisti assoluti in singolare, attesi nelle rispettive semifinali sul rosso del Bois de Boulogne.
Una doppia presenza azzurra in questa fase del torneo non si vedeva dal 1960, quando il tennis era ancora un evento da televisori in bianco e nero e trasmissioni occasionali della Rai. Era un mondo diviso tra dilettanti e professionisti, riuniti solo nel 1968 con l’inizio dell’era Open, proprio a Parigi. All’epoca, Ken Rosewall batté Rod Laver in una finale storica. Ma già otto anni prima, la Coppa sul rosso parigino parlava italiano: Orlando Sirola superò nei quarti la testa di serie n.1 MacKay, mentre Nicola Pietrangeli eliminò Gimeno e poi trionfò in finale contro il cileno Ayala, vendicando l’amico di sempre.
Ora tocca a Jannik e Lorenzo, i due gioielli del nuovo Italtennis. Entrambi cercano l’ingresso in finale e, magari, un posto nella storia accanto a Pietrangeli (1960 e 1961) e Panatta (1976). Sinner affronterà Djokovic, reduce dal centesimo titolo in carriera e alla caccia del suo 25° Slam. Musetti troverà invece Alcaraz, dominatore sulla terra battuta e già vincente quest’anno sia a Montecarlo che al Foro Italico contro l’azzurro.
Jannik Sinner, all’undicesimo match dopo tre mesi di stop:
“Ho fatto un percorso molto continuo con tanti risultati incredibili, tante finali. È il frutto di moltissimo lavoro messo insieme, anche se arriverà il momento in cui faticherò ad andare avanti. Una semifinale Slam non è mai scontata: due settimane sotto pressione richiedono fatica fisica e mentale. Sono fiero di essere qui, non ero sicuro di farcela. Nole? È tornato al suo livello, gioca molto bene. È un fuoriclasse mai sazio. Sarà un match tattico: guarderò dal mio lato del campo, concentrandomi sul mio gioco.”
“È bello far parte di questo pezzo della nostra storia del tennis. Sono felice di quello che sta facendo il Muso, ha trovato stabilità dentro e fuori lo stadio: è numero 7 al mondo, il prossimo step sarà entrare nei primi 5. Sono il primo tifoso quando va in campo, mi piace tantissimo. Ha un gioco totalmente diverso dal mio, molto più bello da vedere.”
Lorenzo Musetti, alla seconda semifinale Slam dopo Wimbledon 2024:
“Al momento non mi sento un campione, ma credo di poterlo diventare. Se continuerò su questa strada a fine carriera potrò dirlo: mi piacerebbe in un futuro essere riconosciuto come tale.”
“Sinner non è solo un compagno, è il numero uno al mondo. Ci siamo sempre scambiati tanti complimenti, lui loda spesso il mio gioco. Sentirglielo dire è un piacere. Se dovessi rubargli qualcosa è la sua mentalità, la freddezza in campo, il modo di gestire le situazioni più delicate. Lo invidio per questo, sto lavorando per essere come lui. A me vengono naturali tante cose, lui questo istinto ce l’ha dentro. È speciale.”
“Il mio rapporto con Simone Tartarini è antico, lui è il coach che mi ha seguito nella crescita da bambino a ragazzo e a uomo. Sempre insieme, è la nostra forza specie quando non va tutto liscio. Momenti brutti ci sono stati, però ho trovato persone che mi hanno ricordato chi ero e da dove venivo. E le volte che ho alzato troppo la testa, mi hanno riportato con i piedi per terra. Insegnamenti che vorrei trasmettere ai figli.”
Carlos Alcaraz, 22 anni, campione uscente a Parigi:
“Lorenzo sta giocando alla grande. Ho visto le statistiche, s’è appena unito a un piccolo gruppo di campioni che hanno raggiunto almeno la semifinale nei grandi eventi della stagione sulla terra battuta. Il dato dice quanto stia bene in questo momento. Sarà una bella battaglia, un gran match. La finale di Montecarlo, la semifinale a Roma… la gente aspetta questa partita. Devo farmi trovare pronto.”
“Jannik è uno di quei giocatori che amo guardare quando gioca. Mi piace studiare gli avversari. Osservandolo in azione, mi sento ispirato a dare il massimo.”
Novak Djokovic, alla 51ª semifinale Slam:
“Spero di riuscire a reggere fisicamente il ritmo di Jannik, è una grande sfida per me. Sarà sempre più difficile perché ho 38 anni, ma è una cosa positiva. Ho dimostrato a me stesso e agli altri che posso ancora giocare al massimo livello ed è una magnifica sensazione. Voglio godermela: mi nutro degli Slam.”