Era mercoledì 24 settembre del 1983 e c’erano 40.000 imbarcazioni nella splendida Baia di Narragansett, a Newport, dallo yacht di Niarchos e di Gucci fino a semplici canotti a remi, venuti ad assistere alla Regata decisiva della 25esima edizione dell’America’s Cup, la più importante Regata internazionale della storia della Vela, detenuta dal New York Yacht Club fin dal lontano 1851 e adesso a rischio! Il New York Yacht Club aveva da giorni già pronte sulla banchina le casse di champagne americano per festeggiare la vittoria, ma improvvisamente il vento calò, la giuria aspettò fino alle ore tredici e poi dichiarò la regata annullata!
Bisognò quindi aspettare il venerdì 26 per la Finale, ma il vento non fu favorevole allo skipper Americano, Dennis Conner, che dovette arrendersi ad Australia II di Alan Bond, l’imprenditore di Freemantle che, con le famose “keels”, le alette nascoste sott’acqua, era riuscito a battere il leggendario New York Yacht Club e a spezzare l’incantesimo!
Grandi furono l’emozione e la sorpresa, le lacrime e lo sgomento…toccò al Commodoro del New York Yacht Club, Robert J. Stone, il difficile compito di accettare la sconfitta e mettere la brocca più famosa del mondo nelle mani di Alan Bond, quella stessa brocca, che per anni era stata gelosamente custodita in un salottino rotondo del Club, alla 44th Street di Manhattan, su un bel piedistallo (salottino che fu poi chiuso per anni, riaperto solo lo scorso dicembre, in vista della Coppa di Auckland, ma ahimé gi`za richiuso…).

La sottoscritta aveva passato quattro meravigliosi mesi a Newport a curare le Pubbliche Relazioni di Azzurra, la prima Sfida Italiana all’America’s Cup, lanciata nel 1982 dallo Yacht Club Costa Smeralda in Sardegna. Gli italiani all’inizio non erano stati accolti molto bene a Newport dai media locali, i quali dubitavano delle qualità velistiche dei nostri ragazzi…ma ben presto si dovettero ricredere: Azzurra vinse un premio come l’imbarcazione piu’ bella, i ragazzi di Azzurra fecero stragi fra le fanciulle di Newport, i ricevimenti organizzati dalla sottoscritta, con le leccornie fatte venire appositamente dall‘emporio italiano che Dino De Laurentis aveva aperto a New York nel West Side, erano sempre sold out…e poi Azzurra si fece valere e arrivò addirittura terza, un bel successo per una newcomer!!!
Ripensavo a quei giorni sul volo di Air New Zealand, che il 10 gennaio del Duemila mi portava da New York a Auckland, dove ero stata invitata dal Governo neozelandese per due settimane, in riconoscimento dell’aiuto che avevo dato all’Ambasciatore Neozelandese in Italia, Peter Bennett, per portare l’Amerigo Vespucci a Auckland per cinque mesi. Avevo presentato l’Ambasciatore al Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Marcello De Donno, il quale all’inizio era un po’ titubante all’idea che il Vespucci lasciasse l’Italia per cosi’ tanto tempo, ma poi, dopo averci riflettuto, si era fatto convincere e aveva cambiato idea. E cosi’ il Vespucci lascio’ l’Italia per un anno intero, porto’ i cadetti nell’Oceano Indiano per la crociera estiva del 1999, da li’ proseguirono per la Nuova Zelanda e dopo cinque mesi ripresero iI cammino per tornare in patria dall’altra parte, facendo il giro del mondo!
E così, al mio arrivo ad Auckland, la Città delle Vele, dove ci sono più barche che automobili, trovai ad attendermi l’Ammiraglio De Donno, l’Ambasciatore d’Italia Roberto Palmieri e l’Ambasciatore Giovanni Castellaneta, venuto dall’Australia con la moglie Lila. E tutti insieme festeggiammo sul Vespucci la Sfida Italiana di Luna Rossa Prada all’America’s Cup.
Quando i Kiwi avevano vinto la Coppa a San Diego nel 1995, molti nel mondo si erano chiesti chi fosse questo piccolo paese, a torto sempre considerato una costola dell’Australia, con allora quattro milioni di abitanti e dodici di pecore! E invece i neozelandesi si distinguono dagli australiani, in quanto discendenti dagli scozzesi, mentre gli “Aussie” discendono dai galeotti! Inoltre la Nuova Zelanda, soprattuto con l’attuale Primo Ministro, Jacinda Ardern, rivendica la sua “Pacific Identity”, dovuta ai Maori, che venivano dalla Polinesia che, al contrario degli Aborigeni Australiani, da anni sfruttati e sottomessi, fanno parte integrante della società neozelandese, avendo firmato nel 1840 con il Governo Neozelandese il Trattato di Waitangi, che ne definisce lo status di Partner del medesimo. E infatti una donna Maori è stata da poco nominata Ministro degli Esteri.
Passai quattro indimenticabili giorni a Auckland, dove salii su Luna Rossa, incontrai lo skipper Francesco De Angelis, visitai Casa Italia e guardai le Regate dallo Spectator Boat del New York Yacht Club, che era allora Challenger of the Record della Coppa, ruolo che quest’anno è toccata al Circolo della Vela Sicilia, di Mondello, che per primo ha presentato la Sfida di Luna Rossa Prada dopo la vittoria dei Kiwi alle Bermuda a luglio del 2018.

Dopo Auckland mi portarono a Rotorua, la zona dei Maori, piena di solfatare e vulcanelli, dove incontrai la Regina dei Maori, che oggi non c’é più e passai un’intera giornata con un Professore Maori, il quale mi raccontò tutta la loro storia e mi portò a vedere la loro AKKA, la danza propiziatoria dei guerrieri, che viene ripetuta prima di ogni regata e che portai poi alla Biennale di Venezia il successivo mese di giugno con grande successo.
Fu poi la volta della Capitale, Wellington, una splendida città, con un favoloso museo pieno di opere Maori, dove il Corpo Diplomatico e tutto il Governo avevano festeggiato l’alba del terzo millennio! Incontrai anche molti giovani artisti e fui ricevuta al Ministero degli Esteri, dove all’ingresso campeggia il Trattato di Waitangi, per parlare dell’Italia.
Poi giù verso l’Isola del Sud, nella Marlborough Coutry, la zona dei vigneti che assomiglia al Chianti e dove si produce il vino bianco Cloudy Bay, famoso in tutto il mondo.
Le ultime tappe furono Christchurch, che sembra Oxford, da dove partono gli aerei per l’Antartide e si può fare l’esperienza di vita di una delle Basi, appositamente ricostruita per i turisti. E poi il Milford Sound, un fiordo particolare, proprio sulla punta più meridionale dell’Isola del Sud, raggiungibile solo con l’elicottero. E sono partita con il ricordo di un Paese bellissimo, dove negli aereoporti non c’era ancora il metal detector (!), dove grande importanza veniva data all’ambiente e alla biodiversità e dove il benessere delle pecore era pari a quello degli abitanti!
Adesso seguo in TV le Regate di Luna Rossa, che ha un’imbarcazione super tecnologica (non a caso, oltre a Prada, il suo sponsor è Pirelli, dove Marco Tronchetti Provera è un esperto velista e se ne intende!) e un equipaggio preparatissimo. Se ne sono accorti i Kiwi, questa volta non sarà facile battere gli italiani nel Golfo di Auraki…FORZA LUNA ROSSA!!!