Sarà una partitissima. L’Italia di Julio Velasco da una parte, oltre la rete gli USA di Karch Kiraly. I due Capitan Leggenda si danno appuntamento per domenica all’ora di pranzo: munitevi di panini, birra e popcorn e incollatevi alla tivù, c’è in palio l’oro olimpico del volley rosa. Le azzurre hanno liquidato 3-0 con qualche brivido la Turchia, già battuta seccamente nella poule; le ragazze a stelle e strisce hanno fatto fuori il Brasile a capo di un drammatico tie break, dimostrando, se ce n’era bisogno, di avere tecnica e cuore. Per l’Italia sarà un’esaltante prima volta e ci vorranno tutte le arti (e le bugie) del lider maximo per raccontare che la finale va affrontata come un match qualunque. Conviene crederci a occhi chiusi, anche se Lorenzo Bernardi — il giocatore del secolo, assistant coach al fianco di Massimo Barbolini — ha ammesso: “Dobbiamo finire il lavoro”.
La prima parte della costruzione è venuta su bene nella sfida contro la Turchia guidata da Daniele Santarelli, che per un ricorrente scherzo del destino s’è trovato a fronteggiare la moglie Moki De Gennaro, asse portante della squadra avversaria. Le nostre hanno iniziato tutti e tre i set rincorrendo, perché se non si soffre almeno un po’ che gusto c’è. Soprattutto il primo round s’è complicato fin quasi allo striscione d’arrivo, malgrado le prodezze di Egonu e Sylla in attacco: è stata Danesi a mettere la firma, dopo che una difesa super aveva murato la mano pesante di Vargas. Seconda partita in fotocopia, filata via punto a punto finché Velasco ha messo in campo l’arma letale: Ekaterina Antropova, che ha fatto tutto da sola servendo e schiacciando come se non ci fosse un domani.
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Logico a quel punto il legittimo rilassamento, condito da qualche errore “che contro le americane non possiamo permetterci”, ha ammonito il Totem a evitare pericolosi entusiasmi. L’equilibrio è durato fino al 20-19, tra ripetute chiamate al Var e tanta confusione al tavolo arbitrale. In quel momento è però salita in cattedra Sarah Fahr con tre muri consecutivi che hanno spento la Turchia. Alla chiusura ha provveduto Sylla, caricando le compagne sul pullman che porta in finale. “Ci arriveremo da sfavoriti, gli USA sono fortissimi”, ha mentito Velasco davanti alle telecamere. Per poi aggiungere: “Smettiamola con l’ossessione della medaglia d’oro, quest’incubo insegue tutte le squadre nazionali condizionandone negativamente il rendimento. Dobbiamo imparare a festeggiare ciò che abbiamo già, senza pensare a quel che potremmo avere”. L’operazione finale è un cantiere aperto, basta aspettare per sapere come andrà a finire.
C’era attesa anche allo stadio, sulla pedana del salto in lungo, dove Larissa Iapichino, fiorentina, 22 anni, ha provato a salire sul podio. Tentativo mancato di un soffio: la figlia d’arte — per i due o tre che lo ignorano il papà coach è Gianni Iapichino, la mamma è Fiona May — ha annusato il bronzo al secondo balzo: 6,87, misura che però non è riuscita a incrementare nel seguito. Alla fine della fiera si è così ritrovata quarta dietro l’americana Davis-Woodhall (unica a superare i sette metri), la tedesca Mihambo e l’altra statunitense Moore con 6,96: appena nove centimetri più di Larissa, che avrà tutto il tempo per rifarsi ragazzina com’è.

Show allo stato puro nella sera della pista con la velocità. Noah Lyles, re dei 100 metri, voleva il bis sui 200 ma s’è dovuto accontentare del bronzo, castigato da Tebogo del Botswana: l’outsider è arrivato sul traguardo rialzato, battendosi il petto e stampando un fantastico 19″46. Argento all’altro americano Bednarek. In mattinata era di scena il quartetto azzurro della 4×100, campione olimpico uscente, che ha acciuffato la finale tra i brividi. Passavano direttamente le prime tre squadre, nella nostra batteria siamo finiti quinti. Dopo dieci minuti di thrilling la classifica comparata ci ha premiati: Melluzzo (10”34), Jacobs (9”21), Desalu (9”35) e Tortu (9”17) hanno segnato un complessivo 38”07 che difficilmente basterà a difendere il titolo conquistato tre anni fa. Anche se Jacobs è un uomo di fede: “Possiamo ripetere Tokyo”, ha detto convinto. Che la forza sia con voi.