Sì, i sogni possono diventare realtà, ma serve crederci. La squadra che ha fatto sognare l’Italia e l’Europa ci ha creduto sin dall’inizio anche se sembrava un’impresa impossibile. Solo quando si è convinti, ci si impegna e si vince si può scoppiare in lacrime e provare la gioia che abbiamo visto ieri nei ragazzi che hanno trionfato a Wembley in uno stadio ostile che tifava per l’Inghilterra e faceva rieccheggiare boati minacciosi, fischiando persino l’inno italiano.
Una vittoria sudata, arrivata ai rigori, ma dopo un gioco di squadra e un’intesa evidente a tutti, tranne a quei 58 mila tifosi inglesi che se ne sono andati in silenzio, senza neanche fermarsi a guardare la cerimonia di premiazione. La sconfitta è sempre una grande delusione, ma è stata una brutta scena vedere i giocatori inglesi togliersi subito dal collo la medaglia d’argento che gli era stata appena consegnata. Non è un bel gesto. Non è un gesto sportivo.

Quello che ha colpito nei ragazzi azzurri è il senso della squadra, del lavoro fatto insieme e la capacità di serrare le fila anche nei momenti peggiori, come quando l’Inghilterra ha segnato il primo goal. Nessuno sfilacciamento, nessuna giustificazione, ma la voglia di essere ancora più uniti. Ci sono stati momenti in cui gli inglesi non hanno toccato palla, mentre gli azzurri facevano il loro gioco. Una gran bella lezione di unità da cui trarre ispirazione da oggi in poi.
La stessa Europa ha tifato unita per l’Italia, e per una sera ha dimenticato le sue divisioni. La Brexit ci ha reso più europei e i monumenti delle capitali straniere si sono colorati di bianco rosso e verde, persino la Tour Eiffel, impensabile nel passato. E’ stata una grande domenica che sarà ricordata anche per la grande sfida di Matteo Berrettini in finale a Wimbledon, un traguardo storico che nessuno italiano aveva mai raggiunto. Sentiremo parlare ancora di Berrettini che ieri era sul campo di Wembley a gioire insieme agli azzurri del calcio.

Rinascimento azzurro scrive la Nazionale sul suo account Twitter. Che lo sia per davvero per l’Italia, in tutti i campi. Ce n’è bisogno dopo mesi cupi, con la pandemia che ha messo in ginocchio tante famiglie e tante aziende. Serve lo stesso spirito di squadra per cogliere le opportunità che abbiamo davanti grazie all’arrivo dei soldi del Pnrr.
È un’altra occasione di rinascita, ma serve quell’unità che abbiamo visto in campo ieri sera, serve lo stesso senso di disciplina, serve la stessa azione di ognuno finalizzata a fare goal tutti insieme. Serve lo stesso orgoglio. La stessa voglia di riscatto. Non servono furbetti, ma persone leali. Non servono politici chiacchieroni, ma inconcludenti. Non servono like che durano un attimo, ma progetti che costruiscono il nostro futuro. Ci vuole coraggio, come hanno dimostrato ieri sera gli azzurri che sono stati accolti con entusiasmo al loro ritorno a casa con la Coppa. Il coraggio di cambiare, di essere responsabili ognuno delle proprie azioni, anche le più piccole, il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

Dobbiamo ringraziare gli azzurri non solo per avere vinto il Campionato Europeo, ma per averci fatto capire che si vince tutti insieme, sena troppe chiacchiere. Ci voleva Mancini, uomo di poche parole e visione strategica, per trasformare la Nazionale, perché senza un bravo leader alla guida di una squadra si combina poco. Riflettiamo anche su questo. Grazie Azzurri!