Al termine di una finale combattuta fino all’ultima sirena, la Germania si aggiudica il primo mondiale della sua storia. La squadra di Gordon Herbert gioca l’ennesima grande partita del suo torneo, riuscendo a battere in volata una infaticabile Serbia.
Dopo il bronzo del 2002, Wagner e compagni riscrivono la storia della pallacanestro tedesca, conquistando la coppa del mondo a Manila. Una gara durissima quella tra le due compagini europee, giocata ad un’intensità spaventosa per tutti i 40 minuti. Nel primo quarto, la Serbia cerca di abbassare i ritmi, costringendo così la Germania a non poter correre in transizione. Inizialmente la mossa di Pesic paga, ed i “Plavi” riescono a costruirsi un piccolo vantaggio, grazie ad una grande difesa ed ai tiri del suo capitano, Bogdan Bogdanovic, un uomo in missione. Dopo un avvio non facilissimo, i tedeschi iniziano a sbloccarsi, trovando la via del canestro con percentuali a tratti incredibili: Franz Wagner non sbaglia mai dalla lunetta, mentre Obst riprende a martellare la retina avversaria con una meccanica di tiro semplicemente perfetta.
Nel secondo periodo, le due finaliste continuano a segnare a ripetizione, firmando sorpassi e controsorpassi: guidata da un grande Voigtmann, la Germania prova ad allungare sul +6, ma viene ripresa subito dal solito Bodganovic, coadiuvato da un ottimo Petrusev. Il primo tempo si chiude sul 47 pari, con l’equilibrio che regna sovrano sula finalissima. La partita inizia a cambiare volto nel terzo periodo, quando la squadra di Herbert comincia a difendere in maniera asfissiante, costringendo i serbi a forzare le loro conclusioni e cancellando dalla partita Milutinov, giocatore chiave dei “Plavi” nel pitturato. Dall’altro lato del campo, Dennis Schroder riesce a bruciare sul primo passo i propri marcatori, trovando lo spazio per una serie di penetrazioni che continuano a far lievitare il vantaggio tedesco. Nel quarto periodo, le percentuali al tiro della Serbia scendono drasticamente, e la Germania piazza il break decisivo: Schroder, Voigtman e Wagner giganteggiano in fase offensiva ed a pochi minuti dalla fine la gara sembra essere praticamente in ghiaccio.
La pallacanestro, però, ce lo ha insegnato in tutti i modi possibili: mai dare per spacciati i serbi. Con i tedeschi padroni del campo, un commovente Aleksa Avramovic, con una serie infinita di giocate dal grande Q.I cestistico, riapre quasi da solo la finale, portando i suoi a soli 3 punti di distanza dagli avversari. La Germania si ritrova improvvisamente all’angolo, mentre gli uomini di Pesic riescono a costruire il tiro del possibile pareggio: la conclusione mancina di Marko Guduric, però, si ferma sul ferro. L’errore del giocatore del Fenerbahce, di fatto, chiude la partita: dopo il pericolo scampato, infatti, Schoroder ne approfitta per cocretizzare le ultime “sgasate” della sua finale, che allontanano definitivamente il pericolo di una clamorosa rimonta. Al termine di una partita infinita, la Germania si impone con il risultato di 83-77, e per la prima volta nella sua storia si laurea campione del mondo.
Un trionfo meritato, per una squadra che fin dall’esordio ha deliziato tutti gli appassionati con una pallacanestro moderna, veloce e concreta. E’ la vittoria di Franza Wagner e Dennis Schroder, rispettivamente MVP della finale e della manifestazione, ma soprattutto di un gruppo non facile da tenere insieme, affidatosi ciecamente al proprio allenatore, impeccabile sino all’ultima sirena del torneo. Applausi a scena aperta anche per la Serbia, che, nonostante le pesantissime assenze, tra le quali spiccano quelle di Jokic e Micic, è riuscita ad arrivare ad un solo tiro dal titolo mondiale. Ancora una volta, la piccola nazione europea ha mostrato al mondo intero tutto il proprio incredibile talento cestistico.
A chiudere il podio di questa bellissima coppa del mondo, infine, troviamo il Canada, che nella finalina per il bronzo batte i “cugini” degli Stati Uniti al supplementare. Una gara stupenda quella tra le due formazioni nord americane, dominata per lunghi tratti da Shai Gilgeous-Alexander e, soprattutto, da un implacabile Dillon Brooks, che con 32 punti trasforma i fischi dei tifosi filippini in applausi scroscianti. Quasi sulla sirena del quarto periodo, però, una magia di Mikal Bridges porta la sfida al supplementare. Nel corso dell’overtime, sale in cattedra il fenomenale Shai, che porta la nazionale canadese alla conquista della sua prima storica medaglia mondiale. Tornano a casa a mani vuote, invece, gli uomini di Steve Kerr, sommersi dalle critiche dopo l’ennesima deludente FIBA World Cup.