Jannik Sinner numero due del mondo: ci arriva con la vittoria del torneo di Miami battendo il bulgaro Grigor Dimitrov con un facile 6-3, 6-1 dopo aver sconfitto il russo Medvedev in semifinale (6-1, 6-2). L’altoatesino scavalca nella classifica ATP Carlos Alcaraz, l’altro prodigio di questa generazione di ventenni, ma non Novak Djokovic che resta sul tetto del mondo – per ora, nonostante l’eliminazione da Indian Wells ad opera dell’azzurro Luca Nardi, e il forfait per il torneo della Florida.
La finale di Miami è parsa equilibrata solo nei primi game; Sinner ha strappato il servizio al bulgaro conquistando il 3-2 e da lì è andata in discesa, anche se ha dovuto a sua volta salvare qualche palla break, con estrema lucidità, sia nel primo che nel secondo set. Dimitrov è stato aiutato dal servizio e da qualche bel colpo, ma ha sbagliato sempre di più man mano che il secondo set proseguiva.
“Una stagione bellissima”, ha detto Sinner, ma ora il gioco si fa sempre più duro. Per raggiungere la vetta del ranking Atp (la classifica della Association of Tennis Professionals) dei tennisti uomini, dovrà difendersi da Alcaraz e cercare di raggiungere Djokovic; ci arriva mentre comincia la stagione dei tornei sulla terra battuta, la superficie a lui meno congeniale. Tornerà subito in Europa per il Masters 1000 sulla terra di Monte Carlo che comincia il 7 aprile. Poi a Madrid (dal 24 aprile) e a Roma (dal 6 maggio) per i due Masters 1000, poi sarà la volta dell’imperdibile appuntamento del Roland Garros (27 maggio), il secondo Slam di questa stagione dopo gli Open di Australia vinti proprio dall’azzurro.
Poi ci saranno due impegni sull’erba con l’ATP 500 di Halle (7 giugno) e il terzo Slam della stagione, Wimbledon a Londra (1 luglio), prima di tornare a Parigi per le Olimpiadi 2024 (29 luglio).
Il calendario è serratissimo. Ciascun torneo comporta una quota di punti che vale 12 mesi, quindi il ranking quindi non parte da zero ogni gennaio ma si ricompone torneo dopo torneo.
Al di là del valore simbolico – che non è certo indifferente: nessun italiano è mai stato numero 1 del mondo, e neanche numero 2, solo Adriano Panatta era arrivato al n. 4 – il ranking Atp determina soprattutto il piazzamento nelle teste di serie e quindi la possibilità di incontrare gli avversari più temibili solo nelle ultime fasi di un torneo.