A poche ore dalla palla due di gara 3 delle Finals, la NBA piange la scomparsa di uno dei suoi eroi più iconici. E’ venuto a mancare all’età di 86 anni Jerry West, leggenda della pallacanestro statunitense ed eterna bandiera dei Los Angeles Lakers, con i quali ha scritto alcune delle pagine più importanti della storia di questo sport, prima da giocatore e poi da dirigente.
West entrò nella lega dopo essere stato selezionato dalla franchigia della città degli angeli nel 1960: quella gialloviola, sarà l’unica canotta che vestirà in carriera. Giocatore dalla tecnica sublime, il numero 44 è stato uno dei marcatori più prolifici della storia della NBA, nonché uno dei più decisivi: non è un caso, infatti, che il suo soprannome fosse quello di “Mr. Clutch”.
La sua unica sfortuna da giocatore, è stata quella di aver incrociato sulla propria strada i Boston Celtics di Bill Russell, contro i quali perse ben 7 delle 9 finali disputate in carriera. Nel 1969, dopo il KO contro i biancoverdi in gara 7, venne eletto MVP della serie: ad oggi, resta l’unico giocatore di sempre ad aver ricevuto questo riconoscimento nonostante la sconfitta. 3 anni più tardi, Jerry riuscì a vincere l’agognato anello, battendo i New York Knicks nella rivincita delle Finals del 1970.
La bellezza e la regalità del suo gioco hanno ispirato generazioni di fenomeni e gli stessi vertici della lega, che proprio prendendo spunto dalla sua silhouette lanciarono sul mercato il logo che ancora oggi rappresenta la NBA nel mondo.

Una volta appese le scarpe al chiodo, e dopo una breve parentesi da allenatore, West ha iniziato la carriera da dirigente, affermandosi probabilmente come il più grande general manager della storia dei Los Angeles Lakers. E’ stato lui infatti l’architetto dei gialloviola degli anni Ottanta, quelli dello Showtime, capitanati da Magic e Kareem.
Dopo 5 titoli vinti tra il 1980 ed il 1988, nel 1996 Jerry portò ad L.A il centro più dominante del tempo, Shaquille O’Neal, strappato ad Orlando con un contratto record. In quella stessa estate, si assicurò le prestazioni di un ragazzino che si era dichiarato eleggibile per il draft subito dopo aver finito il liceo. Quel diciottenne, che di nome faceva Kobe e di cognome Bryant, diventerà il più grande Laker di sempre. Col duo Shaq-Mamba, i gialloviola vinceranno 3 titoli di fila, ma questa è un’altra storia.
Negli ultimi anni, invece, West ha lavorato per i Golden State Warriors, l’ultima dinastia in ordine di tempo della NBA, per poi fare ritorno nella sua L.A, stavolta sponda Clippers. Questa mattina, Mr. Clutch si è spento nella sua residenza californiana, assistito fino alla fine dalla moglie Karen. Il mondo della pallacanestro, oggi, non può far altro che togliersi il cappello e salutare con rispetto uno dei suoi interpreti più iconici.