Tutti a caccia dell’Inter. Sabato prende il via il campionato di Serie A e gioco forza il ruolo della lepre spetta ai nerazzurri campioni d’Italia in carica: il gruppo di Simone Inzaghi riparte con i favori del pronostico dopo aver ottenuto la seconda stella e il tricolore numero 20. Si riparte dopo un momento molto duro per il calcio italiano, con un Europeo che ha messo a nudo le carenze azzurre e più in generale quelle di un sistema che sembra sempre più arrotolarsi su se stesso tra l’indissolubile legame con i soldi delle tv, club indebitati, giocatori dalle qualità mediamente carenti. Il frutto di mondi che non si parlano – e che magari si stanno anche sull’anima – come Federazione e Lega, dove ognuno pensa al proprio orticello. Scenario quasi spazzato via per tre settimane dalla sbornia olimpica, dalle 40 medaglie azzurre, dal “tutti per uno e uno per tutti”: una ventata d’aria fresca racchiusa stoppata dalla cerimonia di chiusura della kermesse parigina.
Ora torna il momento della serie A e dei club, dei punti che contano, forse – more solito – anche delle bagattelle di quartiere e delle polemiche arbitrali. Partiamo da un presupposto: fare la griglia dei valori della prossima serie A, oggi, è impossibile. Per quella ci aggiorneremo la sera del 30 agosto, quando suonerà il gong del calciomercato dopo due turni di campionati già giocati e un terzo alle porte: solo a quel punto sarà più chiaro il quadro delle forze in gioco. Specialmente perché in queste due settimane di mercato dovrà succedere e succederà tantissimo: ci sono molte squadre davvero indietro con i lavori, in un’estate scandita da Europei, Copa America e anche Olimpiadi. Gli allenatori hanno abbracciato i rientranti via via, i direttori sportivi hanno dovuto fare i conti con esuberi, soldi che mancano e concorrenti pericolose se non imbattibili, in particolare la Premier League: non a caso, chi costa soldi veri va per lo più lì, in Inghilterra.
Come detto l’Inter sorride, con il tricolore sul petto, con due ottimi parametri zero inseriti per tempo come Taremi e Zielinski per tamponare l’impossibilità di spendere cifre maxi: con Oaktree al comando, se non altro per il momento si evitano le cessioni dei big e tanto basta per ripartire con i favori del pronostico. Dietro di loro, un guazzabuglio che si dipanerà poi nei prossimi giorni. Anche perchè tante squadre hanno cambiato allenatore ed è un bel caos battezzare chi avrà un impatto positivo e chi no: torna in serie A Antonio Conte alla guida di un Napoli che ha sete di rivincita. Con un asterisco chiave: bisogna capire quanto Conte e Oriali – due grandi prese – terranno lontano il presidente De Laurentiis dallo spogliatoio. Più ci riusciranno, meglio andranno: in fondo, il numero uno del Napoli ha già dettato legge lo scorso anno, con figure di secondo piano o deboli, e i risultati si sono visti. Certo, c’è un mercato da finire che ruota tanto attorno all’addio di Osimhen, annunciato da mesi e non ancora concretizzato.

Poi c’è il Milan: finito il ciclo di Stefano Pioli, tocca a Paulo Fonseca. Scelta particolare quella sull’allenatore reduce dall’esperienza al Lilla, in un club che per il momento sembra aver un po’ perso per strada la leadership del periodo Maldini-Massara, con Ibrahimovic ancora in fase di apprendistato dietro la scrivania: paletti economici importanti non permettono voli pindarici, Morata è una buona intuizione ma resta tanto da fare. Della Juventus di Thiago Motta ho già parlato in minima parte nell’ultimo episodio di Yellow Card, ma la costruzione della squadra è stata per settimane a un punto morto. Ora va tutto fatto in quindici giorni: il tempo non manca – i soldi forse – ma Giuntoli ha fatto lavorare il suo nuovo tecnico con una quindicina di elementi e un manipolo di ragazzini, con ben sette fuori rosa. Non esattamente le fondamenta che l’allenatore brasiliano sperava.
Capitolo romane: la Roma – che ha confermato De Rossi – fin qui ha fatto probabilmente il mercato di maggiore impatto, con i colpi Soulé e Dovbyk, mentre la Lazio si è dedicata al piccolo cabotaggio e l’augurio è che un signore (oltre che uno capace di centrare un paio di salvezze miracolose) come Marco Baroni abbia le armi per potersi giocare come merita la chance che vale una carriera. Le altre? Giudizio sospeso per l’Atalanta, che ha confermato Gasperini e ha ormai uno status europeo ma il gravissimo infortunio di Scamacca e la querelle Koopmeiners potranno incidere. Più indietro le altre, dal nuovo Bologna di Italiano – ma senza Zirkzee e Calafiori – all’altrettanto nuova Fiorentina di Palladino, senza dimenticare il Torino che ha aperto l’era Vanoli, via via fino alle tre neopromosse: l’ambizioso Como di Fabregas, che al pronti-via ha perso la stella Varane per infortunio, il Parma di Pecchia che vivrà delle lune dei suoi esterni offensivi e il Venezia di Di Francesco, per il momento l’ultima della classe come qualità ma rilanciata dalla partnership con Nocta della star musicale Drake. Tutte ai nastri di partenza, la serie A sta per ricominciare.