The stage is set. Domenica sera, all’Olympiastadion di Berlino, saranno Inghilterra e Spagna a contendersi il titolo di campione d’Europa. Due squadre sicuramente diverse tra loro, accomunate però dall’incredibile quantità di talento delle rispettive rose.
Le Furie Rosse tornano a giocarsi la finale del campionato europeo 12 anni dopo la loro ultima apparizione. Una partita che, purtroppo, ricordiamo bene anche noi Italiani: nel 2012, infatti, la nazionale allenata al tempo da Vicente del Bosque strapazzò gli azzurri di Prandelli, infliggendo loro un sonoro 4-0. Con quella vittoria, la Spagna chiuse il ciclo iniziato 4 anni prima, con la vittoria di Euro2008, ai danni della Germania, e con il trionfo al mondiale sudafricano del 2010, dove un gol di Don Andrés piegò l’Olanda ai supplementari.
12 anni dopo Xavi, Iniesta, Ramos, Villa, Torres e soci, dunque, una nuova generazione vuole riportare le Furie Rosse sul trono del continente. Con Nacho e Carvajal a comandare la difesa, Rodri a governare il centrocampo e Lamine Yamal e Dani Olmo ad inventare lì davanti, la Spagna ha espresso sicuramente il miglior calcio di questo torneo. Una squadra ben messa in campo quella di Luis de la Fuente, a cui va dato il merito di essere riuscito a dare il giusto equilibrio ad una formazione che nel recente passato era troppo propensa ad attaccare e poco attenta nel ripiegare in difesa.

Nel corso della manifestazione, le Furie Rosse hanno subito solo 3 gol, tra cui un’autorete. Un salto di qualità notevole, che dice molto su questa squadra. Se a questa ritrovata solidità difensiva, si aggiunge la qualità del gioco e dei suoi interpreti, la strada per Berlino è presto tracciata.
All’Olympiastadion, dunque, Yamal e compagni dovranno vedersela con l’Inghilterra di Gareth Southgate, che ieri sera ha battuto in rimonta l’Olanda, grazie ad un gol al novantesimo di Ollie Watkins. Per i Tre Leoni, quella di domenica sarà la seconda finale europea di fila. Tre anni fa, nel templio di Wembley, i rigori, come sempre, furono fatali a Kane e soci, costretti ad arrendersi all’Italia di Roberto Mancini. Grazie alla rosa più talentuosa degli ultimi 20 anni, però, l’Inghilterra, seppur tra mille difficoltà e tra lo scetticismo dei suoi stessi tifosi, è di nuovo lì, a 90 minuti da un trofeo che nella sua storia ultracentenaria non ha mai vinto.

L’ultimo, ed unico, trionfo della nazionale risale all’ormai lontano 1966, quando Bobby Moore sollevò la coppa del Mondo al termine della (discussa) finale con la Germania Ovest. 58 anni dopo la leggendaria tripletta di Geoff Hurst, dunque, i Tre Leoni hanno un nuovo match point a disposizione.
Nonostante un avvio tutt’altro che esaltante, la squadra, in occasione della semifinale, è sembrata finalmente cosciente del proprio potenziale e della propria forza.
Questa rosa può vantare di fenomeni di primo livello, destinati a prendersi la scena dei prossimi 10 anni. Jude Bellingham, papabile Pallone d’oro 2024, Phil Foden, Bukayo Saka: tutti giocatori nati all’inizio del nuovo millennio, e già protagonisti con i rispettivi club, Real Madrid, Manchester City ed Arsenal.
Le premesse per una grande finale ci sono davvero tutte. Non resta che metterci comodi ed aspettare pazientemente l’arrivo dell’attesissimo “giorno del football”.