“Sto meglio”, sono le uniche rassicurante parole di Sinner. Dopo la grande paura per il malore di ieri durante il match vinto contro il danese Rune, Jannik è tornato in campo nel pomeriggio australiano. Su un cout periferico, lontano dalle tre arene centrali e dal solito seguito di tifosi entusiasti, per un allenamento che più leggero non si può. Soltanto una presa di contatto confidenziale, lui da una parte e oltre la rete i due coach Vagnozzi e Cahill. Ad assistere il preparatore atletico Panichi e il fisioterapista argentino Badio. Qualche palleggio a bassa intensità, poi scambi sempre più veloci: in tutto un’ora e mezza scarsa di gioco, per verificare le condizioni fisiche prima della partita che giocherà in sessione serale (alle 9.30 del mattino in Italia) contro il padrone di casa Alex De Minaur. Una sfida che vale la semifinale dell’Australian Open.
Ansia o una patologia gastrointestinale legata al caldo, all’afa e all’umidità di Melbourne, il malessere sembra dunque essere superato. Di sicuro sul fuoriclasse grava anche il pensiero della sentenza del Tas ad aprile sul caso Clostebol, che lo tiene sulla graticola da quasi un anno. Sinner però ha dimostrato di saper reagire anche mentalmente al problema fisico accusato in quel secondo set: ha barcollato sfinito, però è rimasto in piedi e ha messo al tappeto l’avversario. E’ un pugile mingherlino con il punch di un peso massimo. Certo le immagini della sofferenza in mondovisione hanno emozionato e preoccupato. Moltissimi i commenti sui social per l’altoatesino entrato nel cuore della gente. Uno, anonimo, li riassume tutti: “Vedere le mani tremanti di Sinner mi ha fatto un’enorme tenerezza. Ho un figlio della stessa età, e pur pensando a Jannik come un campione a cui la vita ha riservato tutto il bene possibile (per merito suo) vanno considerate le pressioni che gli pesano sulla testa. È inimmaginabile che possa gestirle: non c’è solo il giocatore di tennis, c’è il ragazzo con le sue fragilità e si è visto. Si sente addosso il peso della nazione sportiva, che si aspetta da lui sempre di più e questo è un privilegio. Ma ora, a traguardo raggiunto, le responsabilità sono diventate enormi. Forse troppe per un giovane di 23 anni”.
Il confronto con De Minaur, testa di serie numero otto, sarà l’ennesima prova anche in tal senso. L’australiano è la sua vittima preferita per caratteristiche di gioco, ma avrà l’intero stadio dalla sua parte: “Per battere Jannik dovrò fare qualcosa che non ho mai fatto prima”, ha detto alla vigilia. Il bilancio dei confronti diretti è 9-0 per l’azzurro che ha prevalso su ogni superficie: il cemento, il veloce indoor, la terra battuta. Chi avrà la meglio affronterà il vincente del match tra Lorenzo Sonego e Ben Shelton. L’americano numero ventuno del seeding, giustiziere di Musetti, è favorito ma il torinese sta volando e ha nel servizio l’arma da contrappore alla potenza del rivale. Un derby italiano in semifinale è il sogno degli appassionati.

Fa discutere intanto una decisione della Wada che richiama indirettamente la vicenda Sinner. L’Agenzia mondiale antidoping ha annunciato che non farà ricorso per l’assoluzione della numero due del mondo Iga Swiatek. La polacca era risultata positiva alla trimetazidina, farmaco utilizzato nel trattamento di problemi cardiaci, in passato già al centro di casi di doping. Dopo la denuncia dell’Itia, il tribunale indipendente che sovrintende all’integrità del tennis, la Swiatek ha patteggiato la sospensione di un mese. Senza ulteriori conseguenze. Motivo della pena quasi simbolica? La difesa ha presentato prove oggettive che la sostanza illecita era finita per un errore di lavorazione nell’integratore, usato comunemente dall’atleta conto il jet-lag. Come riporta il comunicato, la Wada “dopo attenta analisi ha accettato l’ipotesi della melatonina contaminata”. Non ci sarebbero stati quindi i presupposti scientifici per contestare il verdetto davanti al Tribunale dello Sport di Losanna. La Wada ha ritenuto “la spiegazione della contaminazione ben dimostrata, la decisione dell’Itia conforme al codice antidoping e che non ci fossero basi ragionevoli per appellarsi”.
Tutto l’opposto rispetto al caso Clostebol, per cui la Wada ha presentato ricorso chiedendo al Tas da uno a due anni di squalifica per Sinner. La cui positività è peraltro un accertato effetto trasversale – lo spray vietato era stato usato su sé stesso dal fisioterapista – e non l’effetto di una assunzione diretta (per quanto involontaria) di una pillola per dormire, com’è avvenuto alla Swiatek. Difficile non pensare a un accanimento, visti i due pesi e le due misure adottate.