Non ha avuto bisogno del quinto set, ma Matteo Berrettini, che a questi Us Open è testa di serie numero 13, di fatica per battere il francese Grenier ne ha fatta tanta.
Partito malissimo soprattutto al servizio (con un 55% di punti vinti sulla prima e solo il 30% sulla seconda), Matteo perde il primo parziale 6-2. Sembrava essere una giornata storta, ma poi i colpi iniziano ad ingranare e in poco tempo il secondo set scivola nelle mani del romano che si impone 6-1.
Da lì, inizia la battaglia. Giocati punto a punto, gli ultimi due set se li aggiudica Berrettini per il rotto della cuffia, entrambi vinti al tiebreak con il fiato sospeso. Per lui ora c’è la sfida con Andy Murray, ex numero 1 del mondo oggi scivolato ai piani bassi del ranking dopo anni di assenze e infortuni.
Una partita che, nonostante le condizioni non ottimali del britannico, sarà tutta da giocare. Negli scontri diretti Matteo è in vantaggio 2-1, con l’ultimo match giocato quest’anno sull’erba di Stoccarda. In quella occasione, a sorridere fu l’italiano, ma solo al terzo set.
Murray potrebbe avere sete di vendetta e su questi campi sa bene come si giochi. Non è un caso che, proprio a New York, abbia vinto uno dei tre Slam conquistati in carriera. Era il 2012, dieci anni fa, ma la mano e la visione del gioco non si fanno certo scalfire dal tempo.