È un giorno storico per il movimento calcistico statunitense: la Federazione di soccer USA ha ufficializzato la sottoscrizione di un contratto collettivo con le nazionali maschili e femminili. Oggetto: la parità salariale tra calciatori e calciatrici, in aggiunta alla condivisione degli incassi derivanti dalle rispettive partecipazioni ai Mondiali.
Gli Stati Uniti diventano così il primo Paese a garantire la parità di salario per gli sportivi di entrambi i sessi. L’accordo rimarrà in vigore fino al 2028, quando potrebbe essere soggetto a estensione o a ri-negoziazione.
In sostanza, ogni giocatore riceverà lo stesso salario in base al numero di partite disputate. Vero punto saliente dell’accordo è però la decisione di dividere i proventi ottenuti nelle rispettive Coppe del mondo, ossia il denaro che la Federazione USA assegna a ciascuna Nazionale in base al percorso nella competizione mondiale.
Un argomento, quest’ultimo, su cui le calciatrici hanno calcato la mano, ritenendosi vittima di un’ingiustizia: le donne (prime nel ranking FIFA femminile) vantano infatti una serie di successi assai superiore rispetto ai colleghi maschi (15esimi in quello maschile), a fronte però di bonus significativamente inferiori rispetto ai calciatori.
“È un momento davvero storico. Questi accordi hanno cambiato per sempre il calcio qui negli Stati Uniti e hanno il potenziale per cambiarlo in tutto il mondo”, ha dichiarato a caldo la presidente della Federazione calcistica USA, Cindy Parlow Cone.