“Quando si dice che la maglia azzurra è il punto di arrivo per ogni giocatore si dice solo la verità”. Chi parla così è Roberto Baggio, meglio conosciuto con il Divin Codino. Il film sulla sua vita arriva su Netflix qualche giorno prima dell’inizio degli Europei. L’Italia di Mancini sta superando ogni record. E i tifosi ancora frastornati dalle mascherine, il distanziamento, la variante Delta e i vaccini da fare trovano la voglia e la forza di gridare: Forza Italia. E non come scelta politica ma come legame indissolubile alla Nazionale azzurra capace di farci sognare…finalmente.
Finito il girone dove “fare meglio non si poteva”, Roberto Mancini – ricorda Sky Sport – ha la giacca alla Bearzot e record alla Pozzo, due mostri sacri della panchina italiana. Ricorda ancora Sky Sport : “mai in un campionato europeo una squadra aveva chiuso a punteggio pieno nel girone senza concedere una singola rete. L’Italia ha eguagliato il proprio record storico: 30 match di fila senza sconfitte, come solo Pozzo tra il 1935 e il 1939. Di anni ne sono passati ottantadue, altro numero magico nella storia dell’azzurro”.
Il sogno che può diventare realtà: come la vita straordinaria di Roberto Baggio, celebrato da vivo, come era giusto fare. Vi confesso che le lacrime mi sono spuntate più volte vedendo il film. Nella mia “vita precedente” da giornalista sportivo ho avuto l’onore di vedere all’opera Baggio a Licata, durante una partita di Coppa Italia, dove con la maglia della Fiorentina riuscì a segnare un goal da antologia. Intervistarlo era davvero qualcosa di incredibile per un giovane cronista sportivo, come ero io allora.

Il “Divin Codino”, il film che racconta la storia dell’ex calciatore e grande gloria azzurra, proposto da Netflix e visto da milioni di persone. Baggio è sempre stato solo e soltanto un mito: classe 1967 di Caldogno, ha assistito in anteprima al lavoro della regista Letizia Lamartire. E’ stata la figlia Valentina a rivelare su Instagram che il padre ha rivisto il film sul divano di casa sua. Quando ha preso la storica decisione di lasciare il calcio, il Divin Codino, aveva già emozionato e convinto i tifosi di Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter, Brescia e della Nazionale azzurra.
E così tutti noi che lo stimavamo e lo stimiamo non soltanto come grande professionista del calcio, ma anche come uomo, abbiamo pianto e rivissuto insieme a lui momenti belli e brutti di una vita incredibile di sport, passioni e forza interiore. Dallo scorso 26 maggio il film sta facendo rivedere la vita di un campione a chi lo conosceva e narrando una storia straordinaria a chi non lo conosceva. Un plauso per questa pellicola molto bella alla regista Letizia Lamartire, e all’attore Andrea Arcangeli davvero bravo ad interpretare l’ex attaccante della Nazionale.
Dal film, che davvero vi consiglio di vedere c’è: “L’uomo dietro il campione” per dirla con il cantante Diodato che proprio al Divin Codino ha dedicato una sua canzone.
Il nostro è un Paese, che anche in questi giorni dell’Europeo dei miracoli, ha dimostrato che il legame con il calcio è indissolubile. E Baggio è uno di quei miti del calcio che sono diventati esempi per la loro vita da atleti e da esempi. Il mio amico Bruno Pizzul, grandissimo telecronista della Rai, che ha raccontato le prodezze dei più grandi del calcio italiano mi ha sempre ripetuto che un calciatore che acquista notorietà è un esempio per i giovani che praticano questo sport e anche per i tifosi. E la strana coincidenza tra l’uscita del film del mito Baggio e l’esplosione all’Europeo pandemico della Nazionale di Mancini, non può essere casuale. Forse è un po’ divina.
E allora è impossibile non concludere questa celebrazione con le parole di Roberto Baggio:“l’atteggiamento di fondo della mia vita è stata la passione. Per realizzare i miei sogni ho agito sempre spinto solo dalla passione. La passione muove ogni cosa, è una forza davvero straordinaria”.
E’ quello che forse Roberto Mancini ha spiegato a questi Azzurri, tatuati, intercambiabili, umili, coesi e molto bravi. Avanti tutta e Forza Italia… E non ce ne voglia Silvio Berlusconi se ci piace gridarlo. Magari se nasce il Partito Repubblicano Italiano sul modello americano, magari potremo urlarlo in santa pace, e senza il rischio di essere fraintesi…